“Il Coronavirus forse è peggio della guerra, perché il nemico è subdolo, non si vede. Noi partigiani potevamo difenderci”. Lo dice all’agenzia Ansa, nel giorno della festa della Liberazione, Germano Nicolini, l’ex comandante partigiano ‘Comandante Diavolo’, 101 anni il prossimo 26 novembre.
Considerato oggi tra i più grandi simboli e protagonisti della Resistenza nella Seconda Guerra Mondiale, è stato insignito medaglia d’argento al valore militare. Nel dopoguerra il nome di Germano Nicolini si legò per circa 30 anni alla vicenda giudiziaria riguardanete l’omicidio di don Umberto Pessina, parroco di San Martino piccolo di Correggio, dove il prete è sepolto. Germano Nicolini fu perseguitato nei tribunali e ingiustamente incarcerato, e dovette apettare circa 30 anni per avere giutsizia e andare completamente assolto da quei fatti ai quali era estraneo.
“Oggi passerò le celebrazioni in casa come tutti. Starò ad ascoltare quelli che canteranno ‘Bella Ciao’ dal balcone. Spero siano tanti, soprattutto tra i giovani”. E sulle polemiche politiche che si sono scatenate sull’opportunità di scendere in piazza per la commemorazione, il ‘Diavolo’ sentenzia: “Sulle polemiche strumentali e opportunistiche, stendiamo un pietoso velo di silenzio…”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!