Catellani, ‘La filosofia dei Sex Pistols’

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Attratto come la mosca al miele metto le mani su questo libricino il cui titolo completo è Chiunque può farlo, fallo tu stesso! Quando si parla di musica e di musica pop-rock e in particolare della musica inglese della seconda metà degli anni Settanta del Novecento (in questo caso di punk), chi scrive non resiste dalla tentazione, e come diceva un celebre scrittore inglese: «L’unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi». Et voilà.

«Il punk e i Pistols sono stati una rivoluzione proprio per gli effetti che hanno determinato, per come hanno colpito gli spettatori dei loro concerti e non solo». Così il reggiano Catellani – avvocato ed ex assessore alla Cultura del Comune di Reggio Emilia – mescolando autobiografia musica e filosofia celebra il concerto dei Sex Pistols che si tenne alle 19.30 di venerdì 4 giugno 1976 alla Lesser Free Trade Hall di Manchester. Una nuova soggettività avrebbe rotto così i vecchi equilibri psico-sociali: Anyone can do it! – Do it yourself e lanciato sulla scena mondiale Johnny Rotten, alias Lyndon, il “nuovo Diogene” non il cinico ma il kinico.

Chi era presente al concerto ne era uscito diverso da come vi era entrato, così raccontano le varie testimonianze che Catellani – un evento che avrebbe cambiato anche l’autore, seppure in ritardo cronologico – riporta tra citazioni di filosofi (Deleuze, Foucault, Kant, Nietzsche, la voce “Cinismo” dalla Treccani online, Sloterdijk, Jesi ecc.) e di critici musicali (Reynolds e altri). Citazioni non causali, naturalmente, ma che spiegano coerentemente la tesi che l’autore sostiene per smentire il supposto nichilismo dei Pistols, il No future for you contenuto in God Save The Queen sarebbe smentito da un altro verso della canzone We’re the future, your future. Peter Hook, futuro bassista dei Joy Division e poi dei New Order, era presente al concerto… il giorno dopo andò a comprarsi il basso, che non sapeva suonare… Chiunque può farlo, fallo tu stesso! E altri spettatori avranno un futuro importante come Kevin Cummins, che diverrà il fotografo di tante band, Sex Pistols compresi, e Tony Wilson, che nel 1978 fonderà la Factory Records.

E solo per ricordarne alcuni.

Il 27 maggio 1977, uscirà l’unico album dei Sex Pistols Never Mind The Bollocks Here’s, pubblicato durante il Giubileo d’argento della regina Elisabetta II d’Inghilterra. Per lanciarlo la band noleggiò una barca per risalire il Tamigi fino al palazzo di Westminster cantando God save the Queen… E il punk spazzò via lustrini, tastiere e tutto ciò che stava affossando non solo la musica dell’universo pop-rock ma secondo Catellani i «Pistols hanno avuto e continuano ad avere una portata filosofica e questo significa che possono incidere sulla nostra quotidianità, con la loro forza e, perché no, con la loro gioia. È la vita che ci ha donato la musica e la filosofia: per rendere più belle le nostre esistenze». Seppure per lui, come ci rivela, con qualche anno di ritardo. E allora? dice Catellani a sigillare il tutto.
Una passione che si proietta fino alla quinta Mostra di Fotografia europea di Reggio Emilia del 2010 dedicata, in particolare, alle realtà di Manchester post punk: tra gli invitati Kevin Cummins e Peter Hook. Di quella celebrazione resterà un disco, A Different Story, un tributo ai Joy Division di musicisti italiani, fra i quali alcuni reggiani come Johnny LaRosa e Magpie.
Gabba gabba hey!… Anarchy in the U.K…

Valutazione da 1 a 10
stile narrativo 6
tematica 7
potenzialità di mercato 5

Giovanni Catellani, La filosofia dei Sex Pistols, Mimesis, Milano 2019, pp. 117, 10,00 euro (recensione di Glauco Bertani).

Si ringrazia la Libreria del Teatro, via Crispi 6, Reggio Emilia.

Colonna sonora:

YES, And You And I

GARY GLITTER, I’m The Leader Of The Gang

GENESIS, Dance On A Volcano

RAMONES, Blitzkrieg Bop

DETTO MARIANO, Il ragazzo di campagna (1984)

I nostri voti


Stile narrativo 6
6
Tematica
7
Potenzialità di mercato
5