A memoria trentennale, la ricerca di voti e preferenze nella cospicua sacca elettorale di origine cutrese ha regolarmente segnato un capitolo rilevante nella competizione tra i partiti.
In genere fedeli a movimenti di comunità, ossia addestrati da consolidate abitudini famigliari a un voto non di opinione ma di appartenenza, i candidati di origine calabrese ottennero a Reggio Emilia notevoli successi sin dagli anni Ottanta.
I reggini Girolamo Ielo e Vincenzo Aiello assunsero la guida di assessorati importanti nelle giunte guidate da Antonella Spaggiari, rispettivamente in quota Pci e Psi. Con l’appoggio della Spaggiari, Ielo ottenne anche un ruolo di rilievo all’interno della Fondazione Manodori.
Ma fu negli anni successivi, in particolare tra il ‘99 e il 2014, che la forza dei candidati targati Cutro crebbe ampliandosi nel peso elettorale e nella diffusione capillare nelle forze politiche, fossero di governo o di opposizione.
I consiglieri eletti nelle diverse liste non si contano, in sala Tricolore ma anche in provincia. Per dare prova della potenza elettorale espressa dal voto calabrese nel principale partito di governo, i Democratici di sinistra, basti ricordare che la conta delle preferenze nello stesso partito segnò un anno due cutresi doc al primo e al secondo posto, con distacchi clamorosi e impressionanti rispetto anche a figure di primissimo piano del partito.
Celebre, e successivamente segnalata e stigmatizzata dalla direzione distrettuale antimafia, fu la trasferta di massa dei candidati a Cutro nel 2009, a poche settimane dal voto in occasione di una tradizionale celebrazione religiosa.
Oggi, a due mesi dalle elezioni comunali, il contesto politico appare a uno sguardo superficiale del tutto differente. Le inchieste della magistratura culminate con il processo Aemilia e l’emersione pubblica di un’organizzazione ‘ndranghetista conclusasi con circa 1.500 anni di carcere comminati a decine di imputati hanno prodotto una rivoluzione copernicana nel rapporto tra forze politiche e candidati.
Le liste, in via di formazione, risentono di uno screening preventivo addirittura a partire dal cognome. Nessuna forza politica vorrebbe correre il rischio di ritrovarsi tra i candidati personaggi discussi. Eppure, i voti “cutresi” ci sono ancora, sono tanti e fanno gola a tutti. Una sfida delicata per le forze politiche. Sarà interessante seguirla.
Uhm…non mi risulta che la lista “BokaSSa über alles” sia molto intereSSata ai voti dei notri amatiSSimi fratelli del sud, anzi…