Nella mattinata di sabato 19 ottobre una lunga colonna di trattori, partita dal piazzale dello stadio Mapei Città del Tricolore e in rappresentanza di oltre un centinaio di aziende agricole, ha attraversato la circonvallazione a passo d’uomo fino ad arrivare in piazza Martiri del 7 Luglio per protestare contro la prevista realizzazione dell’impianto di economia circolare Forsu che la multiutility Iren ha in progetto di realizzare a Gavassa, frazione del comune di Reggio Emilia, per trasformare la frazione organica e la frazione verde vegetale dei rifiuti (ottenute attraverso raccolte differenziate dedicate) in biometano e in compost.
La manifestazione, organizzata dal coordinamento provinciale dei Comitati Ambiente e Salute di Reggio, ha visto scendere in piazza anche un gruppo di cittadini in bicicletta: tra questi agricoltori, rappresentanti sindacali, attivisti dell’ambientalismo cittadino e i giovani del movimento Fridays for Future con striscioni e cartelli con la scritta “No biogas a Gavassa”.
Il corteo su due ruote, partito alle 10 da piazza Martiri del 7 Luglio, ha attraversato le vie del centro storico con materiale informativo e bandiere per poi tornare verso la piazza, dove era stato allestito un gazebo tematico per spiegare le ragioni della protesta – con tanto di punto ristoro con prodotti DOP tipici locali.
Verso mezzogiorno, infine, dal gazebo è partito un corteo congiunto a piedi con destinazione finale piazza Prampolini, dove le diverse anime della protesta si sono riunite davanti alla sede del Comune per chiedere al sindaco Vecchi di fermare l’iter di realizzazione dell’impianto e di aprire un confronto tecnico che possa prendere in considerazione soluzioni alternative per il trattamento della Forsu (Frazione organica del rifiuto solido urbano).
“Questa protesta si rivolge a un’amministrazione orientata ad avallare un impianto che potrebbe rappresentare la pagina più buia della politica ambientale della nostra città”, hanno detto i rappresentanti del mondo agricolo.
Gli organizzatori della manifestazione hanno sottolineato la necessità di dire “no a un impianto che è sproporzionato alle esigenze provinciali e non quadra da innumerevoli punti di vista, a cominciare da quello della salute, dato che le emissioni gassose e odorigene saranno importanti e andranno a peggiorare la qualità dell’aria reggiana, già di per sé tra le peggiori d’Europa. L’unica cosa che invece sembra quadrare è il punto di vista economico per i contestati incentivi statali che remunerano a peso d’oro la manciata di metano prodotto”.
“Chiediamo di fermare la Conferenza dei servizi, che appare un treno in corsa verso l’ultima fermata, la Via, l’approvazione dell’impianto; treno in cui i macchinisti non hanno nessuna intenzione di guardare fuori dal finestrino per chiedersi dove stiamo andando”, hanno aggiunto gli esponenti del Comitato Ambiente e Salute: “L’impressione è che si continui a ignorare un principio che dovrebbe ispirare ogni amministratore: quello della prudenza e della precauzione”.
Ora la parola passa alla politica e alla delibera della Conferenza dei Servizi in capo ad Arpae, che a breve dovrebbe dare il via libera o fermare l’impianto.
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buffon sei il numero uno del pianeta terra
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!