Non è la soluzione migliore, “ma è una soluzione temporaneamente accettabile, frutto della collaborazione rimasta in essere tra le reti di cooperative sociali impegnate nell’accoglienza straordinaria dei richiedenti asilo e la Prefettura di Reggio” anche dopo il rifiuto delle stesse reti di partecipare al bando, scaduto il 9 aprile scorso e poi riproposto con scadenza primo luglio: è questa la posizione di Confcooperative Reggio, che lo scorso aprile aveva duramente contestato il bando che avrebbe fatto scendere da 35 a 21 euro al giorno le risorse messe a disposizione dallo Stato per l’accoglienza di ciascun richiedente asilo, giudicando l’astensione delle cooperative sociali come “unica scelta possibile” – e non solo per ragioni economiche.
La posizione si è ammorbidita con la proroga di quattro mesi stabilita dalla Prefettura di Reggio nei confronti delle due reti reggiane composte dalle cooperative sociali Dimora d’Abramo e L’Ovile come capofila, unitamente a Centro sociale Papa Giovanni XXIII, Ceis, Ballarò, Coress, La Vigna e Madre Teresa.
La riduzione del 15% del corrispettivo, come ha sottolineato Confcooperative, “è accompagnata da una riduzione dei servizi richiesti alle reti che riguarda, in particolare, l’alfabetizzazione, la mediazione culturale e il sostegno psicologico”.
“È evidente – ha aggiunto la centrale cooperativa reggiana – che transitoriamente, dovendo far fronte a quella che si sarebbe rivelata una drammatica emergenza sul futuro di donne e uomini in condizioni di estrema difficoltà, ma anche delle comunità nelle quali sono inseriti, queste condizioni sono responsabilmente accettate dalle cooperative sociali e dalle associazioni che hanno realizzato a Reggio un sistema di accoglienza di straordinaria qualità”.
In prospettiva, però, per Confcooperative Reggio “è evidente che il sistema dovrà essere reintegrato, e non solo in funzione di possibili nuovi arrivi (che, ad esempio, impongono di fatto l’alfabetizzazione), ma anche in funzione di una quantità e di una qualità complessiva dei servizi che sia corrispondente alle esigenze delle persone e delle comunità e non soggiaccia a quelle regole del continuo ribasso che determinano conseguenze insopportabili proprio a carico delle persone più fragili, riversandosi poi anche sulla collettività”.
Proprio a questa logica del ribasso “indiscriminato e insensato”, come lo ha definito la centrale cooperativa di Largo Gerra, “le due reti impegnate nell’accoglienza non si sono piegate, rinunciando così a partecipare ai due bandi emessi sulla base dello schema del Ministero dell’Interno che prevedevano solo vitto e alloggio a favore dei richiedenti asilo”.
Con la proroga, “che impegna molto le nostre imprese sul piano della qualità dei servizi per non compromettere i risultati acquisiti e la buona accoglienza riservata alle persone”, si è fatto fronte alla situazione d’emergenza che si sarebbe determinata a partire proprio dal primo luglio; ora, però, secondo Confcooperative “è necessario utilizzare il tempo stabilito dalla stessa proroga per rivalutare cosa significhi davvero, in termini di qualità e relativi costi, accogliere persone segnate da sofferenze, inserirle in comunità all’interno delle quali occorre garantire integrazione e sicurezza e forme di accompagnamento (al lavoro, ai servizi locali, all’impegno in lavori socialmente utili e al volontariato) che siano rispettose della storia e della dignità di chi è accolto e di chi accoglie”.
Al tempo stesso, ha concluso Confcooperative Reggio, “occorre rimuovere gli ostacoli che, ad oggi, determinano insostenibili ritardi nei pagamenti dei servizi assegnati alle cooperative, che sono ancora chiamate a farsi carico di anticipazioni bancarie i cui costi non vengono neppure riconosciuti”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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