Si è concluso sabato 24 marzo, con il conferimento di un attestato ai ragazzi, il progetto "La cultura per la cultura dell’integrazione" proposto dalla Fondazione Palazzo Magnani nell’ambito del Protocollo di promozione del dialogo interculturale attraverso l’integrazione linguistica del Comune di Reggio; alla consegna erano presenti il sindaco di Reggio Luca Vecchi, l’assessore comunale all’internazionalizzazione Serena Foracchia, il presidente della fondazione Davide Zanichelli ed Elvira Ponzo, responsabile del progetto per la fondazione stessa.
La collaborazione attivata con la Fondazione Palazzo Magnani prevedeva tra i principali obiettivi quello di promuovere la cultura dell’integrazione attraverso la cultura dell’arte. Proprio il linguaggio dell’arte ha infatti permesso di instaurare un dialogo e una reciproca conoscenza tra le diverse culture di cui sono portatori i nuovi cittadini reggiani: la trasversalità culturale ha permesso poi di superare le differenze e le barriere linguistiche.
Dopo un periodo di formazione e affiancamento da parte dello staff organizzativo della Fondazione, i ragazzi richiedenti asilo e rifugiati hanno prestato la propria opera di volontariato svolgendo attività di guardia e assistenza in sala durante la mostra "Kandinsky-Cage", impegnandosi in servizi di front office, informazione e assistenza ai visitatori.
In particolare dal novembre del 2017 a marzo del 2018 tre ragazzi richiedenti asilo, con la collaborazione della cooperativa Dimora d’Abramo, hanno collaborato con gli altri volontari della Fondazione Palazzo Magnani, con esiti talmente positivi da portare alla decisione di coinvolgere altri sei volontari nel corso della prossima edizione del festival Fotografia Europea.
Soddisfatti il sindaco Vecchi ("è la cultura che incrementa la coesione sociale"), l’assessore Foracchia ("si è creato un gruppo che ha saputo accendere relazioni nell’ottica di creare famiglia e comunità") e il presidente Zanichelli, secondo il quale "abbiamo voluto aderire al progetto nella convizione che proprio dalla bellezza, dall’arte scaturisca benessere e la condizione ideale per costruire, conoscersi e integrarsi"; sulla stessa linea la responsabile del progetto Elvira Ponzo: "Ho visto i ragazzi crescere e prendere consapevolezza del loro ruolo. Ho assistito a un’integrazione reciproca dove anche gli altri operatori e i visitatori hanno saputo apprezzare la presenza dei ragazzi nelle sale espositive. Si è generata una positività diffusa".
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