La lotta ai cambiamenti climatici, la tutela e il contenimento del consumo di suolo e l’uso sostenibile del territorio sono sfide complesse che richiedono scelte in grado di andare oltre i singoli territori comunali. In armonia, il tutto, con la nuova legge urbanistica della Regione Emilia-Romagna.
Per mettere al centro il futuro del territorio, Modena, Parma, Piacenza e Reggio Emilia, i quattro capoluoghi dell’Emilia Occidentale, una delle zone economicamente e socialmente più avanzate d’Europa, hanno deciso di condividere azioni e strategie che vadano in questa direzione.
L’accordo, appena definito, interessa la pianificazione e gestione di un territorio che rappresenta complessivamente una superficie di 792 Kmq e un valore aggiunto pari a 65,56 miliardi, di cui 35,67 in termini di export.
Cosa si propongono, le quattro città, con questa intesa? La condivisione dei progetti strategici, la valorizzazione delle eccellenze locali, la coesione sociale, il contrasto al cambiamento del clima: sono queste le parole chiave dell’accordo, che rappresentano un modo innovativo di interpretare crescita e pianificazione. A partire dalle città, fondamentali motori dello sviluppo, e si allarga all’intero territorio. E a cominciare proprio dai quattro Piani urbanistici generali, oggi in fase di adeguamento così come previsto dalla legge urbanistica regionale, strumenti fondamentale per definire obiettivi e interventi capaci di innescare processi di cambiamento e fare sistema nell’ottica dello sviluppo sostenibile.
Giancarlo Muzzarelli (Modena). La Legge regionale 24/2017 è una legge urbanistica importante, che ha già consentito al Comune di Modena di tagliare tanta espansione, sino a 150 ettari. Ora dobbiamo fare il Piano Urbanistico Generale, è per noi un impegno importante e urgente, per dare risposte innovative ai temi della sostenibilità e ai cambiamenti climatici, che sono prioritari. I Comuni dell’Emilia, avendo caratteristiche molto simili, possono farlo meglio insieme.
Federico Pizzarotti (Parma). L’Area Vasta, oggi, è più vicina. Fino a qualche anno fa unire le forze tra le città emiliane poteva sembrare un discorso utopico, più un sogno che la realtà, oggi siamo a un passo in più verso quel sogno. L’obiettivo che corre tra Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Modena è di unire le energie e le risorse per offrire ai nostri concittadini e alle persone che verranno in Emilia un polo di eccellenze messe a frutto in modo unitario. Oggi il campo è quello dell’urbanistica, ma la speranza è che questo campo possa allargarsi ancora: se continueremo a fare squadra saremo più forti.
Luca Vecchi (Reggio Emilia). Con questo passaggio le quattro città capoluogo dell’Emilia occidentale siglano un patto inedito di cooperazione in campo urbanistico che non ha precedenti. I capisaldi rilevanti, a mio parere, sono principalmente tre: innanzi tutto una serie di misure concrete in fase di programmazione per contrastare il cambiamento climatico. In secondo luogo, l’idea di fare scelte condivise per valorizzare le eccellenze, ma di non replicarle in territori contigui. Infine, politiche che favoriscano il dialogo e la concertazione rispetto al tema delle infrastrutture che attraversano e collegano i territori dell’Emilia.
Patrizia Barbieri (Piacenza). Quello di oggi è un passo in avanti per creare una ulteriore sinergia tra territori contigui, già positivamente sperimentata in altri ambiti, che oggi ha come tema l’urbanistica e le risposte che in modo sinergico possiamo mettere in campo per rispondere alle sfide del presente e cogliere le opportunità del futuro. Con questo accordo, le quattro città dell’Emilia Occidentale uniscono le proprie eccellenze, garantendo un approccio unitario a temi quali la programmazione, le infrastrutture e la cura dell’ambiente che sono di straordinaria rilevanza per lo sviluppo del territorio.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]