Entrerà in vigore dal 2 maggio 2025 la riforma dei ticket farmaceutici introdotta dalla Regione Emilia-Romagna nell’ultima manovra di bilancio: una misura che l’ente regionale ha giustificato sottolineando la necessità di “continuare a garantire la sostenibilità e la qualità del sistema sanitario regionale, pubblico e universalistico, e far fronte ai tagli del governo”.
Dopo un confronto con le organizzazioni sindacali, la giunta regionale ha approvato la delibera che introduce una misura di compartecipazione alla spesa farmaceutica per i cittadini assistiti in Emilia-Romagna: dal 2 maggio è previsto un ticket di 2,20 euro per ogni confezione di medicinale, fino a un massimo di 4 euro per ricetta.
Continueranno comunque a essere esentate dal pagamento del ticket le fasce di popolazione più vulnerabili per reddito o patologia: un milione e 650.000 cittadini, circa un emiliano-romagnolo su tre. Di questi, 373.000 sono esenti per patologia cronica, 766.000 per condizioni di disagio economico, altri 200.000 tra pazienti oncologici, trapiantati e affetti da malattie rare.
Un’ulteriore novità è quella relativa alle prime visite specialistiche per le famiglie con almeno due figli a carico: resteranno gratuite solo per i figli fino ai 14 anni compiuti.
La riforma, secondo la Regione, si è resa indispensabile anche per far fronte all’aumento costante della spesa farmaceutica, prevista in crescita anche per il 2025 e imputabile da un lato all’introduzione di farmaci particolarmente innovativi, e al contempo molto costosi, dall’altro all’invecchiamento costante della popolazione.
“Una decisione definita anche a seguito di un positivo confronto con le organizzazioni sindacali”, hanno sottolineato il presidente della Regione Michele de Pascale e l’assessore regionale alle politiche per la salute Massimo Fabi, “volta a continuare a garantire la qualità e la sostenibilità economica del servizio sanitario regionale, messo a dura prova dal sottofinanziamento statale, e necessaria anche in seguito all’introduzione di farmaci e terapie altamente innovativi, che consentono di curare meglio tante patologie ma che sono al contempo molto dispendiosi. Un contributo da cui rimangono esenti, comunque, tutte le persone che anche adesso lo sono e che per ragioni economiche o di salute possiamo definire le più vulnerabili”.
L’obiettivo, hanno spiegato de Pascale e Fabi, è quello “di continuare non solo a garantire a tutti gli assistiti dell’Emilia-Romagna servizi e cure di qualità, ma anche di rafforzarli in virtù delle nuove risorse che entreranno. Un impegno che ci siamo assunti e che onoreremo: la risposta della comunità servirà a tutelare tutti, a partire dai più fragili. Naturalmente è una riforma che monitoreremo con la massima attenzione per valutarne l’efficacia dopo un primo periodo di applicazione”.
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