La mattina di lunedì 30 marzo 2020 è deceduto presso la Casa del Clero di Montecchio, dove era ricoverato dal 2012, don Efrem Giovanelli. Nato a Cola di Vetto il 17 settembre 1938, dopo i consueti dodici anni di studi seminaristici a Marola e a Reggio Emilia era stato ordinato sacerdote dal vescovo Beniamino Socche il 29 giugno 1962 e subito inviato come vicario cooperatore presso la parrocchia di Bibbiano. Fu poi parroco di Succiso e Miscoso dal 1966 al 1967 e di Camporella dal 1967 al 1975. Successivamente per don Efrem arrivò la nomina a parroco di Borzano d’Enza (1975-2012), con l’aggiunta degli incarichi di amministratore parrocchiale a Vedriano (1984-2012) e di parroco a Compiano (1993-2012). Nel frattempo, anche per fronteggiare un oneroso carico di famiglia, aveva conseguito l’abilitazione magistrale e, dal 1973 al pensionamento nel 2000, aveva insegnato in varie scuole elementari del Ramisetano e di Ciano, molto apprezzato da colleghi e colleghe per la sua didattica sobria, ma piacevole ed efficace.
Appresa la notizia del lutto, il vescovo Massimo Camisasca ha espresso il proprio cordoglio manifestando la sua vicinanza nella preghiera ai familiari di don Efrem, ai fedeli delle parrocchie di Borzano d’Enza, Compiano e Vedriano e a tutto il presbiterio della Diocesi.
Figlio del mezzadro della parrocchia di Cola, don Efrem si era aperto alla vita all’ombra di don Guerrino Ferrarini, parroco di Cola dal 1912 al 1947, della cui bontà conservava ricordi nitidi e con piacere, anche negli ultimi tempi, li comunicava a chi aveva modo di intrattenersi con lui in conversazione. Anche sacerdoti giovani passati a Cola come collaboratori del parroco anziano e malato avevano lasciato in lui un’impronta particolare, come don Giorgio Canovi e don Clemente Penserini. Ma il suo legame più forte era rimasto con don Francesco Milani che, tra l’altro, si era fatto carico della sua retta seminaristica e gli aveva poi fatto da “padrino” nella celebrazione della prima Messa solenne a Cola.
Amante delle lettere classiche – al liceo traduceva quasi a vista il greco – don Giovanelli teneva anche agli studi tecnologici, arrivando a conseguire nella solitudine di Camporella un diploma di radiotecnico che gli apriva un’ulteriore porta per entrare nelle famiglie anche come parroco. Non solo, ma ottenuto come privatista il diploma di abilitazione magistrale, diventava maestro di ruolo svolgendo così un’importante opera di educatore all’interno della scuola elementare delle sue parrocchie. Si era pure interessato di storia locale con studi sul marchesato di Pietranera e sulla parrocchia di Pieve Saliceto. Motivi di salute l’avevano distolto dall’équipe della Storia della Diocesi.
Con passare del tempo si era fatta un po’ la fama di solitario e come tale, infatti, viveva nella canonica di Borzano, dove, morti la mamma Barbara Caniparoli nel 1978 e il papà Luigi nel 1991, il tempo sembrava essersi fermato da almeno mezzo secolo. Sei anni or sono interveniva anche la morte del fratello Domenico, che condivideva con lui la vita in canonica.
Con la pensione da maestro elementare, nel 2000, iniziavano a farsi sentire acciacchi non leggeri, come un infarto dal quale tuttavia riusciva a riprendersi. Poi l’aggravarsi del quadro clinico ne consigliava, nel 2012, il ricovero presso la Casa del Clero di Montecchio, intervallato da brevi ricoveri ospedalieri.
Don Efrem lascia una sorella, Maria Teresa, suora delle Piccole Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria (Chieppine) attualmente presso una casa di Roma, e un fratello, Igino, missionario saveriano a San Paolo del Brasile.
La salma di don Efrem, alla sola presenza del Vescovo a nome di tutta la Diocesi, riceverà il saluto presso il cimitero di Compiano di Canossa, dove avverrà la tumulazione.
Finita l’emergenza sanitaria, verrà celebrata la Messa di suffragio.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]