La Regione Emilia-Romagna conferma il proprio impegno per la lotta al cambiamento climatico, che la vede già impegnata da anni. E fa proprio l’allarme lanciato dai ragazzi Fridays for Future, il grande movimento studentesco nato in risposta all’attivismo di Greta Thumberg, che negli ultimi mesi sta spingendo migliaia di ragazze e ragazzi a scioperare il venerdì per chiedere azioni concrete in difesa dell’ambiente, reclamando il proprio diritto al futuro con l’obiettivo di “zero emissioni” al 2030.
E lo fa anche formalmente, perché proprio ieri la Giunta regionale ha deliberato la dichiarazione di emergenza climatica e ambientale “quale assunzione – si legge nel documento – di consapevolezza e responsabilità politica, per il coordinamento e rafforzamento delle politiche, azioni e iniziative volte al contrasto del cambiamento climatico”.
Il presidente, Stefano Bonaccini, insieme all’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo, ha incontrato una delegazione dei gruppi Fridays for Future emiliano-romagnoli, iniziando così un percorso di ascolto e confronto con l’obiettivo di condividere una ‘road map’ il più possibile comune verso una riduzione sensibili delle emissioni climalteranti.
Il gruppo regionale Fridays for Future aveva inviato nei giorni scorsi un documento con la richiesta di mettere al centro dell’agenda politica regionale la lotta al cambiamento climatico a partire dalla “dichiarazione di stato di emergenza climatica e ambientale, riconoscendo le responsabilità storiche del cambiamento climatico”.
“Lo voglio mettere in chiaro da subito: la dichiarazione di stato di emergenza climatica che abbiamo approvato ieri- ha detto il presidente Bonaccini incontrando la delegazione- non è e non sarà un documento ‘vuoto’. Il mio impegno e quello della Regione, da inizio legislatura, è per politiche che sappiano rispondere alla sfida del cambiamento climatico”.
“Dalla nuova legge verso il consumo zero di suolo- ha proseguito il presidente- che vede nella rigenerazione delle città e nella riqualificazione degli edifici un motore per lo sviluppo socio-economico del territorio, agli impegni per la mobilità elettrica e sostenibile, le emissioni zero del trasporto pubblico, l’economia circolare, fino alla strategia regionale condivisa con le imprese, le associazioni, i cittadini, alla realizzazione dell’azzeramento delle emissioni climalteranti. Le regioni e i governi territoriali possono e devono giocare un ruolo decisivo nella lotta al cambiamento climatico e solleciteremo il Governo a farsi promotore di una dichiarazione nazionale perché, lo sappiamo bene, la sfida è globale e ognuno deve concorrere per la propria parte”.
“L’Emilia-Romagna non si tira certo indietro- chiude Bonaccini- sta facendo e farà sempre di più per cercare di consegnare alle giovani generazioni, in un passaggio di testimone virtuoso, un territorio migliore di quello che ha ereditato. Insieme possiamo fare molto e sono convinto che lo sforzo e l’impegno di tutti noi insieme possa rappresentare l’unica garanzia di vedere un mondo decarbonizzato in un futuro prossimo”.
A Reggio si appicca il fuoco a depositi di stoccaggio rifiuti, materie plastiche, automobili e altro ancora, sembra siano usi e costumi importati da altri lidi, magari qualcuno proverà a raccontare che, almeno per le auto, una volta bruciate ci sarà un ritorno nel fatto che non andranno più in giro ad inquinare. E a quel punto non è da escludere che sempre a qualcuno, non venga in mente di applicare anche ai treni la stessa politica ambientale.
E a Reggio Emilia che cosa si fa per l’ inquinamento provocato dai vecchi treni diesel posti nel quartiere di
Santa Croce ? Il sindaco Vecchi e il Presidente Bonaccini non hanno ancora risolto la questione. Serve una policy ambientale .