Mercoledì 12 marzo il Parlamento europeo ha approvato – con 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astenuti – una risoluzione sul Libro Bianco sul futuro della difesa europea (anticamera del piano ReArm Europe, presentato nei giorni scorsi dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen) che invita l’Unione europea ad agire con urgenza per garantire la propria sicurezza, chiedendo che le risposte ai rischi esterni siano “simili a quelle in tempo di guerra” e che appunto “accoglie con favore il piano ReArm Europe”.
Il voto, tuttavia, ha evidenziato una spaccatura all’interno della pattuglia del Pd a Strasburgo, la più numerosa dell’eurogruppo dei Socialisti & Democratici: dieci eurodeputati dem hanno infatti votato a favore (tra questi l’ex presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e l’ex assessora regionale emiliano-romagnola Elisabetta Gualmini – oltre a Decaro, Gori, Lupo, Maran, Moretti, Picierno, Tinagli e Topo), mentre altri undici si sono astenuti (Annunziata, Benifei, Corrado, Laureti, Nardella, Ricci, Ruotolo, Strada, Tarquinio, Zan e Zingaretti).
Una divisione in parte riconducibile alle convinzioni personali dei singoli deputati, e in parte alle posizioni espresse negli ultimi giorni dalla segretaria del partito Elly Schlein. La stessa Schlein ha commentato così il voto odierno: “Oggi al Parlamento Ue si votava una risoluzione con molti punti che condividiamo, ma che dava anche appoggio al piano RearmEU cui abbiamo avanzato e confermiamo molte critiche proprio perché agevola il riarmo dei singoli Stati facendo debito nazionale, ma non contribuisce alla difesa comune e anzi rischia di ritardarla”.
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