Scuola: presto i nodi verranno al pettine

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Mentre in tutto il mondo si moltiplicano le manifestazioni contro il razzismo col rito di inginocchiarsi per 8 minuti e 46 secondi, esattamente l’interminabile tempo durante il quale un poliziotto di Minneapolis ha tenuto il suo ginocchio premuto sul collo di George Floyd, provocandone la morte, qui in Italia va in scena lo sciopero generale proclamato dai sindacati della scuola. E’ stato organizzato anche un presidio virtuale.

L’ambizione è quella di trasformare la tragedia sanitaria del Covid 19 in un’opportunità per rilanciare la scuola pubblica, che si traduca in nuovi investimenti. Perché il personale non può essere l’unica unica risorsa su cui far conto, devono fare la loro anche chi ha la responsabilità di governare l’Italia.

Non basta riaprire gli edifici, se non si mette la scuola in condizione di svolgere la funzione che la Costituzione le assegna. Non quella di una semplice custodia, ma quella di istruire, educare, formare cittadini liberi e responsabili, in un ambiente democratico. Se per svolgere efficacemente questi compiti lo stare insieme a scuola è condizione necessaria, lo è altrettanto lo stare insieme che deve unire scuola e società. Se manca questo legame, viene meno la possibilità di un’interazione tra scuola, famiglia, comunità sociale perché possano agire in termini di corresponsabilità e mutuo supporto. Sul piano politico, ciò significa porre istruzione e formazione come temi cui assegnare centralità: in questo senso l’emergenza che stiamo vivendo può segnare un momento di accresciuta consapevolezza e di svolta, mettendo in risalto il grande bisogno di educazione e istruzione come condizione per superare le disuguaglianze; elevando le grandi energie che la scuola sa esprimere; trovando soluzione ai disagi e alle difficoltà con cui si misura a causa di annosi ritardi e insufficienze nelle scelte di politica scolastica.

A settembre tutti i nodi verranno al pettine: ci saranno 200 mila cattedre prive di un titolare, vorrà dire nomine di supplenti per settimane, a scuola iniziata. Ma questa volta con l’impossibilità di smistare gli studenti senza insegnante nelle altre classi, per garantire il distanziamento sociale necessario. E’ prevedibile il caos.

Eh, sì, sarà un’estate calda!

In cui vigilare.

Come sempre.