Novellara. Biodiversità, esperienze e quadro normativo

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Discutere di biodiversità, di colture e culture che stanno facendo crescere la consapevolezza di quello che mangiamo e non solo. Questo l’obiettivo di un incontro che ha avuto luogo domenica 7 ottobre scorso, nella sala civica della Rocca di Novellara, all’interno della manifestazione “Gusterò” un festival inserito nel circuito delle “Città Slow”.
Un’occasione importante per conoscere le storie di tante piccole realtà del territorio, impegnate nella valorizzazione della biodiversità, e per conoscere l’architrave normativa che finalmente ne sostiene l’attività.

Hanno partecipato dunque le Deputata Pd Antonella Incerti, membro della Commissione Agricoltura, Simona Caselli, assessore regionale all’agricoltura, l’agronomo Simone Bertani e molti produttori che hanno portato la loro esperienza all’attenzione dei presenti. Coordinati dal giornalista di Telereggio Paolo Borciani.
Dopo il saluto introduttivo del sindaco di Novellara Elena Carletti, si sono susseguite le testimonianze dei produttori, che hanno portato alla luce sfide e difficoltà del produrre oggi cereali, frumenti, ortaggi, miele e molto altro.

Esperienze da cui è emersa la necessità di “fare rete” tra piccoli produttori, di trovare strumenti innovativi per confrontarsi e dotarsi di strumenti comuni di promozione. Consorzi, associazioni o piccole realtà informali che stanno nascendo con l’obiettivo di dare supporto ad attività che sono chiamate a difendere la biodiversità ma anche ad essere sostenibili e performanti sul mercato.
Anche con queste finalità esiste finalmente in Italia da alcuni anni (Novembre 2015) una legge che disciplina le iniziative volte a tutelare le biodiversità.
“Una legge quadro – ha spiegato l’onorevole Antonella Incerti – che arriva forse tardi ma che testimonia l’impegno e la consapevolezza rispetto all’importanza del tema. Perché quello della biodiversità è il tema del futuro, ci porta a interrogarci sulla sopravvivenza del pianeta e sulla qualità del cibo per le generazioni future”.

Una legge che arriva dopo Expo, che secondo la Incerti “ha rappresentato un momento importante per creare nel Paese maggiore consapevolezza sul cibo e sul legame tra agricoltura e cibo”.
Si tratta di una legge “che traccia un quadro generale dotandosi di strumenti che prima non c’erano, ad esempio un’anagrafe nella quale sono registrati tutti i geni e in particolare le risorse genetiche che sono in via d’estinzione. Un’anagrafe sotto il controllo pubblico. Una legge che però dovrà essere integrata da decreti attuativi, da declinazioni delle Regioni, da nuove leggi sul biologico, sulla filiera corta e sulla produzione in azienda”.

In generale, secondo la deputata PD, è necessario mantenere alta l’attenzione sul tema anche nell’ottica di “sostenere il ritorno dei giovani al recupero delle colture, anche nella logica di recuperare aree del pianeta che sono state spazzate via da colture di tipo univoco e intensivo. Generazioni che hanno bisogno però di risorse e di conoscenza, che il pubblico dev’essere in grado di fornire”.
Tra gli altri interventi, interessanti spunti dall’agronomo Simone Bertani – che ha presentato il progetto dell’associazione informale “AgroBioDiverso”, che raggruppa produttori dell’appennino reggiano – e quella del prof. Graziano Rossi, che ha presentato il progetto di recupero dei mais antichi. Infine l’assessore regionale Simona Caselli ha ribadito l’impegno, anche in termini economici (oltre 50 milioni in progetti finanziati), della Regione nella tutela delle biodiversità.