Per la prima volta un film ripercorre la vita e il messaggio artistico, umano e sociale lasciato da Serafino Valla, pittore, scultore e scrittore nato a Luzzara nel 1919 e vissuto nei territori attorno al Po fino alla sua morte (Reggiolo, 2014).
Il film è un viaggio tra passato e presente, tra sogno e realtà, dove l’incontro di persone che hanno conosciuto Serafino o le sue opere (tra cui Alfredo Gianolio, Grazia Honegger Fresco, Anna Maria Pedretti, Giuseppina Valla e molti altri ancora), la messa in scena della sua vita come performance in mostra e il vivo messaggio dei suoi quadri accompagnati dai suoi stessi aforismi, ci portano nella dimensione dell’inconscio, tanto cara a Serafino e da lui ben esplorata con grande capacità di osservazione, con lucidità e realismo senza mai tradire la poesia della vita e dell’arte.
Le musiche sono a cura di Massimo Zamboni che interpreta anche la voce di Serafino.
Il film, prodotto da Giuseppina Valla e dall’Associazione “Il seminatore di Valla”, nasce da un progetto di Adriana Dossi e Gigi Corsetti, che hanno curato anche sceneggiatura e regia.
La proiezione del 6 ottobre a Luzzara si inserisce nella programmazione di “Passaggi a livello. Azioni di cultura a trent’anni dalla (non) morte di Cesare Zavattini”.
Nei primi anni ’70 Alfredo Gianolio inizia a raccogliere su nastro, dietro sollecitazione di Cesare Zavattini, il racconto orale delle esistenze dei pittori naif vissuti o viventi attorno al Po. Gianolio parte dalla convinzione che “tutti al fondo della loro coscienza sono naif, perfino i direttori di banca”. Nasce così l’inventario umano dal titolo “Vite sbobinate”, in cui è inserito anche il racconto di Serafino Valla. Ed è proprio il testo di “Vite sbobinate” a portare l’autore Gianolio a Bergamo il 7 luglio del 2015 alla rassegna “Letture amene sotto il berceau”. All’evento, che si colloca a circa un anno dalla scomparsa di Serafino, è presente anche la figlia Giuseppina Valla, con il materiale di suo padre che decide di donare all’attrice Adriana Dossi, innescando così un fruttuoso processo di creazione artistica attorno alle opere di Serafino Valla. Quel 7 luglio dedicato alle “Vite sbobinate” c’è anche il regista e fotografo Gigi Corsetti della società Multimagine, che diventa un altro componente del nucleo originario per lo sviluppo del nuovo progetto. Così è nata l’idea di un film sul grande artista e sul suo fare arte, il film che tanto desiderava come fosse la sua ultima opera.
Da quel momento i tempi corrono veloci e in luoghi diversi si realizzano eventi e interviste finalizzate alla produzione di quest’opera che da subito viene intitolata “Pecore in transito- meditazione tra inconscio e presente”. Ed è proprio con la prima intervista del 14 dicembre del 2015 ad Alfredo Gianoglio, che inizia il lavoro di produzione di questo grande progetto.
Nel 2016 presso l’Ex carcere di Sant’Agata a Bergamo viene presentata per la prima volta la performance “Serafino radica l’arte in se stesso” a cura di Adriana Dossi e Luca Pina, le cui riprese compaiono nel film insieme alla replica presentata più avanti al Palazzo Ducale di Sabbioneta (MN), nell’ambito di una grande mostra retrospettiva e della relativa presentazione al Teatro all’Antica. In tale occasione interviene in qualità di relatrice Anna Maria Pedretti, docente e membro del Consiglio Direttivo della LUA (Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari) che ha conosciuto Serafino Valla quando è stato realizzato il volume “Reggiolo si racconta” sulla memoria di Reggiolo, in cui è inserita la testimonianza di Valla e della moglie , materiale di ispirazione per il film.
Nel 2018, in occasione della mostra “Serafino Valla a Casa Cervi. Arte e vita” realizzata presso il Museo Cervi di Gattatico, prende vita una vera e propria scena con il pubblico predisposta per il film, con la performance e installazione dal titolo “La semina come atto poetico”, che coinvolge allievi di una scuola del territorio e adulti partecipanti all’evento.
Nel 2019 “Pecore in transito: Meditazione tra inconscio e presente” ha visto la proiezione di un’anteprima dal 31 marzo al 1 maggio a Collecchio (Pr) presso Villa Soragna, dove su iniziativa dell’Assessore alla Cultura Michela Zanetti, è stata realizzata una mostra antologica a cura del prof. Gianmarco Puntelli. E ora a Luzzara per la prima volta sarà proiettato il film in versione completa presso il Teatro Comunale con una proiezione aperta al grande pubblico cui seguirà uscita nelle sale.
Il film. Attraverso tracce autobiografiche lasciate dall’artista con intenzione e lucidità, il film ripercorre la sua vita e mette a fuoco il suo messaggio artistico, umano e sociale.
Dalla sofferenza esistenziale, particolarmente tragica nell’infanzia, fino ad arrivare alla poesia e all’arte che entrano nella quotidianità attraverso la pittura, la scultura e la scrittura e che diventano nella vita di Serafino Valla, elementi con un senso e una funzione fortemente terapeutici.
Le immagini dei quadri di Serafino Valla, i colori e le forme (dove emergono natura e paesaggi che accompagnano l’uomo), la materia delle sculture, gli aforismi e gli altri suoi scritti, diventano i protagonisti del film, accanto ai racconti e alle importanti riflessioni offerte da chi ha conosciuto l’artista e le sue opere.
Ne emerge la responsabilità dell’artista che, come disse lo stesso Valla “non perde mai la fiducia nella coscienza personale, in rapporto a quella fede che nemmeno il pensiero regge ” e porta fuori da sé, con coraggio e fedeltà, il suo messaggio attraverso le sue opere.
Con l’auspicio che la semina e la disseminazione dalla vita e dalle creazioni di Serafino Valla garantisca la presenza di poesia….perchè “poesia presente o assente, questo è il problema” (Serafino Valla, Aforisma 131).
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]