Secondo gli esponenti delle sigle sindacali Giovanni Trisolini, Vito Bonfiglio e Leonardo Cannizzo “non passa giorno ormai che non si verifichino eventi critici la cui gestione difficoltosa espone il personale non solo di polizia penitenziaria a seri pericoli per la propria incolumità”.
L’attuale sezione destinata alla gestione di soggetti particolarmente pericolosi, per i sindacati, “si è rivelata fallimentare per il semplice fatto che la presenza di tale sezione vede l’elevata concentrazione di soggetti problematici ben oltre il numero previsto inizialmente”. Tutte le 20 camere (sez. art. 32 + accoglienza), infatti, oggi risultano occupate da detenuti particolarmente pericolosi.
Le restanti quattro camere, invece, sono destinate ai detenuti posti in isolamento disciplinare. Per le organizzazioni sindacali gli istituti penali reggiani, “storicamente caratterizzati da numerose iniziative ricreative, scolastiche e formative volte al reinserimento dei ristretti, sono fortemente penalizzati da tali insostenibili situazioni che inficiano il complessivo buon andamento dell’istituto”.
“Infatti risulta essere alto il burn-out del personale, oramai esasperato da tale situazione, che conseguentemente determina un elevato numero di assenze dal servizio. È giunto il momento di invertire la rotta! Chiediamo pertanto ai vertici dell’amministrazione penitenziaria di intervenire urgentemente riducendo la capienza della sezione ex art. 32 redistribuendo anche presso altri istituti i detenuti pericolosi”.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]