Proseguono i lavori della Commissione speciale d’inchiesta sul sistema di tutela dei minori in Emilia-Romagna, presieduta da Giuseppe Boschini. In audizione l’avvocato Salvatore Di Grazia, esperto di diritto di famiglia.
Di Grazia ha risposto alle domande di Michele Facci e Fabio Callori di Fratelli d’Italia, che rilevando “lacune nell’attuale legislazione”, hanno chiesto informazioni sul ruolo dei servizi sociali nell’ambito della giustizia minorile. Sullo stesso tema Roberta Mori (Pd) ha invece richiesto, assieme allo stesso presidente Boschini, un focus sulle misure di garanzia delle famiglie attivate in ambito giudiziario nella fase iniziale dell’allontanamento. Mentre Raffaella Sensoli dei Cinquestelle ha chiesto, nello specifico, se sia utile rivedere le prassi nella fase del contraddittorio. Gabriele Delmonte della Lega ha invece domandato se sia opportuno prevedere la videoregistrazione nel momento dei colloqui con i minori. Massimiliano Pompignoli, sempre della Lega, ha invece richiesto informazioni sui numeri collegati agli allontanamenti.
“Il sistema di giustizia minorile – ha sottolineato l’avvocato Di Grazia – presenta incongruenze e storture, il ruolo dei servizi sociali, come afferma anche Alfredo Carlo Moro (uno dei padri del diritto minorile), è preponderante, gli stessi giudici esercitano quindi una giurisdizione debole”. I giudici, ha aggiunto, “hanno un rapporto simbiotico con i servizi, il sistema è sbilanciato, non sempre le parti coinvolte vengono preventivamente ascoltate”. La giustizia minorile, ha poi ripetuto, “recepisce in modo quasi passivo le indicazioni che arrivano dai servizi sociali, senza un vero confronto”. La figura del giudice minorile, ha rimarcato, “dovrebbe invece evolvere in un senso autenticamente giurisdizionale”. Ci troviamo di fronte, ha quindi evidenziato, “a un condizionamento ideologico”.
Il giurista ha quindi sollecitato una riforma sulla materia, spiegando che “occorrono norme procedurali certe e adeguate, i servizi dovrebbero dare delle informazioni e non fare delle valutazioni”. Inoltre, ha spiegato, “gli incontri tra servizi sociali, i genitori e i minori dovrebbero essere videoregistrati, questo a garanzia di tutte le parti”.
Silvia Prodi (Misto) ha criticato le affermazioni di Di Grazia, parlando di “requisitoria di un avvocato, di parte”. Sui servizi la consigliera ha invece spiegato che hanno il compito di “assicurare la tutela universale del minore”. Per Paolo Calvano del Pd, sempre in risposta al relatore, è “sbagliato affermare che in Italia, e quindi anche in Emilia-Romagna, il ricorso all’allontanamento dei minori sia sistematico, le statistiche ci dicono il contrario”.
In Commissione è stata portata anche la testimonianza del Comitato “Voci Vere”, composto dai ragazzi coinvolti nell’inchiesta sui “diavoli” della Bassa modenese negli anni ’90 e dalle loro famiglie adottive. A parlare sono state Annalisa Lucarelli e Nicoletta Berni, entrambe madri affidatarie (quest’ultima è la madre di uno dei primi bambini coinvolti nell’inchiesta della Bassa modenese), che hanno criticato duramente la ricostruzione dei giornalisti Trincia e Rafanelli definendola “parziale, falsata e basata su teorie preconfezionate” e hanno chiesto “rispetto per le vittime di quei fatti, risalenti ormai a 20 anni fa”. E sul sistema degli affidi in regione sono state decise: “Per la nostra esperienza il sistema ha funzionato e abbiamo sempre avuto a che fare con persone competenti. Ci sentiamo chiamati in causa perché si dicono dei nostri ragazzi le stesse cose che si dicono oggi del caso Val d’Enza, dai falsi ricordi ai tentativi di suggestione da parte dei servizi. Speravamo in un miglioramento, non certo in un affossamento, del sistema affidi”.
Molto duro nei confronti di Lucarelli e Berni Andrea Galli (FI), che ha sottolineato come Veleno sia stata una “pagina terribile della nostra storia”: “Credo che il lavoro di Trincia sia fondamentale perché ha contribuito a scoperchiare ‘Angeli e demoni’ e riguarda soggetti coinvolti ora nell’inchiesta giudiziaria attuale”. Perplessi e dubbiosi sulla pertinenza dell’audizione Michele Facci e Fabio Callori (FdI): “Il libro ‘Veleno’ non è materia di questa commissione, che deve indagare il sistema regionale degli affidi e le sue criticità”. Scettico anche Gabriele Delmonte (Lega), che ha chiesto inoltre di chiarire i rapporti del Comitato con Foti e la onlus Hansel e Gretel: “In rete è riportata questa informazione, è veritiera?”. Lucarelli ha negato che ci sia un legame tra “Voci Vere” e la onlus torinese: “Hansel e Gretel ha svolto psicoterapia ai bimbi della Bassa modenese, ma sono intervenuti anche tanti altri psicologi”.
Per Andrea Bertani (M5s) è “doveroso ascoltare tutte le voci, senza fare un processo alle famiglie affidatarie. L’inchiesta giornalistica solleva dubbi legittimi e la verità va accertata”. Silvia Prodi (Misto), Roberta Mori (Pd) e Gian Luca Sassi (Misto) hanno condannato i toni “accesi” utilizzati in commissione nei confronti delle due persone audite. “Secondo voi qualcosa è mancato nel sistema affidi?”, ha chiesto Sassi. Mentre la vicepresidente Raffaella Sensoli si è concentrata sul servizio di psicoterapia (“I bimbi sono sempre stati seguiti dalla Asl di Mirandola e dal centro Cab?”) e il presidente Giuseppe Boschini sul tema dell’affidabilità delle testimonianze e sui sintomi di traumi o abusi.
“Fino ai 18 anni i ragazzi sono stati seguiti da Asl e Cab e nessuno è voluto tornare dalla famiglia di origine”, hanno risposto Lucarelli e Berni. “Se c’è qualcosa da migliorare? La capacità di ascoltare i bambini e i tempi della giustizia, che spesso sono ‘irragionevoli’ e tengono i minori sospesi in attesa dell’esito dei processi. Sarebbe utile, poi, uno scambio di esperienze con le altre famiglie affidatarie, per affrontare meglio una quotidianità difficile”.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]