Più attenzione all’autenticità dei contenuti, alla sicurezza, alla privacy e alla dignità delle persone. Sono i quattro pilastri su cui si poggia l’aggiornamento degli standard della comunità di Facebook, cioè le regole di quello che è consentito o meno sulla piattaforma e che valgono per tutti gli utenti nel mondo. Arrivano a pochi giorni dalla chiusura, in Italia, di alcuni profili di Casapound e Forza Nuova.
“Per più di un decennio ci siamo concentrati sul dare voce alle persone, rendere Facebook un luogo sicuro e applicare le nostre politiche in modo coerente. Questi valori rimangono importanti per noi. Tuttavia, con la crescita e l’introduzione di nuovi prodotti, funzioni e servizi, le nostre norme comunitarie sono diventate più ampie e sfumate. I valori che pubblichiamo ora riflettono le politiche che abbiamo sviluppato nel tempo e ciò che rappresentiamo come azienda”, spiega Monika Bickert, Vice President, Global Policy Management di Facebook.
“Vogliamo assicurarci che i contenuti che le persone vedono su Facebook siano autentici. Crediamo che l’autenticità crei un ambiente migliore per la condivisione, ed è per questo che non vogliamo che le persone che usano Facebook rappresentino in modo errato chi sono o cosa stanno facendo”, spiega la piattaforma a proposito dell’autenticità. Riguardo al sicurezza, il social puntualizza che non sono consentite “le espressioni intimidatorie, che escludono o mettono a tacere gli altri”.
Poi Facebook ribadisce l’impegno a proteggere la privacy che “offre alle persone la libertà di essere se stesse e di scegliere cosa e quando condividere. Infine, spiega la piattaforma, “crediamo che tutte le persone siano uguali in dignità e diritti. Ci aspettiamo che rispettino la dignità degli altri e non li molestino o degradino”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]