Sono iniziati i lavori di riqualificazione del settecentesco palazzo San Giorgio di via Farini, antico collegio dei Gesuiti e attuale sede della biblioteca Panizzi.
Gli interventi, che si succederanno nel corso dell’estate e dell’autunno, hanno l’obiettivo di rinnovare gli spazi adeguandoli alle esigenze di un servizio bibliotecario in continua evoluzione. La biblioteca verrà infatti trasformata in una vera e propria "città del sapere" maggiormente accessibile, accogliente e potenziata rispetto alla fluidità del proprio sistema distributivo, attraverso un’operazione di restauro e rifunzionalizzazione degli spazi che permetterà di valorizzare maggiormente gli elementi storici dell’antico complesso gesuitico.
"In questi quattro anni di mandato abbiamo scelto di fare, nell’ambito delle politiche culturali, un investimento di diversi milioni di euro per valorizzare alcuni luoghi di interesse storico e culturale in città, in particolare in centro storico: la riqualificazione del teatro Ariosto, il recupero dei chiostri di San Pietro, l’imminente completamento dei musei e ora il restyling della Panizzi. Entro un anno restituiremo inoltre la sala Verdi alla città – ha detto oggi il sindaco di Reggio Luca Vecchi illustrando le opere della biblioteca alla stampa – Si tratta di una grande operazione di valorizzazione del centro storico e della sua attrattività. Basti pensare che solo la Panizzi ogni giorno è frequentata da 1500-1600 persone. La biblioteca è infatti un grande riferimento per la città, anche grazie alla professionalità e competenza delle persone che ci lavorano e che hanno permesso di mantenere livelli di eccellenza nel tempo. Il progetto attualmente in corso permetterà di rilanciare ulteriormente la biblioteca".
"Obiettivo dell’intervento – ha aggiunto il direttore della Panizzi Giordano Gasparini – è ripensare gli spazi e i servizi e ampliare le aree a disposizione del pubblico. La loggia ad esempio da corridoio di passaggio diventerà uno spazio pubblico con accesso diretto al cortile. Al primo piano verrà invece realizzato uno spazio polivalente di nuova concezione rispetto a una biblioteca tradizionale, che avrà aree tematiche dedicate ad argomenti quali viaggi, giardinaggio, cucina. Nel complesso amplieremo l’offerta di posti studio a circa 300".
GLI INTERVENTI – Il progetto prevede interventi che interessano soprattutto il piano terra di palazzo San Giorgio e sono tesi alla "riconfigurazione di tutto il sistema di accoglienza e apertura della biblioteca verso la città" mediante il restauro e la connotazione dell’ingresso da via Farini; la valorizzazione della galleria orientale – quella più prossima all’ingresso – quale spina dorsale del sistema distributivo; il restauro della Loggia Ferraroni, opera pregevole compiuta in stile ‘barocchetto’ dal 1717 dall’architetto reggiano Giovan Maria Ferraroni (lavorò fra l’altro alla Reggia estense di Rivalta, alla chiesa di San Michele Arcangelo a Pieve Modolena e a palazzo Masdoni), ala sud del piano terra che si affaccia sul giardino centrale e che è destinata a ospitare la nuova emeroteca e dove sono già state avviate le prime opere per riconnetterla direttamente al cortile grazie alla demolizione delle tamponature murarie incongrue costruite tra Otto e Novecento.
L’intervento su palazzo San Giorgio prevede anche la ridefinizione integrale dei due volumi che ospitano i servizi igienici, che saranno resi interamente accessibili e fruibili anche da portatori di disabilità e attrezzati per le esigenze di genitori con lattanti e bambini 3-6 anni. Il progetto prevede inoltre alcuni interventi al primo piano: l’attuale Sala Riviste (antica Sala della Congregazione degli artisti) sarà destinata a Sala Polivalente, mentre gli attigui servizi igienici saranno a loro volta riprogettati e resi fruibili anche da portatori di disabilità. L’ala settentrionale di questo piano, rivolta verso via Malta, sarà riconsegnata ai fruitori nella sua interezza, mediante l’eliminazione di due pareti vetrate che ad oggi negano la fluidità dei percorsi.
Il progetto di restauro e risanamento conservativo – realizzato dall’architetto Francesca Rovani del servizio Ingegneria del Comune, insieme con gli ingegneri Ermes Torreggiani e Matteo Tanzi, e approvato dalla giunta a fine 2016 – comporta un investimento di circa 470mila euro, finanziato con risorse comunali.
Durante il cantiere tutte le collezioni resteranno accessibili al pubblico. A riguardo, sia attraverso i pannelli informativi collocati in biblioteca, sia attraverso sito e canale FB della Panizzi, gli utenti possono essere costantemente aggiornati sulle nuove collocazioni dei materiali e sull’avanzamento del cantiere.
LOGGIA FERRARONI E NUOVA EMEROTECA – L’intervento più importante del progetto di riqualificazione di palazzo San Giorgio riguarda la Loggia Ferraroni – di particolare eleganza, pregevole valore formale e interessante composizione architettonica – dove è in corso un restauro volto a ripristinare il sistema di collegamenti verso il giardino interno principale del palazzo, così come si presentava originariamente, con l’eliminazione dei tamponamenti in muratura realizzati tra Ottocento e Novecento.
In questo modo il cortile interno al palazzo, dell’ampiezza di 19 per 38 metri, riacquisterà il ruolo che aveva nel progetto del Settecento, quando si distingueva come cuore di palazzo San Giorgio, direttamente collegato alla Loggia Ferraroni. Lo spazio riqualificato ospiterà l’emeroteca che, dalla Sala delle Congregazioni degli artisti, situata al primo piano, si sposterà appunto al piano terra.
In passato la Loggia, che è caratterizzata dalla presenza di otto campate, aveva principalmente funzione di collegamento distributivo tra la galleria occidentale del palazzo e quella orientale aperta sull’ingresso principale di via Farini, ossia tra i locali originariamente destinati ai padri Gesuiti e quelli destinati alle congregazioni e alle scuole. In seguito, ai primi del Novecento, le campate della Loggia furono in parte tamponate per ottenere una galleria chiusa.
Ora la demolizione totale della muratura di tamponamento non appartenente all’impianto settecentesco riporterà alla luce gli elementi compositivi peculiari e le modanature originarie. A questa fase seguirà quella del ripristino delle superfici, con la rimozione degli strati incongrui di tempera per restituire l’originale cromia. Al posto delle murature abbattute, in corrispondenza di ciascuna delle otto campate saranno posizionate pareti vetrate (altezza di circa 4,3 metri, larghezza circa 3,4 metri), che manterranno la connotazione di ambiente interno e allo stesso tempo metteranno nuovamente in dialogo loggia e cortile: sei vetrate saranno fisse e due ad anta apribile e corredate da rampe in metallo per l’accesso diretto al livello del cortile.
Gli interventi prevedono anche la demolizione della scala ottocentesca, consentendo di riportare alla luce alcuni elementi del basamento, fino ad ora celati dalla struttura portante delle rampe gemelle, e di ricostituire l’intera galleria distribuita su otto campate per una lunghezza complessiva di 37 metri, una larghezza di 3,7 metri e un’altezza di poco più di 5 metri.
Allo scopo di lasciare traccia di un elemento che per anni ha connotato gli ambienti della loggia verrà conservata l’apertura di collegamento tra il ballatoio superiore delle rampe gemelle e lo scalone monumentale: il varco, collocato a circa tre metri dalla pavimentazione, verrà chiuso da un parapetto in metallo, coadiuvato da una vetrata che ne garantirà la sicurezza. Si realizzerà in questo modo un affaccio che permetterà di cogliere la prospettiva dell’intero volume settecentesco della loggia da una quota sopraelevata.
Dall’esterno, cioè dal cortile, il prospetto della Loggia riacquisterà la sua leggibilità. E, sul piano formale, riemergerà con chiarezza la ritmata scansione architettonica e decorativa in cui si sviluppa la Loggia: colonna-parasta-colonna verso il cortile e, specularmente, lesena-parasta-lesena (parasta: pilastro contenuto in una parete e parzialmente sporgente da essa; lesena: pilastro sporgente dalla parete, ma con funzione decorativa, ripetuto ritmicamente).
E’ interessante notare l’equilibrio formale della struttura: l’interasse di due delle campate corrisponde all’altezza dell’intero corpo, dando luogo così ad uno schema nascosto di quadrato perfetto.
Lo stile ‘barocchetto’, e quindi meno sobrio, ma comunque ‘sorvegliato’, rispetto alla sobrietà quasi austera del resto del grande palazzo (nello stile e rigore degli studi e delle scuole gesuitici) si spiega probabilmente con il fatto che la funzione originaria della Loggia Ferraroni era quella di essere collegamento fra l’esterno, la città e la sua realtà sociale e culturale, e l’interno, cioè la comunità gesuitica.
Il rifacimento della pavimentazione avverrà mediante il riutilizzo di parte del cotto attuale che sarà integrato con altri conci di eguale misura e cromia. Verrà inoltre installato un nuovo sistema di riscaldamento a pavimento e saranno rinnovati gli impianti elettrici e di illuminazione, oltre all’arredo interno, con canoni aggiornati, inseriti e in armonia con la composizione architettonica e decorativa.
Il tutto, per valorizzare il linguaggio compositivo architettonico della Loggia, ritrovato a seguito del restauro.
Anche il sistema degli arredi sarà riqualificato con il posizionamento di unità riviste con annesso spazio archivio annuale e di alcune postazioni utenti.
A seguito del restauro, la loggia acquisirà quindi una nuova destinazione d’uso: il rinnovamento totale dei complementi d’arredo provvederà ad adeguare la sala ad una funzione, non più di galleria di transito, ma di ambiente informale e accogliente volto alla nuova collocazione della sala Emeroteca, dedicato alla lettura dei giornali ma anche alla fruizione della luminosa galleria attraverso comode sedute.
NUOVO INGRESSO E NUOVA AREA ACCOGLIENZA – L’intervento sulla zona di accesso alla biblioteca punta a ridefinire con forza lo spazio, rendendolo capace di segnare il passaggio dall’esterno alla "città del sapere". Il progetto prevede una riconfigurazione complessiva dell’atrio di accesso e dell’area dell’accoglienza, recuperando il valore storico originario degli ambienti e delle superfici. L’intervento comprende il restauro del portone di accesso, la sostituzione delle porte vetrate con porte scorrevoli e l’apertura di due varchi di accesso diretto al cortile. Verrà inoltre interamente rinnovata la zona di accoglienza e informazione e saranno ripensate le aree di promozione delle iniziative sia della biblioteca che della città, anche grazie alla collocazione di nuovi arredi arricchiti da alcune sedute informali per l’attesa e la sosta. Sempre nello spazio di accoglienza, verrà realizzata una "estensione della Loggia Ferraroni" tramite il prolungamento del ballatoio esistente e la collocazione, in questo nuovo spazio sopraelevato, di postazioni informatiche per la consultazione e la ricerca.
IL PRIMO PIANO – Nella grande Sala della Congregazione degli artisti al primo piano, che attualmente ospita l’emeroteca, sarà realizzato un innovativo spazio polifunzionale, inserito nei percorsi della pubblica lettura. Obiettivo è trasformare uno spazio finora statico e di sola consultazione in un ambiente polivalente: una sala in cui mettere a disposizione degli utenti ulteriore materiale sotto forma di isole tematiche, uno spazio di maggiore riconoscibilità, data da nuovi arredi che ne valorizzeranno l’aspetto sociale e adatto ad accogliere piccoli eventi culturali, incontri, spettacoli. Studiati per adeguarsi alla nuova funzione di sala polivalente, i nuovi elementi di arredo coniugheranno l’utilizzo della sala come ‘location’ per eventi di vario genere e per l’accoglienza di una platea di pubblico.
Sempre al primo piano, sono inoltre previsti interventi anche nella galleria settentrionale, dove sarà eliminata la doppia partizione vetrata, che oggi impedisce una fruizione fluida dell’intero piano.
SERVIZI IGIENICI – Una parte considerevole degli interventi previsti nel progetto di restauro riguarderanno alcuni servizi igienici della biblioteca.
Saranno tre i blocchi di servizi igienici interessati dai lavori, progettati con la priorità di rendere accessibili gli spazi a tutti i fruitori, portatori e non di disabilità, di consegnare locali caratterizzati da dotazioni impiantistiche, spazi, caratteristiche dimensionali e accessori di eccellenza, in grado rispondere anche alle nuove esigenze dei fruitori (zona allattamento, fasciatoi per neonati, servizi igienici per uso autonomo dei fruitori 3-6 anni come da soluzioni utilizzate dalle scuole e nidi d’infanzia di Reggio Emilia).
Nello specifico si tratta dei servizi igienici situati al piano terra nell’ala nord, accanto allo scalone monumentale e al vano ascensori, e in prossimità dell’ala ovest che si affaccia sul cortile minore verso via Guido da Castello. Il terzo blocco oggetto di riprogettazione infine sarà al primo piano, nella galleria orientale accanto alla Sala della Congregazione degli artisti, quindi alla futura sala polivalente.
SALA YOUNG ADULTS – A corredo degli interventi architettonici, è stata avviata una revisione e riorganizzazione del patrimonio a scaffale aperto su tutto il piano, che vedrà inoltre la realizzazione di uno spazio, ad oggi assente, dedicato ai ragazzi più grandi, una sala young adults destinata a dare spazio alla fascia degli adolescenti e a raccogliere le proposte di lettura e visione a loro dedicate.
COSTRUZIONE DI PALAZZO SAN GIORGIO. Ubicato all’angolo di un’antica insula romana, palazzo San Giorgio si erge nell’isolato compreso tra via Farini, via Malta, via Guido da Castello e l’antico alveo del torrente Crostolo, oggi corso Garibaldi. L’edificio, la cui realizzazione si deve alla volontà dei padri Gesuiti, trovò la sua collocazione ideale in un’area strategica della città in cui forte era la presenza di importanti cantieri, un sito in linea con la vocazione all’insegnamento caratterizzante l’ordine gesuitico: fu il rettore del preesistente collegio, padre Giovanni Paolo Scaratti, a decidere nel 1700 la costruzione di una nuova sede da collocare proprio di fronte alla chiesa di San Giorgio, edificata a partire dal 1638 dagli stessi padri gesuiti. Il progetto fu affidato all’architetto bolognese Giuseppe Torri: i lavori, iniziati nel 1701, si conclusero nel 1720. Da allora un’evoluzione storica ricca e articolata ha coinvolto il palazzo, trasformandone le caratteristiche architettoniche e le modalità di utilizzo fino alla collocazione al suo interno della Biblioteca comunale intitolata ad Antonio Panizzi.
LA LOGGIA SETTECENTESCA. Del complesso edificio progettato per svilupparsi su quattro lati avvolti intorno a un cortile centrale, l’ala sud fu l’ultima struttura a essere realizzata tra il 1717 e il 1719: la Loggia, a differenza degli altri tre lati dell’edificio, fu innalzata su due soli livelli (piano rialzato, primo piano, oltre al sottotetto) e aperta al piano terra direttamente verso il cortile centrale. La nuova ala doveva dare "grande ornamento al Cortile Nobile e grande comodità per girare intorno a tutti li piani del Collegio".
Il disegno della struttura fu realizzato dall’architetto Giovan Maria Ferraroni, detto Brighi (1662-1755), attivo soprattutto nel territorio reggiano e distintosi per alcuni importanti progetti, tra cui spicca la villa ducale di Rivalta, voluta da Francesco III d’Este e Carlotta d’Orleans. Il Ferraroni del resto seguì fin dall’inizio i lavori di erezione di palazzo San Giorgio.
Nonostante la sua tardiva realizzazione, probabilmente dovuta alla difficoltà di recuperare il sedime per la sua costruzione, la struttura della loggia e le sue funzioni erano già state previste dai progetti iniziali di palazzo San Giorgio. L’ala sud tuttavia fu caratterizzata da una connotazione stilistica ben diversa dai restanti volumi dell’edificio, i quali prospettavano sul cortile con facciate sobrie e di maggiori dimensioni. L’alzato della loggia presentò infatti una scansione geometrica ben precisa e misurata, realizzata attraverso uno schema nascosto basato sul quadrato ma movimentato e segmentato da molteplici ritmi orizzontali; inoltre, la galleria venne scandita da un ordine gigante ionico, completato al piano terra da semicolonne doriche e al primo piano dalle finestre orecchiate e balconate.
DA COLLEGIO A SEDE DELL’ARCHIVIO. A seguito della soppressione della Compagnia di Gesù da parte di papa Clemente XIV, palazzo San Giorgio venne affidato nel 1774 ai canonici regolari del Santissimo Sacramento e nel 1789 al Comune: l’ente vi collocò in un primo tempo l’Archivio della Comunità e alcuni uffici amministrativi, per poi destinare la struttura a sede del Ginnasio. Nel 1790 iniziò in questo modo un processo di notevole trasformazione della Loggia, attraverso una serie di interventi volti ad adeguarla alle nuove funzioni.
Nuove consistenti modifiche furono realizzate diversi decenni dopo, in un arco temporale che va dal 1824 ai primi anni del Novecento. Una fotografia del 1910 mostra uno spazio profondamente trasformato, a partire dalla tamponatura delle campate al piano terra: un setto murario spesso circa 20 centimetri edificato con l’intento di chiudere gli spazi della galleria verso il cortile e di trasformare il loggiato in un vero e proprio ambiente interno. Inoltre, allo scopo di creare un collegamento diretto tra il piano terra della loggia e il piano ammezzato dello scalone sud occidentale, si decise di realizzare un’ulteriore scala a doppia rampa.
LA BIBLIOTECA COMUNALE. Nel 1796, il clima della neonata Repubblica Reggiana condusse all’istituzione all’interno di palazzo San Giorgio della Biblioteca comunale, composta da una dotazione libraria costituita dai fondi librari delle soppresse congregazioni religiose e dai duplicati delle biblioteche ducale e universitaria di Modena. Nel 1970, con il trasferimento in altra sede dell’Archivio di Stato, i locali della Loggia furono liberati e dal 1978 destinati a ospitare la nuova sezione di pubblica lettura a scaffali aperti.
Negli anni 1997-1998, contestualmente ad altri ambienti di palazzo San Giorgio, la Loggia fu infine interessata da interventi di ripristino e di consolidamento, resi necessari dai danni causati dal terremoto dell’ottobre 1996.
Ultimi commenti
Ma i commercianti vorrebbero lavorare tutto l' anno...o no?
ok emilia allora è solo per il salvataggio del natale? non capisco bene cosa mi contesti... ripeto e concludo per non far diventare questi sproloqui […]
ho la quasi certezza che se un reggiano autocnono, prova anche solo a reagire come fanno spessissimo questi nostri nuovi amatissimi e alacri cittadini italiani,