La barca della ong Mediterranea forza il blocco ed entra nel porto di Lampedusa. Ira di Salvini: “Complici dei trafficanti”

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Dopo una notte di febbrili trattative, di proposte e controproposte, di accordi che sembravano raggiunti e di improvvisi dietrofront, la barca a vela Alex della della rete di associazioni Mediterranea ha deciso di forzare il blocco e di entrare in acque territoriali italiane attraccando nel porto di Lampedusa, violando così il divieto imposto dal ministro dell’interno Matteo Salvini in forza del cosiddetto Decreto sicurezza-bis.

La ong ha invocato lo “stato di necessità” (i rifornimenti di acqua erano terminati, la situazione sanitaria era stata definita “al collasso”) pur di mettere in salvo le decine di persone presenti a bordo, ovvero 46 delle 56 salvate giovedì scorso da un naufragio, oltre agli 11 membri dell’equipaggio.

Due motovedette delle forze dell’ordine hanno scortato la Alex in porto, senza però impedirne fisicamente l’ingresso – come era invece avvenuto solo pochi giorni fa nel caso della Sea Watch 3 della capitana Carola Rackete. Con la barca ormai attraccata in porto, tuttavia, non è ancora chiaro se e quando saranno fatti sbarcare i migranti.

La situazione ha provocato nuovamente l’ira del vicepremier Salvini: “La nave dei centri sociali, che a quest’ora sarebbe già arrivata a Malta, che aveva dato la disponibilità di un porto sicuro, infrange la legge, ignora i divieti ed entra in acque italiane. Vediamo se anche in questo caso la giustizia tollererà l’illegalità: in un Paese normale arresti e sequestro della nave sarebbero immediati. Questi non sono salvatori, questi sono complici dei trafficanti di esseri umani”.