Banda Uno Bianca, Occhipinti è libero. Tribunale: sì è pentito, non è pericoloso

Marino Occhipinti, 53 anni, ex componente della banda della Uno Bianca, arrestato nel 1994, 24 anni di carcere di cui gli ultimi 6 trascorsi in semilibertà, è un uomo libero.

La decisione è stata presa dal Tribunale di Sorveglianza di Venezia che ha sancito come l’ex bandito sia "sinceramente pentito", abbia "rivisitato in modo critico il suo passato" e non sia "socialmente pericoloso". Lo scorso anno fece scalpore la settimana di "vacanza" che gli fu concesso di trascorrere in Val d’Aosta, in un hotel a quattro stelle, insieme alla cooperativa sociale che si è occupata del suo reinserimento negli ultimi sedici anni.
 
Marino Occhipinti era stato condannato all’ergastolo nel 1997 con l’accusa di avere partecipato all’omicidio del 22enne guardia giurata Carlo Beccari durante l’assalto alla Coop di Casalecchio di Reno, correva l’anno 1988.

Parenti vittime: Occhipinti non doveva uscire. "Siamo tutti sconvolti, potevano almeno avvisarci visto che sanno qual è l’indirizzo dell’associazione. Per me Marino Occhipinti non è responsabile di un solo omicidio, ma di tutti i reati commessi dalla Banda della Uno Bianca, come gli altri. Deve esserci rispetto per noi". E’ un fulmine a ciel sereno per Rosanna Zecchi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della Uno Bianca, la scarcerazione dell’ex poliziotto condannato all’ergastolo nel 1997 per l’omicidio della guardia giurata Carlo Beccari e dal 2012 in semilibertà. "Ho parlato con la sorella di Carlo questa mattina e mi ha detto che le è mancato il respiro quando ha saputo della liberazione. Questi sono criminali – ha proseguito Zecchi – che non si rendono conto del male che hanno fatto. Non mi interessa che si è dissociato da quei crimini, lui sapeva cosa facevano i Savi e avrebbe potuto parlare per evitare altri morti".
 
Tempo fa il procuratore aggiunto di Bologna Valter Giovannini, che fu il pm dell’inchiesta e del processo bolognese sulla banda della Uno bianca, disse che le ‘leggi in vigore devono essere applicate dai magistrati, ma se poi la sensibilità culturale è mutata rispetto al tempo della loro emanazione, nulla vieta di modificarle’. Un concetto che Zecchi sposa in pieno. "Lo dico da tempo che bisogna cambiare le leggi per gli ergastolani e non concedere sconti o benefici. Capisco che Occhipinti era in semilibertà – ha concluso -, ma questo è troppo".