319 trapianti effettuati in Emilia

ospedali_art_new

319 trapianti effettuati in Emilia-Romagna, di cui oltre uno su tre (esattamente 127, quindi il 40%) ha interessato residenti fuori regione, a conferma di come i Centri regionali continuino a mantenere una forte attrattività sui pazienti provenienti da tutto il Paese. 114 i donatori utilizzati, su un totale di 253 potenziali segnalati dalle sedi donative – cioè le terapie intensive – in aumento rispetto al 2017 (quando le segnalazioni erano state 238).

Calano contemporaneamente i pazienti in lista d’attesa, passati da 1.143 a 1.131, e sul totale delle registrazioni di volontà effettuate nelle anagrafi comunali al momento del rinnovo o del rilascio della carta di identità, l’80% è di assenso alla donazione.
Il Centro, che ha sede al Sant’Orsola di Bologna, coordina le varie fasi di donazione e trapianto di organi e tessuti, che in Emilia-Romagna è organizzato secondo il modello ‘Hub & Spoke’ e garantisce quindi il collegamento tra centri di alta specializzazione e gli ospedali del territorio con le sedi donative, i centri trapianto, le sedi delle banche di tessuti e cellule in rete tra loro.

I dati, in sintesi. Dei 319 trapianti effettuati (in leggero calo rispetto al 2017, quando erano stati 339), 183 (181 l’anno precedente) sono stati di rene, di cui 35 da vivente, con un significativo incremento rispetto ai 21 del 2017; 17 trapianti di cuore, di cui uno pediatrico (20 nel 2017), 111 di fegato (132 nel 2017) e 8 di polmone (6 nel 2017). Sono state 17 le Rianimazioni regionali che hanno contribuito alla segnalazione dei potenziali donatori anche se quelli effettivamente utilizzati sono stati 8 in meno rispetto al 2017; una differenza motivata soprattutto dal numero crescente di donatori non idonei, 62 nel 2018 rispetto ai 42 del 2017, per l’aumento dell’età dei donatori che porta con sé la maggior presenza di patologie croniche.

Tra le terapie intensive regionali ad indirizzo neurochirurgico e con trauma Center spiccano, per numero di segnalazioni, Modena-Baggiovara con 46, il Bufalini di Cesena e l’Ospedale Maggiore di Parma con 35 segnalazioni a testa, l’Ospedale Maggiore di Bologna con 33; tra le Terapie intensive prive di neurochirurgia e ad indirizzo polivalente, il primo posto spetta a Reggio Emilia con 24 segnalazioni, seguono Rimini con 14 e Bologna S.Orsola con 10. Risultati raggiunti dagli ospedali più grandi, a cui si affiancano quelli ottenuti da tutte le realtà più piccole della regione, che hanno dato un contributo altrettanto importante ciascuna secondo le proprie possibilità.

Rimane superiore alla media nazionale l’indice per milione di popolazione (pmp) relativo ai donatori utilizzati, che in Emilia-Romagna è del 25,6 pmp rispetto al 22,6 pmp della media italiana.

Trapianti a cuore fermo. Il 2018 è stato anche l’anno dell’implementazione dei programmi di donazione a cuore fermo, che in Emilia-Romagna si realizzano dal 2016 e nel 2018 sono stati strutturati con una specifica delibera della Giunta regionale. Sono stati 12 i donatori segnalati (erano stati 4 nel 2017), di cui 5 a Baggiovara-Modena, 4 a Cesena, 2 a Parma e 1 al S. Orsola di Bologna. Donazioni che hanno reso possibili 9 trapianti di fegato e 10 di rene. Un cammino che lascia presupporre ampie possibilità di crescita, reso possibile grazie alla qualità delle competenze e delle tecnologie del sistema sanitario dell’Emilia-Romagna, alla rete dei professionisti e al lavoro di squadra svolto dalla Regione assieme ad Aido, associazioni di volontariato ed enti locali.

Le banche regionali dei tessuti, dalle cornee alla pelle

Di grande rilevanza anche l’attività di acquisizione dei tessuti: la Banca del tessuto muscolo-scheletrico nel 2018 è stata impegnata in 65 prelievi con una raccolta complessiva di 922 segmenti osteotendinei. La donazione delle cornee è aumentata, passando da 1.638 a 1.776 con 639 trapianti effettuati. I prelievi di tessuto cutaneo sono stati 56, e hanno permesso di effettuare presso il Centro grandi ustionati (Bufalini di Cesena) interventi su 26 pazienti, con oltre 46 mila centimetri quadrati di pelle trapiantata. Ancora: alla Banca del sangue cordonale sono pervenute 1.076 raccolte, di cui 102 ‘bancate’, cioè potenzialmente utilizzabili per trapianto. Infine, la Banca dei segmenti cardiovascolari ha bancato, 69 tessuti vascolari e 20 valvole cardiache.

Oltre 375.400 dichiarazioni all’Anagrafe dei Comuni, di cui l’80% per dire sì

Registrare la propria volontà sulla donazione degli organi, vale a dire esprimere il proprio consenso o la propria opposizione: da anni è possibile farlo anche in Emilia-Romagna al momento del rinnovo e del rilascio della carta di identità, grazie al progetto nazionale “Una scelta in Comune”. Sono già 290 su 328 i Comuni della regione che hanno attivato questa procedura; 292 quelli ‘formati’, con 1.100 operatori dell’anagrafe dell’Emilia-Romagna che hanno partecipato a specifici incontri organizzati dal Centro di riferimento regionale Trapianti. Finora sono state registrate complessivamente 375.421 dichiarazioni, di cui 61mila nei primi tre mesi del 2019: quasi l’80% (79,6%), per l’esattezza 298.888 sono di consenso, mentre 76.533 di opposizione (20,4%). I Comuni con il maggior numero di dichiarazioni sono Bologna, Parma, Rimini, Modena, Ferrara, Cesena e Ravenna.

Gli ospedali dell’Emilia-Romagna in cui si effettuano i trapianti. In Emilia-Romagna si svolgono le attività di trapianto d’organo per rene, rene-pancreas, cuore, fegato, polmone, intestino e multiviscerale. I trapianti d’organo vengono effettuati presso le Aziende ospedaliero-universitarie di Parma, Modena e Bologna. Storicamente il primo trapianto di rene da cadavere è stato eseguito a Bologna il 24 ottobre 1967, il primo trapianto di rene da vivente, sempre a Bologna, il 26 gennaio 1971; il primo trapianto di fegato a Bologna il 9 aprile 1986; il primo di cuore a Bologna il 23 settembre 1991; il 30 dicembre 2000 il primo trapianto di intestino a Modena e il 16 febbraio 2001 il primo trapianto multiviscerale a Modena; il 10 settembre 2001 il primo trapianto di polmone, a Bologna.