Il consiglio comunale di Reggio ha approvato le linee programmatiche per il mandato 2019-2024 della giunta, presentate nel pomeriggio di martedì 9 luglio dal sindaco Luca Vecchi, con 20 voti favorevoli (Pd, +Europa, Immagina Reggio) e 6 contrari (Movimento 5 Stelle, Forza Italia, gruppo misto e Alleanza Civica). Erano assenti dall’aula, invece, i sei consiglieri della Lega.
“Ci attendono cinque anni di lavoro impegnativo – ha detto Vecchi durante il suo discorso – e dovremo essere all’altezza della Sala del Tricolore che ci ospita, dei valori in cui in essa sono stati codificati e manifestati, nel corso di una storia che è storia del nostro Paese. Riunirci, esprimerci, dibattere e scegliere in questo luogo costituisce un ulteriore aspetto di responsabilità”.
“Siamo stati eletti al termine di una campagna elettorale che è stata civile, corretta. Di questo sono grato agli altri candidati sindaci; e qui, nel rispetto della sua scelta personale, desidero esprimere rammarico di non poter incontrare in questo consiglio Rossella Ognibene, come avverrà invece con Roberto Salati. Ho apprezzato la correttezza anche dei diversi candidati consiglieri delle diverse liste”, ha detto Vecchi.
Secondo il riconfermato sindaco “credo che i cittadini abbiano espresso un voto molto netto, che ha premiato la nostra capacità di aprirci ai diversi temi e ambienti sociali, di uscire dai nostri ambienti di provenienza politica e di incontrare la città. Si è concretizzato così un progetto politico-elettorale, ma nel contempo si è definita una visione di città, affiancata da un approccio civico e partecipativo, che fanno di un modo di essere e di fare politica e amministrare che è un nostro tratto distintivo”.
La città, ha ammesso Vecchi, “esce da dieci anni molto difficili, in cui sono stati presenti i segni della crisi economica ed è cambiato il modo di vivere dei cittadini”, ma “usciamo da questo cammino complesso con vari punti fermi: il sistema economico, che si è riposizionato nel contesto nazionale e internazionale, con una nuova spinta rigenerativa di lavoro; servizi pubblici per le persone nel loro complesso con una solida e eccellente capacità di rispondere ai bisogni; una comunità viva e vivace, nell’ambito della quale i cittadini sono impegnati nella costruzione del bene comune, con senso di cittadinanza e responsabilità”.
“Emerge ora – ha proseguito il sindaco – l’esigenza di ripensare il modo di essere di questa città, partendo da questi punti fermi e guardando avanti, con progettualità importanti, figlie della storia e della contemporaneità della città. Partiamo da realtà quali il Centro internazionale Malaguzzi, luogo della ricerca pedagogica e dell’infanzia, ma anche luogo per antonomasia delle relazioni di Reggio con il mondo; il Parco innovazione alle Reggiane, non sono un importante programma di riqualificazione, ma la sfida di costruire un progetto di sviluppo sostenibile e una nuova economia, che ha visto l’incontro positivo tra pubblico e privato, suscitando grande interesse nazionale e internazionale”.
Gli ultimi anni, ha ricordato il primo cittadino reggiano, “sono stati quelli in cui abbiamo realizzato il Core, ma anche quelli in cui la sanità ha investito nelle professionalità. Sono gli anni in cui l’Università ha raggiunto nella sede reggiana circa 10mila iscritti (erano 4mila in meno all’inizio del mio primo mandato), sono aumentati i corsi di laurea, è cresciuta la capacità di attrarre studenti, ricercatori, docenti; sono gli anni in cui il campus San Lazzaro si è consolidato e arricchito di nuovi servizi. Reggio scommette sulla sua capacità di crescere anche come città universitaria”.
La recente inaugurazione dei Chiostri di San Pietro, ha proseguito il sindaco, “ci ha aperto le porte a un luogo d’eccezione, che si propone quale nuovo volano non solo di cultura, ma anche di attrattività, innovazione sociale; la stazione Av Mediopadana, baricentro di un’area vasta in cui Reggio è cruciale, necessita di investimenti ulteriori, per accrescere la nostra connessione con l’Italia e il mondo. Questi progetti sono cruciali per la crescita e la valorizzazione dell’Area nord e del centro storico”.
Negli anni che ci aspettano, invece, “vogliamo costruire insieme alla città un nuovo Piano strategico, che abbia una visione e un respiro decennale e nell’ambito del quale realizzare le azioni di mandato”, ha detto Vecchi: “Il Piano strategico dovrà essere esito di un percorso da fare insieme, coinvolgendo forze politiche, corpi intermedi, organizzazioni sindacali e associazioni economiche”.
E ancora: il completamento del progetto Ducato Estense, con la riqualificazione della Reggia e del Parco di Rivalta, assieme al completamento della tangenziale nord e del resto della rete infrastrutturale, “non credo siano elementi di ordinaria amministrazione, ma sono piuttosto progetti già in fase di concretizzazione che incideranno non meno di altri sul futuro della nostra città”. Su questi progetti, ha sottolineato il primo cittadino, “il mio auspicio è di larga condivisione e consenso, anche in quest’aula: sono azioni che fanno di Reggio una città costantemente orientata a innovazione e cambiamento”.
Reggio, ha detto ancora Vecchi, “è città della democrazia partecipata. Abbiamo dovuto lasciarci alle spalle i consigli di circoscrizione, mentre l’evoluzione sociale ha ridimensionato negli anni i corpi intermedi. Perciò la relazione quotidiana va rilanciata e consolidata, con processi partecipativi nei quartieri, ma anche nell’ambito della cultura, dello sport, dei quartieri popolari e di quelli generalmente più fragili. La filosofia dei percorsi partecipativi diffusi e trasversali è di costituire una sorta di grande laboratorio urbano aperto”.
La strategia della sicurezza, ha spiegato il sindaco, “passa da qui: dalla relazione con le autorità competenti in tema di sicurezza senza dubbio, ma anche dalla visione integrata delle strategie e degli interventi sul territorio, nel tessuto della comunità urbana, mettendo in sinergia le diverse risorse presenti, prima di tutto quelle umane. Questo è il modo di operare che abbiamo avuto nel precedente mandato e che estenderemo a luoghi e ambienti nuovi, per costruire insieme e garantire legalità, sicurezza e coesione sociale”.
“Lavoriamo a una città attrattiva di talenti e investimenti, indispensabili per crescere. L’attrattività è la carta che ci apre al mondo. La dinamica demografica, nel lungo o lunghissimo termine, può entrare in un importante invecchiamento della popolazione e quindi in una dinamica di affaticamento sociale. Su questo tema si gioca molto della risposta che dobbiamo alla comunità, per il nostro futuro”.
Quindi il tema dell’ecologia, che secondo il sindaco Vecchi “è cruciale: al pari di economia, lavoro, servizi, l’ecologia è tema imprescindibile del nostro a tempo. Che si tratti di piantumazione di nuovi alberi, di mobilità sostenibile (con la realizzazione della nuova linea tranviaria), di efficientamento energetico degli edifici, crediamo vi sia la necessità di aprire un confronto ampio e profondo con la città. Non mi sfugge che dal Movimento 5 Stelle, durante la campagna elettorale, siano emerse idee analoghe a quelle dell’attuale maggioranza sull’ecologia, sulla rigenerazione urbana e sull’agricoltura periurbana. Se vi è la disponibilità a cercare il confronto su questi temi e sui progetti che ne discenderanno, ben venga”.
Sulla fragilità, invece, “abbiamo una storia dei servizi alla persona molto importante. Siamo consapevoli dei fatti emersi in questi giorni, ma anche dei valori positivi e ampi che stanno alla base dell’operato dei servizi. Non siamo qui a celebrare, né celebreremo questa storia, ma con un’ottica di innovazione”.
Così come per le relazioni internazionali: “Una storia lunga e gloriosa – ha ricordato Vecchi – caratterizzata dal riconoscimento del valore delle diversità, siano esse quelle culturali e religiose, siano quelle più direttamente legate alle condizioni di fragilità delle persone che sono e resteranno il cuore, il fine delle nostre relazioni internazionali”.
Su educazione, conoscenza e cultura, ha promesso il sindaco, “l’impegno, non solo economico, continuerà. Educazione e cultura sono identità e inclusività della comunità, sono crescita della persona sotto ogni profilo. Oggi più che mai è evidente l’esigenza di un nuovo Umanesimo, di una nuova riflessione sulla persona”.
Poi, ha spiegato Vecchi, “rilanceremo le capacità della macchina comunale. Lo faremo a prescindere dalle vicende di questi giorni, verso le quali poniamo la massima attenzione. Ci tengo però a sottolineare che qui la consapevolezza di lavorare per il bene comune è forte fra gli amministratori e i dipendenti del Comune”.
“Siamo figli di una terra – ha concluso il sindaco – in cui la saggezza, densa di sapienza contadina, ha insegnato ad andare avanti un passo alla volta. Poi questa stessa terra, la sua comunità, nella storia ha dimostrato di essere all’altezza di accelerazioni, di operazioni fuori scala: pensiamo, quali esempi fisici, alla Ghiara, al teatro Municipale, poi alle Reggiane, a educazione e sanità nel dopoguerra, ai ponti e alla stazione di Calatrava. Camminiamo con questo criterio, dunque. Sapendo che ci sono momenti in cui ci si divide, come le elezioni, e ci sono fasi in cui ci si riconosce nella comunità. Siamo un unico popolo, con forze e debolezze, ma siamo qui a impegnarsi per il bene comune della città. Un impegno in cui io non sarò un uomo solo al comando, ma avrò un ruolo di regia nella costruzione collettiva del bene di Reggio Emilia”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]