La pandemia richiede scelte che hanno già cambiato e continueranno a trasformare la vita e le scelte di persone, imprese, istituzioni. Non fa eccezione il Comune di Reggio Emilia che, oltre a ridefinire servizi, azioni, strategie, introduce – con una deliberazione di giunta di questi giorni – rimodulazioni anche in tema di risorse finanziarie, in un quadro complesso e critico.
“Peggiorano le stime di disequilibrio sul Bilancio 2020 – afferma l’assessore al Bilancio, Daniele Marchi – perché oltre ai 10-13 milioni di euro già stimati a causa dell’impatto della fase acuta della pandemia, dobbiamo aggiungere il ‘costo’ della Fase2: ogni riapertura di servizi e riattivazione di funzioni pubbliche (dai mercati alle biblioteche, ai campi estivi e ai centri per persone con disabilità…) si sta rivelando estremamente onerosa, sia sotto il profilo strumentale (presidi e dispositivi per la sicurezza), sia sotto il profilo organizzativo. Ogni attività, vitale e fondamentale per la vita di tutti, gestita direttamente oppure in appalto o convenzione sta chiedendo un grande sforzo di riprogettazione che in quasi tutti i casi proietta maggiori costi. Pensiamo ad esempio agli indispensabili Servizi per disabili, per i quali la Regione ha appena emanato le linee guida: la loro applicazione chiederà spazi, procedure, strumenti e rapporti assistenziali/educativi molto più onerosi per poter garantire il distanziamento e la sicurezza sanitaria.
“Per questo – prosegue l’assessore – abbiamo deciso di aderire, e ampliare, le possibilità date dal Governo col Decreto Cura Italia in materia di rinegoziazione del debito degli enti. È importante ricordare che il Comune di Reggio Emilia è tra gli enti locali meno indebitati di Italia, questo grazie ad anni di azioni coerenti di riduzione e contenimento del debito. Ma è chiaro che l’impatto della crisi sanitaria rischia di essere pesantissimo anche per un Comune con i conti in ordine come il nostro.
“Tenteremo di rinegoziare circa 25 milioni di euro di debito – spiega Marchi – con tre diversi istituti, Cassa depositi e prestiti, Banca europea per gli investimenti e Istituto per il Credito sportivo, puntando ad avere un beneficio immediato di minori oneri finanziari sull’esercizio 2020 di circa 2,5 milioni di euro.
“Assieme alla manovra sul debito, abbiamo anche approvato lo schema del Rendiconto 2019 che approderà in Consiglio comunale entro fine giugno e che ci darà la possibilità di applicare un avanzo di gestione di 3,8 milioni di euro.
“Con queste due manovre – conclude l’assessore – il Comune sta facendo la sua parte, mentre dal Governo, per ora, abbiamo solo un primo acconto dal Fondo nazionale di 3,5 miliardi di euro promessi. Così non siamo nemmeno a metà strada per la copertura del disequilibrio sul 2020. Serve altro, serve di più e serve in fretta”.
L’entità del fabbisogno finanziario per la Fase 2 è stata stimata a seguito di un monitoraggio dei nuovi fabbisogni, determinati dalla situazione di emergenza, nei diversi Servizi comunali. In particolare, si sono considerate minori entrate, spese che non verranno realizzate, maggiori esigenze, progetti per l’ottenimento di finanziamenti, impatto sulla liquidità.
Si stimano ad esempio un mancato introito di oltre 7 milioni di euro di entrate tributarie, di oltre 3 milioni di euro da contravvenzioni; di contro, nuove uscite per un milione di euro per acquisto mascherine e altri presidi o azioni di sicurezza sanitaria, 235.000 euro di finanziamento richiesto dall’Istituzione scuole e nidi dell’infanzia. A questi oneri andranno aggiunti i costi della Fase 2 allo stato attuale non ancora quantificabili.
Al fine di rinegoziare o sospendere mutui e prestiti accesi, la ricognizione effettuata dal Servizio finanziario del Comune, in considerazione degli Istituti e delle tipologie di finanziamento in portafoglio, ha evidenziato la possibilità di agire nell’immediato nei confronti di Cassa depositi e prestiti (Cdp), Banca europea per gli investimenti (Bei) e Istituto per il Credito sportivo (Ics), aderendo a operazioni di dilazione delle rate dei mutui.
A Cassa depositi e prestiti, si proporrà una rinegoziazione su un ammontare di circa 14 milioni di euro, per una decina di posizioni intestate al Comune di Reggio Emilia. Il beneficio atteso sul bilancio 2020 è di circa 530.000 euro.
Con Banca europea per gli investimenti, il Comune procede alla sospensione delle quote capitali dei mutui, ovvero uno slittamento di un anno dell’intera quota in portafoglio di 14 milioni di euro.
L’Istituto ha manifestato la disponibilità a sospendere le quote capitali in scadenza nel 2020, ed eventualmente anche nel 2021, redistribuendo il valore delle stesse in modo proporzionale sulle rate residue successive, senza pertanto allungamento della scadenza dei finanziamenti.
Le elaborazioni effettuate relativamente a questa opzione portano ad una stima di risparmi di circa 2 milioni di euro nel 2020 e 550.000 euro nel 2021.
Con Istituto per il Credito sportivo, si procede allo slittamento dell’intera quota in portafoglio di 1,45 milioni di euro.
L’Istituto ha aderito all’accordo quadro siglato tra Abi e Anci-Upi dello scorso aprile per la sospensione delle quote capitali mutui 2020, e pertanto l’operazione segue le caratteristiche delineate in tale accordo.
Il beneficio in termini di rata complessiva ammonta a circa 73.000 euro nel 2020.
La simulazione della situazione di liquidità vede, in caso di spostamento delle scadenze tributarie (Imu e Tari), possibili difficoltà nel settembre prossimo.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]