Registrato e mixato allo StudioNero di Roma e prodotto da Marta Venturini, è il quinto singolo del cantautore romano. Il quinto singolo, per l’appunto, della sua nuova alba.
Eh già, perché Boreale, con un passato quasi sepolto tra le macerie del punk e del pop, ha virato la rotta rispetto agli anni condivisi con i “Mary In June” e ha già da un po’ intrapreso il suo cammino solista.
<<Una storia vissuta intensamente tra malinconia e stupore, scritta di getto e con tanta pancia>>, così, con lo stesso impulsivo entusiasmo lo raggiungiamo via Skype e ci facciamo spiegare come e quando è arrivata la necessità di sterzare con urgenza:
<<Tutte le canzoni di questa nuova alba, che saranno all’incirca una dozzina e che si concretizzeranno in un album che mi auguro uscirà a novembre, sono nate mentre ero in tour con la mia vecchia band. Suonavamo un genere completamente diverso, ma cominciavo a scrivere testi che poco avevano a che vedere con quel mondo. Un po’ di cose mi stavano cambiando intorno e quindi ho deciso di staccarmi>>.
Con loro non suoni più? A tutti gli effetti sei un solista?
<<Solo un membro del vecchio gruppo è rimasto con me, però no, quel progetto non esiste più: è stata un’esperienza che mi ha dato tantissimo e che porterò sempre nel cuore, mi ha permesso di conoscere Giorgio Canali che ha prodotto il nostro ultimo album insieme e che non dimenticherò mai>>.
Ci sei mai andato a nord dell’equatore terrestre? Perché hai scelto di chiamarti Boreale?
<<Boreale è la brezza di un immaginario che si porta con sé il nome stesso; è colori pastello sparati. Un nuovo modo di scrivere e vivere la musica, molto più intimo e personale. Tutto è nato una sera, mentre stavo guardando Super Quark in TV e hanno fatto vedere un servizio sulle terre del nord e sull’aurora boreale. Io non l’ho mai vista, ma volevo associare questo percorso a quei colori>>.
Anche le copertine dei tuoi singoli sono bellissime e riprendono questo concetto. Sembrano quasi tutte fatte dalla stessa mano, ad eccezione forse di quest’ultima, più “strong”:
<<Sì, quella di “Meraviglia” l’ho fatta io, perché sono anche grafico: me la sentivo addosso e la volevo fare proprio così. Tutte le altre le ha disegnate Valerio Bulla. Ogni copertina è un mondo a sé, ma è anche tutto ciò che racchiude l’intero immaginario che descrive la canzone. Probabilmente, come ti dicevo, forse diventeranno 6/7 i singoli, prima che esca l’album, ma mi piaceva accompagnare man mano questo percorso; desideravo che la gente ascoltasse un po’ per volta tutte le canzoni>>.
Meraviglia è delicata ed energica allo stesso tempo; le sonorità elettroniche prendono il sopravvento e si accostano a quelle morbide ed eleganti del pianoforte. Qual’è stata la variabile che ha innescato la miccia?
«Quando la notte non prendi sonno e non riesci a chiudere occhio, quando pensi a tutte quelle cose che hai perso e a tutte quelle che ancora hai, quando pensi a quella rivoluzione che avevi messo in piedi perché eri convinto che avresti cambiato davvero tutto, quando quei sogni appesi ad un filo cadono giù, quando alla fine comunque la meraviglia è la cosa più vera che ti rimane e capisci che una rivoluzione ha senso solo se a farla si è insieme».
Alessandro, hai un progetto solista fatto di sfumature tenui e video dai toni scuri e saturati. Racconti storie malinconiche, ma le mescoli con un’ironia a tratti pungente. Stai vivendo con dicotomia anche questa quarantena?
<<All’inizio, non che abbia gioito, ma ti rendi conto che per la prima volta hai tantissimo tempo a disposizione da dedicare a te stesso. Ho scritto cose nuove, sto leggendo molto, riesco a vedere una montagna di serie TV che mi interessano e che altrimenti avrei lasciato lì e mi sto dedicando a cose che facevo solo molto tempo fa; come fare il pane, sì! Ad un certo punto però capisci che hai bisogno anche di altro, che hai voglia di fare interviste in radio e non per forza dirette social, che promuovere un singolo da casa non lo avevi mai fatto ed è strano; interessante ma strano. Ho voglia di suonare le mie canzoni dal vivo, farle sentire e cantare al pubblico. Il tour è saltato per questa emergenza, ma spero si recuperi presto. Nel frattempo, mi auguro di riuscire nei prossimi giorni ad entrare in studio, per fare uscire il sesto singolo e poi concentrarmi finalmente sul disco>>.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]