Mercoledì 11 marzo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in un messaggio alla nazione trasmesso in diretta streaming, ha annunciato una nuova stretta alle già rigide misure previste dall’ultimo decreto dello scorso 9 marzo, con nuove restrizioni valide dal 12 al 25 marzo.
È stata infatti disposta, rispetto a quanto già in vigore, anche la chiusura di tutte le attività commerciali e di vendita al dettaglio, ad eccezione dei negozi di generi alimentari, di quelli di generi di prima necessità, delle farmacie e della parafarmacie.
È stata revocata la possibilità di apertura al pubblico di bar, pub, pizzerie, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, che potranno tuttavia continuare a garantire il servizio di consegna a domicilio di cibo e bevande. Stop anche ai servizi di mensa che non possono garantire la distanza di un metro tra una persona e l’altra. Dovranno chiudere, inoltre, le attività di servizi alla persona come parrucchieri, barbieri e centri estetici, ad eccezione delle lavanderie/tintorie, dei servizi di pompe funebri e attività connesse. Aperti invece tabaccai, benzinai ed edicole.
Per quanto riguarda le attività produttive e le attività professionali, il premier ha ribadito che “va incentivata il più possibile la modalità di lavoro agile e vanno incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti”. Industrie e fabbriche potranno continuare a svolgere le loro attività produttive a condizione che assumano protocolli di sicurezza adeguati a proteggere i propri lavoratori, al fine di evitare il contagio. Dovranno invece essere sospese le attività dei reparti aziendali non strettamente indispensabili alla produzione.
Resta comunque garantito lo svolgimento dei servizi pubblici essenziali, tra cui i trasporti, i servizi di pubblica utilità, i servizi bancari, postali, finanziari, assicurativi e tutte le attività necessarie per il corretto funzionamento dei settori ancora rimasti in attività. Saranno garantite le attività del settore agricolo, zootecnico, di trasformazione agroalimentare, comprese le filiere che offrono beni e servizi rispetto a queste attività.
“La regola madre rimane la stessa”, ha detto Conte: “Dobbiamo limitare gli spostamenti alle attività lavorative, per motivi di salute o per motivi di necessità come il caso di fare la spesa. È importante essere consapevoli che abbiamo cominciato da poco a cambiare le nostre abitudini, l’effetto di questo nostro grande sforzo potremo vederlo solo tra poche settimane, un paio di settimane”.
Nessuno, quindi, “deve pensare che già nei prossimi giorni potremo misurare l’impatto di queste misure. Per avere un riscontro dovremo attendere un paio di settimane. Se i numeri dovessero continuare a crescere, cosa niente affatto improbabile, non significa che dovremo affrettarci a varare subito nuove misure. Non dobbiamo fare una corsa cieca verso il baratro, dobbiamo essere lucidi, misurati, rigorosi, responsabili”.
A breve, inoltre, l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri sarà nominato commissario delegato per potenziare la risposta delle strutture ospedaliere a quest’emergenza sanitaria: avrà ampi poteri di deroga e lavorerà per rafforzare soprattutto la produzione e la distribuzione di attrezzature per terapie intensive e sub-intensive. Arcuri avrà anche il potere di creare nuovi stabilimenti per la produzione di tali attrezzature e per sopperire alle carenze fin qui riscontrate.
Ultimi commenti
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]