La cooperativa sociale Dimora d’Abramo ha reso disponibili in questi giorni, attraverso il proprio sito web (www.dimoradabramo.it), tutte le informazioni atte a contenere la diffusione del contagio da Coronavirus tradotte in 16 delle lingue più diffuse tra i cittadini stranieri presenti nel territorio reggiano.
“Già all’avvio della fase di emergenza e in presenza dei primi provvedimenti adottati dal Governo italiano e dalle autorità sanitarie – spiega il presidente della cooperativa, Luigi Codeluppi – abbiamo assicurato ai richiedenti asilo accolti dalla rete di cui siamo capofila (e che comprende il Ceis e le cooperative sociali Papa Giovanni XXIII e Ballarò) tutta l’assistenza necessaria alla comprensione del fenomeno in atto, delle misure adottate e, soprattutto, all’adozione di tutti i comportamenti individuali atti a tutelare la salute propria, dei conviventi e quella collettiva”.
“Da qui – prosegue Codeluppi – il nostro servizio di mediazione si è poi attivato per realizzare sia messaggi video che audio che fungessero da promemoria per i richiedenti asilo e, contemporaneamente, potessero essere utili all’ampia comunità di cittadini stranieri presente nel nostro territorio”.
Proprio a questo fine, dunque, la cooperativa Dimora d’Abramo ha “caricato” tutti i messaggi audio sul proprio sito web, rendendoli agevolmente fruibili anche da smartphone.
Tre i tipi di messaggi acquisibili, che si riferiscono ad informazioni ampie e generali sul Coronavirus (sintomatologia, istruzioni igienico-sanitarie, ecc) e, ben due, ai comportamenti da assumere, con istruzioni molto imperative sul “restare a casa”, rafforzate dal richiamo alle sanzioni che via via si sono inasprite a carico dei trasgressori.
Le informazioni sono disponibili, oltre che in lingue internazionali come inglese e francese, anche in albanese, arabo, bambarà (Mali e Costa d’Avorio, in prevalenza), bengalese, mandinka e pular (Gambia, Mali, Senegal e Guinea), rumeno, russo, twi (dialetto del Ghana), ucraino, urdu (Pakistan), wolof, (Senegal e Gambia), nouchi e ivoriano (linguaggio di strada e lingua ufficiale della Costa d’Avorio), malinke (Mali e Costa d’Avorio) e bangla.
Nei suoi messaggi, tra l’altro, la Dimora d’Abramo sottolinea che quelli messi a disposizione non sono semplici consigli, ma norme da rispettare rigorosamente.
“L’accoglienza diffusa realizzata nel territorio reggiano – spiega il presidente Luigi Codeluppi – si è rivelata una scelta vincente anche in questa occasione. Da sempre, infatti, consideriamo l’uso di appartamenti dislocati in tutti i comuni della provincia la vera risposta a problemi di integrazione e sicurezza e al perseguimento del benessere dei richiedenti asilo e delle comunità locali e, anche in questa emergenza, è evidente che l’aver evitato grandi strutture d’accoglienza collettiva consente di abbattere i rischi di contagio e di favorire una maggiore consapevolezza tra gli ospiti attraverso una relazione più diretta su piccolissimi nuclei che corrispondono, di fatto, a quelli rappresentati da tutte le famiglie”.
Sul sito della Dimora d’Abramo anche il testo introduttivo e il titolo della sezione in cui sono contenuti gli audiomessaggi è riportato in italiano, inglese, francese e arabo. Gli audiomessaggi sono raggiungibili anche dall’apposito link al sito della cooperativa che è sul sito del Comune di Reggio Emilia.
Anche il Comune di Novellara, tra l’altro, si è avvalso del servizio di mediazione della Dimora d’Abramo per realizzare alcuni videomessaggi (caricati sul sito dell’amministrazione comunale) destinati ad informare e favorire corretti comportamenti contro il contagio da parte della popolazione straniera locale. In particolare, i videomessaggi sono stati realizzati in cinese, araba e punjabi, tenendo conto dell’alta presenza di indiani e pakistani nel territorio comunale.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]