In sede, a distanza e a domicilio, la parola d’ordine è riconversione dei servizi.
Per la sicurezza delle persone: tamponi a tutti gli utenti disabili e test sierologici agli operatori.
Nell’ambito della rete regionale dei sevizi socio-sanitari per le persone con disabilità, i Comuni, le Unioni e le Aziende Usl, in collaborazione con gli Enti Gestori, hanno provveduto a sospendere le attività dei Centri Socio Riabilitativi e dei Centri Socio Occupazionali, in attuazione del Decreto del Presidente della Giunta regionale del 8 marzo 2020 che aveva previsto, a far data dal 10 marzo 2020, la sospensione delle attività in sede, incentivando, ove possibile, i percorsi di domiciliarità.
I centri e i progetti di tempo libero sono, dunque, rimasti chiusi ma le attività non si sono mai fermate. Si sono spostate dentro le case con modalità diverse, attraverso computer, tablet e cellulari per dare continuità ai rapporti tra le persone e ai percorsi di autonomia, nonostante il lockdown delle settimane scorse.
Come gli altri, dunque, anche l’Unione dei Comuni Bassa Reggiana ha iniziato da subito a riconvertire i propri servizi destinate alle persone fragili e alle loro famiglie, rimodulando i progetti individuali e le azioni proposte a circa 100 utenti con disabilità che frequentano regolarmente i centri semiresidenziali.
I nuovi percorsi, che proseguono anche nella fase 2 dell’emergenza sanitaria in corso, sono stati pensati e progettati insieme alle cooperative che gestiscono i servizi (Anffas, Coopselios, Coress e Bettolino) attraverso incontri a distanza, su piattaforma web, con le famiglie, gli operatori dei cinque servizi, le assistenti sociali e i responsabili dei servizi sociali dei comuni associati, la giunta dell’Unione, l’azienda Usl e gli assessori, per un totale di 107 persone coinvolte.
“L’obiettivo – spiega Renzo Bergamini, sindaco di Gualtieri e referente dei servizi sociali nella giunta dell’Unione Bassa Reggiana – è quello di soddisfare i bisogni degli utenti rilevati dalle assistenti sociali, raggiungendo il più alto livello di risposte possibili, ossia il maggior numero di persone con disabilità, e garantendo massima sicurezza e tutela della salute a operatori, fruitori dei servizi e famigliari. Al tempo stesso, abbiamo cercato di individuare nuovi strumenti e nuove modalità di lavoro a distanza da integrare con interventi a domicilio, per fare sentire alle persone in condizione di fragilità che ci siamo, che pensiamo a loro.
Un modo per sostenere le famiglie, per non lasciarle sole in un momento così delicato, in cui anche la routine della quotidianità diventa una sfida che può mettere a dura prova le relazioni parentali”.
Ai tavoli di lavoro, composti da famiglie, operatori, tecnici e politici, ognuno ha portato le proprie competenze e, anche nel rispetto delle nuove disposizioni governative nella Fase 2 della lotta al contagio da Covid-19, sono stati predisposti interventi secondo tre diverse modalità: interventi individuali o in piccoli gruppi nelle sedi dei centri diurni (per un massimo di due, tre persone alla volta), interventi a domicilio e interventi a distanza. Tutti sono caratterizzati da una personalizzazione delle proposte sulla base delle esigenze, delle abilità e delle peculiarità dei singoli fruitori.
A domicilio vengono offerte attività in cui la presenza dell’operatore risulta fondamentale o addirittura indispensabile per dare sostegno alla persona con disabilità, come la conversazione, la stimolazione cognitiva (con esercizi, video musicali e di animazione visionati insieme), il potenziamento delle abilità personali (con piccole attività domestiche e di igiene personale, come si lavano le mani e come si mette la mascherina), la conoscenza del paesaggio e del territorio (è stata realizzata, per esempio, la mappatura del territorio con individuazione di luoghi senza barriere dove la persona con l’operatore in questa fase 2 si recherà per conoscerli direttamente, la visita ai musei, ai mercati, nelle biblioteche).
Gli interventi a distanza riguardano soprattutto momenti ludici (con giochi multiplayer online), attività grafiche (come il disegno, l’utilizzo di materiali di riciclo con video-tutorial), letture a distanza realizzate da operatori in video-chiamate di gruppo, visite virtuali a musei famosi, video-tutorial per preparare ricette facili o fare attività motoria.
Gli operatori incontrano a piccoli gruppi gli utenti presso la sede dei rispettivi centri quando, per complessità diverse, risulta importante e indispensabile vedere le persone fuori dal loro domicilio.
“Questa riformulazione e differenziazione dei servizi – precisa la presidente dell’Unione Camilla Verona – è il contributo di tanti soggetti che hanno portato esperienze e competenze diverse e si sono resi disponibili a cambiare le loro modalità di lavoro. È un modo per continuare a costruire azioni positive che ci facciano sentire parte di una comunità. Questo aspetto corale rende ancora più importante ogni azione a favore delle persone più fragili”.
Per garantire la massima sicurezza sia agli operatori socio-assistenziali, sia alle persone con disabilità, l’Azienda Usl ha predisposto di effettuare i tamponi per la rilevazione del Covid 19 a tutti gli utenti che frequentano i centri e i test sierologici rapidi a tutti gli operatori.
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Grazie don Giuseppe per questo ricordo del suo servizio a Santa Maria degli Angeli e di don Mario, che ha ritratto così bene. Quello che avete […]
Ma i commercianti vorrebbero lavorare tutto l' anno...o no?
ok emilia allora è solo per il salvataggio del natale? non capisco bene cosa mi contesti... ripeto e concludo per non far diventare questi sproloqui […]