Matteo Renzi, ‘Un’altra strada’

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7.3

Una cosa di cui non è privo questo libro è l’energia. Energia politica che ha due pilastri: il primo è il rifiuto del rimpianto dettato dalla nostalgia, il secondo è la critica alla sinistra massimalista, come la definisce l’autore, «capace di stare insieme solo contro qualcuno» e nomina Berlusconi e, senza nominarsi, pensa, non senza qualche ragione, a sé stesso.

«Il ricordo dei bei tempi andati – scrive – talvolta dipinge il passato a tinte rosee molto più per effetto della nostra immaginazione che per aderenza alla realtà», infatti, il libro «non serve a rivendicare il passato» ma a sfidare il presente, raccontando che «tornerà presto il tempo della politica contro il populismo, del futuro contro la paura, della cultura contro l’ignoranza, del lavoro contro l’assistenzialismo, della verità contro le fake news, dell’Europa contro il nazionalismo». Sono i temi che affronta capitolo dopo capitolo, e non senza un certo appeal. Rivendica l’ottimismo del domani contro un tempo, il presente, «dominato da varie forme di negatività e angoscia». Ma se il “passato politico” – aggiungiamo noi – non può essere una palla al piede o essere rivendicato per aggiudicarsi i meriti del presente, il passato, che si voglia o no, costituisce il presente e getta le basi del futuro. Quindi i conti con ciò che ci sta alle spalle andrebbero “laicamente” fatti. In qualche misura Renzi a proposito, ad esempio, del referendum del 4 dicembre 2016 abbozza, ma la sconfitta la fa rientrare, essenzialmente, in quella temperie mondiale passata dalla Brexit all’elezione di Trump. O come quando si sofferma sull’errore compiuto nella mancata approvazione dello Ius culturae e del suo governo ed ereditato da Gentiloni e mai varato. Troppa politica politicante secondo l’ex Presidente del consiglio.

Renzi si dichiara cattolico, tuttavia ci pare di cogliere alla base della sua formazione politica – ispirata da figure quali Clinton, Blair e Obama – elementi di pragmatismo (politico) e di “etica protestante” quando mette al centro il merito, la “fatica”, il fare contro l’assistenzialismo (vedi il cosiddetto reddito di cittadinanza del governo Conte). Una concretezza politica suggerita, probabilmente, da uno spirito liberaldemocratico di stampo anglosassone.
E forse sta qui il punto di rottura con la tradizione della sinistra italiana che come spina dorsale ha avuto (e in parte forse ha ancora) la cultura politica (e gli uomini) del Partito comunista, scioltosi nel lontano 1991.
In questo senso è emblematica la riforma del lavoro (jobs act) – con l’abolizione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori – e lo scontro con la sinistra “tradizionale“ e il sindacato (in specifico la FIOM-CGIL) che ne è derivato. Renzi spiega nel paragrafo “Aprire i cantieri, chiudere le polemiche”, che ha come incipit una frase di Olof Palme («Il nostro compito è combattere la povertà, non la ricchezza»), come vede il rapporto aziende-lavoratori-sindacato. Le aziende creano lavoro, e su questo, crediamo, siamo tutti d’accordo. Il punto non risolto, secondo noi, è questo: di fronte alle trasformazioni tecnologiche e alla frantumazione dei “lavori”, e quindi della forza sociale e politica dei lavoratori, come garantire una retribuzione dignitosa.
Intervenire sulla fiscalità che grava sul “lavoro”? Questa, secondo l’Autore è il primo passo verso il miglioramento di tante realtà lavorative, anche perché se Winston Churchill spesso diceva che «la democrazia è la peggior forma di governo, a parte tutte le altre che sono state sperimentate» pensiamo si possa dire più o meno la stessa cosa del capitalismo.

La strada, per Renzi, è lo sviluppo nella direzione della sostenibilità e della Green economy. Una strada che richiede di alzare lo sguardo per varcare i confini nazionali ed entrare in Europa contro i populisti-sovranisti (cit. M. Panarari il cui libro Uno non vale uno ve lo consigliamo), una battaglia di civiltà.
Noi abbiamo scelto alcuni nodi, se ne potevano scegliere altri naturalmente, ma in sostanza Un’altra strada, soprassedendo a certi passaggi un po’ enfatici e ad altri in cui ricorda vicende personali, è un programma politico (da approfondire e dettagliare) che si può accettare o meno, ma non si dovrebbe ignorare.

Si ringrazia la Libreria del Teatro, via Crispi 6, Reggio Emilia.

Matteo Renzi, Un’altra strada, Marsilio, 2019, pp. 235, 16,00 euro, recensione di Glauco Bertani.

Colonna sonora:

Queen, We Are The Champions

Joy Division, Ceremony

Bruce Springsteen, Dancing In The Dark

Stan Ridgway, Camouflage

Eurythmics, Sweet Dreams

I nostri voti


Stile narrativo
7
Tematica
7
Potenzialità di mercato
8