Con il progetto, ora declinato nelle azioni del protocollo ‘Prove di futuro: esperienze estive di relazioni e di gioco’, che coinvolge gli operatori del sistema educativo e il Comune, riaprono a Reggio Emilia i Centri estivi per la fascia di età compresa fra i 3 e i 6 anni. Nel lungo e complesso percorso di riapertura dei servizi e dei luoghi vitali della comunità nella Fase 2 Coronavirus seguita alla fase acuta della pandemia, percorso che in ambito scolastico ha toccato nei giorni scorsi la riapertura dei Centri estivi per la fascia 6-14 anni, ora è dunque la volta dei più piccini.
“I bambini – si legge fra l’altro nel Protocollo – attendono il ritorno nei loro luoghi, insieme agli amici da protagonisti. Attendono di potere dialogare tra loro anche intorno agli accadimenti degli ultimi mesi, sapendo di trovare negli adulti e negli amici interlocutori onesti e importanti.
“I bambini sono una fonte privilegiata di ascolto, hanno sempre pensieri, idee e desideri inediti al contempo sensibili per l’altro da sé, immaginano e tessono forme relazionali responsabili a patto che ne comprendano il senso. In questa dimensione spaesante data dalla pandemia Covid-19, le bambine e i bambini sono parte attiva nelle elaborazioni delle nuove modalità di relazione a distanza con gli adulti e con i pari”.
La dimensione educativa e ludica e le modalità di riapertura e gestione dei Centri estivi oscillano, gioco forza, tra i contenuti del Reggio Emilia Approach, le disposizioni normative nazionali e regionali a tutela della salute ed a contenimento del fenomeno pandemico, le disponibilità economiche per fare fronte alla realizzazione di un progetto oneroso sul piano delle risorse sia umane sia materiali. Il Protocollo si sforza di tenere in equilibrio questi tre aspetti, dopo un lavoro di concertazione e condivisione che, con la supervisione della Amministrazione comunale, ha coinvolto i soggetti gestori dei Centri (cooperative sociali, Istituzione Scuole e Nidi dell’Infanzia del Comune, Scuole Fism, associazioni di promozione sociale, società sportive, associazioni culturali) per la definizione degli aspetti organizzativi, economici, culturali e igienico-sanitari su cui si fonda la riprogettazione dei servizi estivi di tutti i soggetti sottoscrittori.
HANNO DETTO – “Se sommiamo i 1.400 posti messi a disposizione di bambine e bambini della fascia 3-6 anni ai 2.600 dedicati alla fascia fino ai 14 anni, presentati alcuni giorni fa, abbiamo 4.000 posti nei Centri estivi di Reggio Emilia, per l’estate 2020: un’offerta rilevante sul piano quantitativo, ma ancor più sotto il profilo qualitativo dell’offerta educativa e ricreativa, oltre che della sicurezza sanitaria. Un lavoro collettivo degli attori dell’educazione e della sanità, di cui possiamo essere contenti”, ha detto il sindaco Luca Vecchi, che ha presentato alla stampa la proposta educativa per l’estate.
“Nelle settimane della ‘chiusura’ e in quelle immediatamente successive, abbiamo ascoltato, dialogato, collaborato, Comune e sistema città, intorno a tavoli tematici diversi, fra i quali quello dell’educazione – ha proseguito il sindaco – Ciò ha dato risultati necessari nell’immediato e, nello stesso tempo, ha costituito un importante esercizio di metodo, un affiatamento ulteriore per il futuro. Potremmo parlare di un Reggio Approach diffusivo, attuato nell’epoca Covid.
“L’infanzia era ingiustamente uscita dal dibattito pubblico nei mesi scorsi, a causa dell’emergenza che aveva priorità sanitaria. Nel graduale ritorno al molteplice, l’infanzia sta riprendendo il posto che le spetta nella società – ha concluso il sindaco – a cominciare dai servizi, che anche nel caso dell’infanzia sono stati oggetto di rapide rimodulazioni. Credo che il lavoro di collaborazione, che ha portato ai Protocolli per i Centri estivi, sia un’esperienza di primaria importanza per la gestione della complessità del sistema educativo e scolastico, che dovremo nuovamente trattare in vista della riapertura di settembre”.
“I presupposti del nostro lavoro – ha spiegato l’assessora all’Educazione, Raffaella Curioni – sono stati i diritti dell’infanzia e delle famiglie, i contenuti educativi e la sicurezza sanitaria, declinati con modalità necessariamente nuove. Essere comunità e condividere gli stessi problemi ci ha aiutato in questa operazione complessa, che ha esitato un Protocollo che consente unitarietà e chiarezza dell’offerta nei suoi aspetti cruciali. Un grazie quindi all’Istituzione Scuole e Nidi dell’infanzia del Comune, alle cooperative che gestiscono in convenzione varie scuole, alla Fism e a soggetti privati che hanno partecipato ai nostri tavoli, fra cui scuola steineriana ed ente Veneri”
Sul tema rette, ha concluso l’assessora, “abbiamo lavorato al massimo per il loro contenimento e sappiamo che ulteriori ristori, per gestori dei Centri estivi e famiglie, arriveranno dal bando Conciliazione regionale, da Inps e da provvedimenti governativi”.
Il direttore dell’Istituzione Scuole e Nidi dell’infanzia, Nando Rinaldi, ha sottolineato fra l’altro che gli iscritti ai Centri estivi quest’anno sono in numero superiore, di oltre 100 unità, al passato e che anche per la fascia 0-3 anni sono in previsione le inziative nei parchi di ‘Creare insieme’. Alla conferenza stampa hanno inoltre partecipato, in rappresentanza degli altri principali attori dei Centri estivi 3-6 anni, Sandra Rompianesi presidente di Fism, Sara Manfredini responsabile cooperazione sociale di Legacoop Emilia Ovest e Giovanni Teneggi direttore di Confcooperative.
PIANETA INFANZIA E PROPOSTA ESTIVA – Il sistema 0-6 reggiano comprende una offerta plurima ed integrata che scolarizza nell’anno scolastico 2019-20 nelle scuole d’Infanzia del territorio comunale 4.356 bambini su 4.752 residenti (91,67%), tra strutture in gestione diretta comunale (con 1.716 bambini), gestori indiretti convenzionati con cooperative educative (405 bambini), scuole d’infanzia statali (con 791 bambini), sistema Fism (con 1.299 bambini), oltre a privati in relazione (con 145 bambini).
Con la proposta estiva 2020 specifica per i bimbi di età 3-6 anni dedicata a socialità, gioco e apprendimento, oltre a quella dell’Istituzione per le strutture a gestione diretta e convenzionata, si valorizzano le proposte del sistema pubblico integrato 0-6, a cui si aggiungono sei gestori privati, con specificità in campo sportivo, ambientale, culturale, ludico, oltre a tutte le cooperative educative e sociali del territorio.
DIRITTI E CONTENUTI EDUCATIVI – Questa Apertura estiva si offre come Patto con la città, in cui i diritti dei bambini più piccoli all’educazione di qualità si alleano con il diritto alla conciliazione in particolare delle donne e con il diritto dei genitori al lavoro, nella complessa Fase 2 cosiddetta della ‘ripartenza’ dopo il lockdown.
I concetti fondanti di questo progetto fanno riferimento a valori fondativi della storia educativa di Reggio Emilia:
Essere e fare comunità
Visione di continuità
100 Linguaggi
Cittadinanza dei bambini
Essere e fare comunità. Le esperienze estive che verranno realizzate chiedono la creazione di un patto di fiducia tra bambini, genitori e personale dei servizi. Un patto che sancisce la tutela dei diritti di questi protagonisti e conferma la partecipazione delle famiglie come una parte fondamentale per costruire percorsi di genitorialità e di cittadinanza.
Visione di continuità. Le esperienze estive si aprono per essere luogo di socialità, a piccoli gruppi di bambini che trovano ambienti sicuri e quasi sempre famigliari. I Centri estivi sono ambienti di apprendimento nei loro spazi interni ed esterni, i bambini saranno accolti da gruppi di lavoro con caratteristiche omogenee e adeguatamente formati. I bambini e i genitori troveranno continuità nella esperienza realizzata nei mesi ed anni precedenti ri-abitando in parte ambienti educativi già conosciuti con modalità analoghe e al contempo con altre qualità.
Il gruppo si ristrutturerà in piccoli gruppi, gli adulti saranno in parte conosciuti in parte potenziati affinché il benessere di bambini e adulti sia il più possibile tutelato. Ogni gruppo di bambini avrà un adulto che privilegerà la relazione con loro, un adulto di riferimento che troverà nella relazione con il gruppo di lavoro, dando forma ad un progetto unitario e coerente.
100 Linguaggi. L’ambiente del Centro estivo è intuito come un grande Atelier con proposte digitali ed analogiche, un luogo connotato e permeato da accessi comunicativi differenti: scritture, manufatti, immagini digitali, che segneranno la continuità della esperienza.
Ogni spazio si connota con proposte e tecnologie analogiche e digitali diversificate, cosi da creare alta densità percettiva, i luoghi diventano attrattori di interesse, di scoperte e di apprendimento.
Gli spazi rappresenteranno il filo conduttore delle proposte modificandosi a seconda dei gruppi dei bambini per età e al contempo manterranno tracce di continuità.
I bambini abitano gli spazi suddividendosi individualmente o a coppie nella sezione o nel parco dedicato.
I contesti di esperienza si struttureranno in modo evolutivo e differenziato per offrire ai bambini una pluralità di opportunità di scoperte e apprendimento.
Bambini come cittadini. I bambini hanno grandi potenzialità e risorse alle quali attingere anche nei momenti di cambiamento o difficoltà, potenzialità che attendono di essere riconosciute dagli adulti e da una comunità.
I bambini attendono il ritorno nei loro luoghi, insieme agli amici da protagonisti.
Attendono di potere dialogare tra loro anche intorno agli accadimenti degli ultimi mesi, sapendo di trovare negli adulti e negli amici interlocutori onesti e importanti.
I bambini sono una fonte privilegiata di ascolto, hanno sempre pensieri, idee e desideri inediti al contempo sensibili per l’altro da sé, immaginano e tessono forme relazionali responsabili a patto che ne comprendano il senso.
In questa dimensione spaesante data dalla pandemia Covid-19, le bambine e i bambini sono parte attiva nelle elaborazioni delle nuove modalità di relazione a distanza con gli adulti e con i pari.
ACCESSO – Sono stati resi disponibili in tutto 1.400 posti, di cui 890 a diretta gestione comunale o a gestione di cooperative di educazione, e oltre 500 gestiti dagli altri soggetti attori.
La possibilità di accedere al Centri estivi delle Scuole d’infanzia comunali, con strutture a gestione diretta o in convenzione, è stata aperta a tutti i bambini e le bambine già frequentanti gli stessi servizi educativi, le cui famiglie hanno potuto fare domanda fino al 9 giugno, dopo una informazione dedicata agli interessati sui siti istituzionali e alle famiglie. In questo caso, Centri estivi sono dal 15 giugno al 17 luglio (con possibilità di scegliere il modulo dal 15 al 30 giugno e/o dal 1 al 17 luglio), dal lunedì al venerdì.
Per i soggetti privati del sistema educativo reggiano, invece, è consentita la possibilità di aprire anche nella seconda parte dell’estate e fino all’inizio dell’anno scolastico 2020-21, modulando in modo differente l’offerta.
Le attività dei Centri estivi delle scuole comunali a gestione diretta o convenzionata si svolgeranno dalle ore 8 alle 13. Negli altri casi, può essere disponibile la permanenza pomeridiana, in base alle scelte e all’offerta di ciascun gestore privato.
Il bando di iscrizione promosso dall’Istituzione Scuole e Nidi dell’infanzia del Comune offriva 890 posti nelle scuole comunali a gestione diretta o da cooperative. Le domande pervenute sono state 761.
Una particolare priorità è stata data ai bambini della fascia dei 5 anni, per consentire loro di concludere il percorso della scuola dell’infanzia e per avere nuovamente un momento di scolarizzazione in vista del passaggio alla scuola primaria. Hanno potuto fare domanda anche i bambini che al primo luglio 2020 abbiano compiuto 3 anni di età e che siano già iscritti e frequentanti un nido comunale o convenzionato.
Nelle scuole comunali e in convenzione, la retta a carico delle famiglie è di 100 euro a modulo, quindi circa 50 euro a settimana, indipendentemente dall’Isee (sono esonerate dal pagamento della retta le famiglie con un Isee fino a 8.300 euro).
Per le scuole con titolarità di altri gestori, il valore della retta è definito autonomamente.
È possibile richiedere un contributo economico per il pagamento della retta tramite il bando conciliazione Vita-lavoro promosso dalla Regione Emilia-Romagna e utilizzabile per coprire le spese dei servizi educativi estivi e consultabile all’indirizzo: www.comune.re.it/Memo e scadenze/Bando Conciliazione.
SOSTENIBILITÀ ECONOMICA – La sostenibilità economica richiede di conciliare la copertura dell’aumento dei costi dovuta ai maggiori oneri organizzativi con l’accessibilità ai servizi estivi da parte delle famiglie. I sottoscrittori del Protocollo si impegnano perciò a contenere i costi del servizio in misura compatibile con i contributi economici regionali previsti dalla Regione Emilia-Romagna nel progetto di ‘Conciliazione vita-lavoro’ e si impegnano ad un ulteriore contenimento commisurato ad eventuali contributi che il Comune di Reggio Emilia dovesse rendere disponibili a fronte di disponibilità di risorse statali dedicate.
Per l’allestimento dei contesti l’Amministrazione comunale si impegna a fornire in comodato gratuito, a fronte di specifica richiesta da parte di soggetti gestori già convenzionati con contratto attivo, i locali usualmente utilizzati durante l’anno oltre ad altri spazi appositamente individuati.
REQUISITI E DOTAZIONI MINIME DEGLI SPAZI – Per ospitare i Centri estivi sono state individuate e scelte strutture adeguate, dotate di spazio esterno o adiacenti a parchi/giardini o, comunque, con la disponibilità di utilizzo di aree aperte. A tal fine possono essere utilizzati anche centri sportivi o aree verdi attrezzate, che presentino comunque locali al coperto di capienza sufficiente, da utilizzare in caso di cattive condizioni meteorologiche o nelle ore più calde della giornata.
Nell’area all’aperto nella quale si realizza il Centro estivo – dispone il Protocollo sottoscritto dai 34 soggetti promotori e operanti nei Centri estivi – ogni bambino deve avere a disposizione indicativamente non meno di 10 metri quadrati; nello spazio interno all’edificio, utilizzabile in caso di maltempo, per ogni bambino serve un’area indicativamente di non meno di 3 metri quadrati. Qualora non sia possibile dedicare uno spazio al chiuso, si disporranno turni di utilizzo, seguendo scrupolosamente le disposizioni igienico sanitarie previste dalle normative. Occorre prevedere l’uso dedicato ed esclusivo di wc nei rapporti indicati dalla normativa regionale.
ALL’APERTO: DISTANZE SÌ, MASCHERINE NON NECESSARIE – In particolare, per la conduzione di attività all’aperto nei vari momenti della giornata i bambini dovranno rimanere, per il maggior tempo possibile, a distanza di almeno un metro gli uni dagli altri. Il distanziamento fisico per i minori di sei anni di età presenta criticità più marcate che dovranno richiedere particolari accorgimenti sia organizzativi che nel comportamento del personale. Occorre in tal caso assicurare indicazioni e risorse dedicata alla pulizia assidua delle superfici e al lavaggio frequente delle mani. I bambini non dovranno indossare le mascherine, pertanto potrà essere previsto per il personale l’utilizzo di ulteriori dispositivi (guanti in nitrite e dispositivi di protezione per occhi, viso e mucose).
È possibile l’utilizzo di palle o altri oggetti ludici, così come di strumenti musicali o attrezzatura sportiva solo ed esclusivamente a condizione che ogni oggetto sia igienizzato con cura prima e dopo l’utilizzo, senza che questa prescrizione vanifichi l’attività ricreativa, rendendola non attraente per i bambini.
Prima dell’inizio e dopo la conclusione di ciascuna attività, soprattutto laddove sia previsto uno scambio di vettori tra adulti e bambini o unicamente tra bambini, gli educatori provvederanno a far sì che i bambini lavino o si igienizzino le mani.
L’igienizzazione delle mani deve in ogni caso, con accesso ai lavabi o attraverso il gel, essere ripetuta per almeno due volte nell’arco della mattinata (oltre a quella effettuata all’ingresso) e per due volte nell’eventuale presenza pomeridiana, obbligatoriamente dopo ogni utilizzo dei servizi igienici. Per tavoli, sedie e altri punti di appoggio la pulizia è prevista prima dell’inizio e al termine delle attività.
NEI LOCALI AL CHIUSO – E’ possibile svolgere attività in locali chiusi anche in assenza di cattive condizioni atmosferiche.
Le attività devono essere condotte con le finestre aperte e, nel caso in cui non fosse possibile individuare locali dedicati a ciascun gruppo, occorrerà provvedere alla pulizia delle superfici degli stessi in occasione dell’alternanza tra un gruppo e l’altro.
Nel caso in cui i locali fossero ad uso esclusivo di un gruppo, si ritiene sufficiente la loro pulizia prima dell’inizio e dopo il termine dell’attività (con un ulteriore passaggio a metà giornata in caso di campi a tempo pieno, così come previsto per le superfici delle attività all’aperto).
Anche per le attività al chiuso, l’igienizzazione delle mani deve in ogni caso, con accesso ai lavabi o attraverso il gel, essere ripetuta per almeno due volte nell’arco della mattinata (oltre a quella effettuata all’ingresso) e per due volte nell’eventuale presenza pomeridiana, obbligatoriamente dopo ogni utilizzo dei servizi igienici.
UN OPERATORE OGNI 5 BAMBINI – Ogni Centro ha un responsabile-coordinatore, operatori in rapporto di un adulto ogni cinque bambini, più eventuale personale ausiliario.
Nel caso di presenza di bambini con diritti speciali accolti al Centro estivo è garantita la presenza dell’educatore per l’integrazione per tutto il periodo concordato di iscrizione del bambino con diritti speciali, indipendentemente da eventuali assenze dello stesso, anche di più giorni. Tale operatore si aggiunge al rapporto 1-5 .
Il gestore si impegna a garantire che, in ogni settimana di presenza al Centro estivo, ogni bimbo, al netto di eventi imprevedibili, abbia due figure educative stabili. Questa scelta permette di offrire un contesto relazionale continuo e come tale meno soggetto ad alternanze e quindi probabilmente meno rischioso.
Per il personale e i volontari coinvolti nella gestione del Centro estivo è prevista una formazione specifica in merito alle norme igienico sanitarie, sui temi della prevenzione di Covid-19, nonché per gli aspetti di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, che verrà realizzata con la collaborazione dell’Ausl-Dipartimento di sanità pubblica competente per il Distretto di Reggio Emilia. E’ inoltre prevista una formazione da parte del coordinamento dei Pediatri del Distretto di Reggio Emilia. Tale formazione diventa strumento prezioso di riferimento per il personale dei servizi nel rapporto con i bambini e con le famiglie nel trattare le questioni di carattere sanitario.
I tamponi naso faringei potranno essere eseguiti da parte delle Ausl di riferimento su richiesta degli enti gestori dei Centri estivi non necessariamente prima dell’apertura del Centro stesso. L’esecuzione dei tamponi è a carico del Servizio sanitario regionale. Per gli operatori, volontari ed altro personale che opera presso i Centri estivi, si ritiene indicata l’esecuzione del tampone nelle realtà che non avevano già programmato l’esecuzione del test sierologico.
PICCOLI GRUPPI – Per i bambini da 3 a 5 anni, il piccolo gruppo educativo è da intendersi come gruppo costante di 5 bambini costituito dai medesimi bambini e dalle stesse figure adulte di riferimento, con un rapporto di un adulto ogni 5 bambini. Per i bambini (dai 6 agli 11 anni), il gruppo è da intendersi con un rapporto di un adulto ogni 7 bambini.
In caso di Centri estivi in cui sia proposta una offerta anche per il pomeriggio, i gestori si impegnano a privilegiare, nel caso in cui sia possibile, l’inserimento del bambino in un gruppo composto da bambini già con lui compresenti nell’orario antimeridiano.
Sono realizzabili uscite a piedi, specie in aree verdi, purché l’uscita non sia finalizzata all’incontro con altri gruppi di bambini/ragazzi o all’incontro con altri adulti. Non è invece possibile programmare uscite di gruppo con i mezzi di trasporto pubblico.
In caso di infezione riconosciuta da Covid-19 da parte di un bambino o adulto frequentante il Centro estivo il gestore si impegna ad attenersi scrupolosamente alle sole istruzioni procedurali circa i periodi quarantena, le comunicazioni verso l’esterno e ogni altra disposizione dell’autorità sanitaria competente.
IGIENIZZAZIONI – Devono essere scrupolosamente rispettate le norme igienico-sanitarie previste dalla normativa regionale e dell’Ausl. In particolare, l’utilizzo autonomo dei servizi igienici da parte dei bambini è consentito a discrezione dei gestori in relazione al grado di autonomia dei singoli bambini. Ogni gestore garantirà la pulizia dei servizi igienici secondo le procedure e con i materiali descritti dalla specifica Circolare del ministero della Salute.
I servizi igienici dovranno essere igienizzati e disinfettati prima dell’inizio dell’attività e ogni volta dopo essere stati utilizzati oltre ad un passaggio a metà mattina e in ogni caso con un arco temporale tra una igienizzazione e la successiva non superiore alle 3 ore.
MERENDA E PASTO – Nel Protocollo si intendono confermate le misure organizzative ed igieniche previste dall’autorità sanitaria locale e richiamate nella legge regionale.
In particolare:
non è possibile l’autoservizio da parte dei bambini, ogni bimbo dovrà esclusivamente utilizzare la propria porzione/merenda in modo individuale;
sono da evitare le merende fresche e a rapida deperibilità: i gestori si impegnano quindi a concordare con le famiglie che la merenda (se portata da casa) sia composta da prodotti confezionati a lunga conservazione ed in nessun modo suscettibili alle alte temperature;
in caso di impossibilità di produzione in loco e di adozione di ristorazione da asporto i gestori prediligano il servizio in multi-porzione, più sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e con migliori garanzie di conservazione.
Non è necessario disporre in loco di locali adibiti a cucina, ma saranno sufficienti spazi adibiti a porzionamento (opportunamente igienizzati prima e dopo l’utilizzo) ed idonei utensili da cucina (opportunamente igienizzati dopo ogni utilizzo).
Si ricorda altresì che, per le operazioni di porzionamento e distribuzione è sufficiente che un solo adulto, tra coloro che sono impegnati presso il Centro estivo, sia in possesso dell’attestato relativo alla formazione specifica rilasciato dall’Azienda sanitaria e l’auto-dichiarazione dello stesso di aver opportunamente trasmesso le informazioni di base ad altri adulti che lo coadiuvano durante il momento del pasto. Il personale deve attenersi scrupolosamente alle normative igienico sanitarie compreso uso della mascherina.
ACCOMPAGNAMENTO E RITIRO DEI BAMBINI – Ogni gestore individua, un accesso dedicato all’area del centro estivo disponendo con un adulto uno spazio per l’accoglienza al di fuori dell’area del centro in modo da consentire ai genitori di poter accompagnare il figlio senza entrare essi stessi nell’area.
In alternativa il gestore provvede (al momento dell’accesso o dell’uscita) a presidiare i cancelli e le aree adiacenti onde assicurare il distanziamento di almeno un metro tra adulti e tra bambini ed evitare qualsiasi forma impropria di assembramento.
Massima attenzione e cura andrà posta alla relazione con le famiglie. Ogni gestore avrà cura di riservare agli incontri e ai colloqui, a distanza o in presenza.
L’accoglienza alle attività estive avviene a seguito di misurazione della temperatura corporea, oppure alla valutazione visiva di sintomatologia evidente riconducibile a infezione da Covid-19 (in particolare congestione nasale e congiuntivite, oltre a tosse persistente) e della pulizia delle mani con gel igienizzante. In caso di temperatura superiore a 37,5° il bambino non può essere accolto. La rilevazione in tempo reale della temperatura corporea deve avvenire ai sensi della disciplina della privacy vigente.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]