‘Il cuore degli uomini”, fresca malinconia

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Ci sono libri che mentre leggi scorrono nella mente e nel cuore (non il mio-cardio, non so se mi spiego) come l’acqua pura e fresca di sorgente quando scorre dalla bocca alla gola e giù giù fino alle viscere, oppure quando dopo l’inverno assaggi la prima fragola di stagione. Lo spirito è rinfrancato (e rinfrescato).

“Il cuore degli uomini” ha questo effetto rinfrescante e rinfrancante anche se ha, come ogni vera opera letteraria, un contraltare tragico… forse no, malinconico è l’aggettivo che si attaglia meglio a questo romanzo denso, sostenuto da una scrittura fluida e profonda allo stesso tempo. Prende atto che a fronte di uomini il cui codice d’onore regola la loro vita, rispettoso degli altri e della natura, esiste, ineluttabile, la violenza o l’indifferenza o la sciatteria. Tutto raccontato senza enfasi attraverso personaggi contradditori ma dall’animo “non corrotto”, nonostante tutto. Personaggi che sono proprio cosi, come Nelson, il “Trombettiere”, o Trevor figlio di Jonathan, il miglior amico di Nelson ma completamente diverso dal protagonista. All’autore non interessano le possibili “cause” della loro natura, ma solo le azioni che li definiscono.

Tutto comincia al campo scout di Chippewa, sul lago Bass, Wisconsin. È il 1962. Nelson, il Trombettiere, è un ragazzo di 13 anni, una sorta di nerd, per usare un anacronismo. Ed è vittima del bullismo non solo in quella settimana d’estate passata al campo, ma anche nella scuola di Eau Claire, dove abita con la madre e un padre violento. Con l’amata tromba, ereditata dal nonno che aveva combattuto la prima guerra mondiale, dà la sveglia al campo, che gli è ostile fino a quando non accadrà un certo fatto. E Jonathan è il suo opposto, atletico e desiderato dalle ragazze, ma in una certa misura è il suo angelo custode. Wilbur, un uomo dal passato oscuro, è il responsabile del campo, che vorrebbe che la vita dei “suoi” ragazzi fosse dettata dai principi scout a partire dal motto: “Sii pronto”. Naturalmente, per la maggioranza di loro non sono che parole. Non per Nelson, e Wilbur non lo dimenticherà.

Passano gli anni, ciascuno vive la propria vita, ma il campo scout di Chippewa continua a esistere con i suoi principi. E proprio sul lago Bass, nel 1996, che Nelson e Jonathan, insieme al figlio adolescente Trevor, s’incontrano. Nelson è un eroe di guerra, ha combattuto in Viet Nam, Jonathan è un ricco imprenditore, Trevor è innamorato di Rachel, la sua ragazza che avrà un ruolo importante nel prosieguo del romanzo, che si conclude nel 2019. «Il mondo è pieno di uomini cattivi» dice una volta Trevor mentre insegna alla riluttante Rachel a sparare. E come sempre, qui non si anticipa nulla.

Ciascuna epoca e luogo danzano secondo i ritmi del tempo e dello spazio che la trama richiede. Confesso che è un motivo in più per farselo piacere, per lo meno per me.
La traduzione è di Claudia Durastanti. Brava.

Nickolas Butler, Il cuore degli uomini, traduzione di Claudia Durastanti, Marsilio, Venezia 2019, pp. 409, 12,00 euro.

(recensione di Glauco Bertani).

Si ringrazia la Libreria del Teatro, via Crispi 6, Reggio Emilia.

Colonna sonora:

STILL VON TILL, To The Field

EDDIE VEDDER, Guaranteed

BRIGHTBLACK MORNING LIGHT, Gathered Years

NEIL YOUNG, Four Strong Winds

MAGNOLIA ELECTRIC CO, Talk To Me Devil Again

SMOG, Hit The Ground Running

I nostri voti


Stile narrativo
7.5
Tematica
7
Potenzialità di mercato
6.5