“Nei prossimi giorni, con la dovuta cautela, con la dovuta gradualità, riprenderò un cammino interrotto il 27 di giugno. Questo lo devo innanzitutto a chi a maggio mi ha rinnovato la mia fiducia”. Così il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, sulla possibilità di tornare nel municipio del Comune in provincia di Reggio Emilia.
All’indomani della sentenza della Cassazione che ha revocato l’obbligo di dimora, Carletti dichiara che “riassaporare dopo cinque mesi il gusto della libertà è una sensazione indescrivibile”. “Da domani ritornerò al silenzio”, “per il doveroso rispetto di chi sta ancora conducendo le indagini e soprattutto delle famiglie e dei minori coinvolti”, dice riferendosi all’inchiesta della Procura reggiana sui presunti affidi illeciti in Val d’Enza. “Quando si ha la coscienza a posto si trova la forza per andare avanti. Non ce l’avrei mai fatta senza il sostegno della mia famiglia, degli avvocati, di tantissimi cittadini”.
La lettera del sindaco Andrea Carletti. Il pensiero del primo cittadino di Bibbiano Andrea Carletti affidato ai social. “27 giugno – 3 dicembre 2019 un periodo che difficilmente dimenticherò, durante il quale ho toccato da vicino il significato vero, profondo della parola libertà.
Il giorno dopo una delle tante serate trascorse in Comune vieni svegliato e in poche ore, dalle Alpi alla Sicilia, diventi il mostro, l’orco di Bibbiano. La tua pagina Facebook è sommersa da insulti e minacce di morte rivolte non solo a te ma alla tua famiglia, a tuo figlio. Insulti e minacce di morte che riempiono anche le pagine social di “autorevoli” figure istituzionali a livello nazionale.
Il procuratore Mescolini il giorno dopo, in occasione della conferenza stampa, chiarisce la mia posizione, ma la verità sembra interessare a pochi. Ormai la macchina del fango è partita: un mix di falsità, odio, ignoranza, ipocrisia con tanti obiettivi ma non sicuramente quello della verità e del bene dei minori.
Dopo pochi giorni la sentenza di condanna era già stata emessa: i vili barbari del web chiedevano “in nome del popolo” il pubblico linciaggio degli indagati, sindaco in testa, se poi il sindaco è del Pd ancora meglio. È stata dura, durissima reggere un clima così pesante, così violento, è stata una sofferenza incredibile vedere ogni giorno gli attacchi indegni di un Paese civile nei confronti dei bibbianesi, della comunità di Bibbiano.
Ma la consapevolezza di avere sempre operato con onestà e correttezza e il sostegno di tanti bibbianesi, di tantissime persone, della mia comunità politica e la straordinaria reazione della mia giunta e dell’intero Consiglio comunale, mi hanno dato la forza per non mollare.
Lo so è solo un primo passo, ma riassaporare dopo 5 mesi il gusto della libertà è una sensazione indescrivibile. Da domani ritornerò al silenzio, non perché non abbia delle cose da dire, anzi, ma per il doveroso rispetto di chi sta ancora conducendo le indagini e soprattutto delle famiglie e dei minori coinvolti. Affronterò, insieme ai miei avvocati, che ringrazio, le prossime fasi giudiziarie come ho sempre fatto dall’inizio, a schiena dritta e con piena fiducia di veder presto riconosciuta la mia estraneità rispetto alle presunte irregolarità amministrative che mi vengono contestate”.
Il prefetto: può tornare a fare il sindaco. “Dopo la revoca delle misure, Andrea Carletti da oggi può tornare a fare il sindaco in municipio a Bibbiano, nel pieno delle sue funzioni”, lo ha detto il Prefetto di Reggio Emilia, Maria Grazia Forte. “Tecnicamente poteva già farlo quando il 20 settembre scorso gli sono stati revocati gli arresti domiciliari”, ha poi concluso.
Il verdetto della Cassazione. La Cassazione ha revocato l’obbligo di dimora nei confronti di Andrea Carletti, il sindaco Pd di Bibbiano, indagato per lo scandalo ‘Angeli e Demoni’ sul presunto sistema di affidi illeciti di minori scoppiato in Val d’Enza, in provincia di Reggio Emilia, nel giugno scorso quando il primo cittadino venne arrestato con la misura dei domiciliari.
A distanza di sei mesi ora è tornato libero. In attesa delle motivazioni, la Cassazione avrebbe deciso per la revoca sentenziando che non sussistevano le condizioni per l’arresto e quindi per una misura cautelare. Il sindaco era stato sottoposto agli arresti domiciliari e poi all’obbligo di dimora proprio nell’ambito dell’inchiesta sugli affidi dei minori. La Suprema Corte era stata chiamata a decidere se accogliere la richiesta di revoca dell’obbligo di dimora cui il sindaco di Bibbiano è sottoposto dal 20 settembre, giorno in cui un ricorso contro la decisione del Riesame aveva sì revocato i domiciliari per il sindaco di Bibbiano, disponendo però per lui l’obbligo di dimora ad Albinea dove vive con la famiglia.
Martedì mattina a Roma c’è stata l’udienza in cui si è discussa l’istanza dei legali accompagnati dallo stesso Carletti. Il primo cittadino, sospeso in questo ruolo dall’inizio di luglio, vuole affrontare l’eventuale processo da uomo libero. Processo che non tarderà ad iniziare. Ventinove gli indagati nel fascicolo d’inchiesta che mira a far luce su presunti affidi illeciti di minori in val d’Enza; tra questi, appunto, Carletti, per abuso d’ufficio e falso riguardo all’affidamento di spazi per la cura di minori senza evidenza pubblica.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]