Affidi. In Commissione speciale: “Serve un difensore del bambino”

Cristina-Laura-Tassi

“Travalicato il ruolo istituzionale dell’Ufficio di presidenza della commissione”; “Su Bibbiano unanimi nell’attendere il responso della magistratura”. Botta e risposta opposizione-maggioranza sul punto stampa di ieri sui lavori della commissione

A livello normativo “esiste una grossa lacuna che attiene in primis all’assenza della codificazione del difensore del minore in tutti i procedimenti: il bambino deve avere un proprio rappresentante”. Lo ha detto l’avvocato Cristina Laura Tassi, esperta in diritto di famiglia e minorile, audita ieri sera dalla Commissione speciale d’inchiesta sul sistema di tutela dei minori in Emilia-Romagna, presieduta da Giuseppe Boschini.

Tassi ha risposto alle domande di Michele Facci (Fdi) e Gabriele Delmonte (Lega) che hanno sollecitato un focus sui compiti dei servizi sociali nei procedimenti che vedono coinvolti minori che hanno subito maltrattamenti o abusi. Mentre il presidente Boschini, sempre sul procedimento, ha chiesto, nel concreto, quale sia la strada per ottenere una prova in un dibattimento con tutti gli attori coinvolti.

In particolare, relativamente agli allontanamenti in via d’urgenza, ha aggiunto Tassi, “è fondamentale che il magistrato convochi il prima possibile i genitori che hanno subìto l’allontanamento del minore (svolgere tutti gli accertamenti nel quadro del contraddittorio tra le parti), oltre a verificare l’attendibilità della documentazione pervenuta”. Inoltre, ha aggiunto, “vanno sentite anche tutte quelle persone che circondano la vita del minore in ambito extrafamiliare”. Si necessita quindi, ha sottolineato, di “un’attenta riscrittura di tutto il procedimento, già dalla fase della segnalazione”. L’avvocato ha anche rilevato che “a Bologna le cose stanno migliorando da quando Giuseppe Spadaro è alla guida del tribunale”.

Nel dibattito seguito alle audizioni dei pedagogisti di Apei, del giornalista Trincia e dell’avvocato Tassi le opposizioni di centrodestra hanno contestato la conferenza stampa mattutina dell’Ufficio di presidenza della commissione, nella quale- a parere dei commissari Bargi, Delmonte e Pompignoli (Lega) e Facci (Fdi)- il presidente Boschini e i vice Taruffi e Sensoli avrebbero travalicato il loro ruolo istituzionale esprimendo valutazioni sul cosiddetto “sistema Bibbiano”. “E’ chiaro che la stampa andava a parare su conclusioni politiche- ha detto il capogruppo del Carroccio Stefano Bargi- non poteva esserci una posizione istituzionale. Sarebbe utile una rettifica da parte dell’Ufficio di presidenza e sarebbe stato utile coinvolgere prima i capigruppo”. Michele Facci (Fdi) ha parlato di “strappo, perché è passato il messaggio che di fatto la commissione è già giunta a una conclusione. Questo è offensivo del lavoro che stiamo facendo, e sicuramente preclude un lavoro unitario”. Per Massimiliano Pompignoli, sempre della Lega, rivolto a tutti e tre i membri dell’Up della commissione, “quello che esce dai giornali è chiaro: Bibbiano non esiste, è un’anticipazione di ciò che direte nella relazione. Questo è un problema istituzionale, verrebbe da chiedere le dimissioni dell’intero Ufficio di presidenza”. Il presidente Boschini (Pd) ha replicato distribuendo ai consiglieri la cartella stampa diffusa in mattinata e ha poi aggiunto che “degli elementi forniti ai giornalisti (dati sugli affidi e prossime scadenze delle audizioni, ndr) noi tutti consiglieri siamo a conoscenza. Nel corso della conferenza stampa i giornalisti svariando con le loro domande hanno posto questioni sul ‘sistema val d’Enza’ e abbiamo detto chiaramente che il giudizio penale è rinviato all’operato dei giudici, limitandoci a constatare che da dati e audizioni non sembra emergere un sistema criminale organizzato. In ogni caso il presidente è una figura che ha diritto di esprimere la propria opinione nel merito, assumendosi la responsabilità di ciò che dichiara”. “Ritengo come vice di opposizione di avere tutelato l’opposizione, non solo una parte politica”, ha aggiunto la vicepresidente Raffaella Sensoli (M5s). “Abbiamo detto che prima di dichiarare se esiste o no un ‘sistema Bibbiano’ è giusto aspettare la magistratura e abbiamo parlato delle falle sollevate nel corso delle audizioni”. L’altro vicepresidente, Igor Taruffi (Si), ha convenuto su un’eventuale informativa ai capigruppo, ma ha messo in guardia dal “mettere in discussione la correttezza personale di ognuno di noi”. Un giornalista che riproponeva la domanda sul tema “sistema a Bibbiano, sì o no?” “ci ha dato l’impressione che sembrassimo non voler rispondere. E come potete dire che non voterete la relazione quando ancora non l’abbiamo letta e presentata?”. Per un altro esponente della Lega, Gabriele Delmonte “Sensoli non rappresenta il centrodestra e nemmeno l’opposizione. Il 27 giugno scorso diceva che c’erano colpe e oggi invece aspetta la magistratura. Lei rappresenta se stessa. Che i commissari chiederanno questo o quello lo si dichiara dopo, non prima. Sarebbe stato grave anche dire che non c’è un sistema Bibbiano”. Il problema è che “lo avete ‘messo in bocca’ anche a noi”.

Per il Pd è poi intervenuto Paolo Calvano: “Il confronto in questa commissione è stato aspro ma sempre molto rispettoso e proficuo, quindi non può essere certamente una conferenza stampa a modificare l’approccio che ci siamo dati. Se poi si vuole iniziare a mettere le mani avanti per la campagna elettorale secondo me non facciamo un buon servizio ai bambini, che è il motivo per cui siamo qui. Le conclusioni della commissione ci saranno al termine della commissione e potranno essere unanimi o a maggioranza. Raccontare là fuori cosa stiamo facendo è necessario. Invece mi dà fastidio che qualcuno continui a dire ‘Parlateci di Bibbiano’ quando noi ne parliamo e ce ne occupiamo tutti i giorni dedicando molte ore del nostro tempo. Questa commissione ha ancora un mese di lavoro davanti, non è certo una conferenza stampa che uno prende e tira e stira a determinarne l’esito”.