Venerdì 6 marzo a Bologna il presidente della Regione Emilia-Romagna ha sottoscritto, assieme alle parti sociali (organizzazioni sindacali e associazioni imprenditoriali) riunite nel Patto per il lavoro, l’accordo che sblocca la cassa integrazione in deroga per i lavoratori e le lavoratrici del territorio, una misura per ridurre gli impatti negativi su lavoratori e imprese della crisi legata al blocco o alla riduzione di molte attività produttive a causa dell’epidemia di Coronavirus – che fin qui ha contagiato oltre 700 persone nella sola Emilia-Romagna.
Si tratta di 38 milioni di euro, già nella disponibilità della Regione, che le aziende potranno utilizzare per attivare gli ammortizzatori sociali nelle situazioni di crisi e garantire così la continuità di reddito ai lavoratori e alle lavoratrici. Il provvedimento potrà essere utilizzato da tutte le tipologie di imprese presenti sul territorio, compresi gli appaltatori di opere o servizi e le società cooperative.
“È il primo accordo del genere che viene firmato in Italia: dobbiamo continuare ad agire uniti e a dare risposte veloci e condivise”, ha spiegato il presidente Bonaccini, annunciando per i prossimi giorni altri provvedimenti per famiglie, imprese, lavoro e investimenti legati al piano da 7,5 miliardi del governo.
Secondo l’accordo la cassa integrazione in deroga decorre retroattivamente dal 23 febbraio scorso e avrà la durata di un mese: possono accedervi in deroga i datori di lavoro del settore privato e le unità produttive od operative situate in Emilia-Romagna, a beneficio dei lavoratori subordinati il cui rapporto di lavoro sia stato sospeso in tutto o in parte o a cui sia stato ridotto l’orario di lavoro a causa degli effetti conseguenti alle ordinanze della Regione e del governo nazionale.
L’accordo vale anche per le imprese con unità produttive esterne all’Emilia-Romagna, ma con lavoratori subordinati residenti o domiciliati sul territorio della regione, che abbiano subito restrizioni di carattere sanitario. Sono esclusi, invece, i datori di lavoro domestici. Nel caso in cui il datore di lavoro sia una società cooperativa, possono accedere agli ammortizzatori anche i soci lavoratori con contratto di lavoro subordinato.
“Siamo la prima Regione a siglare un accordo di questo genere”, ha dichiarato l’assessore regionale allo sviluppo economico e al lavoro Vincenzo Colla: “La firma dell’accordo, avvenuta dopo il confronto di ieri in videoconferenza con il ministro del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo, dimostra ancora una volta la capacità di fare squadra di questa regione, anche e soprattutto nei momenti di difficoltà. Si tratta di una prima risposta concreta a tutela dei lavoratori e delle imprese chiamate a una particolare situazione di resilienza e a cui vogliamo mostrare la nostra vicinanza”.
I datori di lavoro potranno accedere alla cassa integrazione in deroga solo se impossibilitati a fruire in concreto degli ammortizzatori ordinari (Cigo, Cigs, Fis e Fondi di solidarietà bilaterale), nonché dei diversi ammortizzatori in deroga di cui all’art 17 del D.L. n 9/ 2020, anche perché ne hanno già fruito nei limiti massimi previsti. I beneficiari dovranno invece essere lavoratori dipendenti alla data del 23 febbraio 2020.
Potranno accedere alla Cig in deroga anche i lavoratori dipendenti da datori di lavoro che dispongono ancora di ammortizzatori “ordinari” ma che non sono in possesso dei requisiti soggettivi di accesso agli stessi, come per esempio quelli con un’anzianità aziendale inferiore a 90 giorni.
I lavoratori subordinati potranno accedono con qualunque forma contrattuale, mentre per quelli a termine l’intervento di sostegno al reddito terminerà al momento della cessazione del rapporto di lavoro. I lavoratori somministrati potranno accedere alla Cig in deroga se prestano l’opera presso un datore di lavoro beneficiario di ammortizzatori anche ordinari per i propri dipendenti, mentre per quelli intermittenti vale – nei limiti delle giornate di lavoro concretamente effettuate – come emergenti secondo la media dei tre mesi precedenti.
I lavoratori agricoli potranno accedere nei limiti delle giornate di lavoro svolte nello stesso periodo dell’anno precedente oppure, se l’attività è iniziata in seguito, si farà riferimento alle giornate in cui si è lavorato di più, nei tre mesi precedenti.
I datori di lavoro che non possono accedere concretamente al fondo saranno ammessi alla deroga immediatamente, in attesa del decreto nazionale che allargherà l’accesso al Fondo di integrazione salariale (Fis), che finanzierà la deroga su tutto il territorio nazionale per altri due mesi, come annunciato dal ministro Catalfo.
La domanda dovrà essere presentata attraverso il sistema informativo dell’Agenzia per il lavoro regionale, anche attraverso i soggetti abilitati dalla normativa nazionale, allegando l’accordo e il modulo di autodichiarazione sul rispetto dei requisiti di accesso, reso disponibile dell’Agenzia stessa.
Le domande, già compilate con le informazioni inserite nell’applicativo Sare, dovranno essere stampate attraverso l’apposita funzionalità, firmate dal legale rappresentante del datore di lavoro, essere in regola con la vigente normativa in materia di bollo e inviate via posta elettronica certificata all’indirizzo: arlavoro.servipl@postacert.regione.emilia-romagna.it. L’Agenzia inoltrerà il provvedimento di autorizzazione all’Inps.
L’Agenzia regionale per il lavoro e la direzione regionale dell’Inps procederanno al costante monitoraggio dell’utilizzo delle risorse finanziarie. I firmatari si incontreranno nuovamente qualora emergessero casi non disciplinati dall’accordo. La Regione metterà anche a disposizione un rapporto di monitoraggio.
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buffon sei il numero uno del pianeta terra
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!