Metalmeccanici reggiani: “Oltre 30mila sono pronti allo sciopero”

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“Il sindacato e i lavoratori sono per il contratto, ma gli industriali reggiani cosa pensano? Vogliono essere parte del problema o della soluzione?” si chiedono Fim Fiom Uilm durante l’Assemblea Provinciale delle delegati e dei delegati delle industrie di Reggio Emilia.

Oltre 350 delegati sindacali metalmeccanici, votati da oltre 20 mila impiegati e operai del settore nella nostra provincia, si sono riuniti oggi al Centro Sociale PiGal di Reggio Emilia, per discutere del rinnovo del contratto nazionale e di come organizzare gli scioperi che nelle prossime settimane colpiranno anche le imprese metalmeccaniche reggiane, come in tutta Italia.
Un evento che non si vedeva da molti anni per il sindacato locale, che lancia la campagna di scioperi delle prossime settimane.

Agli industriali metalmeccanici reggiani che oggi si sono riuniti parlando del contratto nazionale e dei giovani, i Segretari territoriali di Fim Fiom Uilm, Alessandro Bonfatti Simone Vecchi Jacopo Scialla chiedono: “Gli industriali metalmeccanici, che non trovano giovani da assumere, si chiedono perché i nostri giovani vanno a lavorare in Germania mentre non ci sono giovani tedeschi che vengono a lavorare nel nostro paese. C’è un problema di salari e precarietà che va affrontato”.

All’assemblea provinciale ha partecipato anche il Segretario Generale della Fiom Cgil, Michele De Palma che nelle conclusioni ha dichiarato: “Per ridare centralità al lavoro e all’industria metalmeccanica occorre rinnovare il contratto nazionale. Le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici sono la spina dorsale dell’industria italiana e va loro riconosciuta dignità, dando risposte alla piattaforma che hanno votato.”

Le delegate e i delegati sindacali che hanno partecipato l’assemblea di Fim Fiom Uilm nelle prossime settimane organizzeranno gli scioperi in oltre 100 aziende aderenti alla Unindustria / Federmeccanica di Reggio Emilia che applicano il Contratto nazionale dell’industria, chiedendo a oltre 30 mila colleghi di aderire a scioperi che si articoleranno in tutte le aziende, con fermate a sorpresa, a singhiozzo, a scacchiera, per provare a convincere le proprie controparti a riconoscere aumenti superiori all’inflazione.

Luca Colonna della Uilm Nazionale, nella relazione introduttiva, ha descritto le ragioni della rottura della trattativa, e ha chiesto ai delegati “di prepararsi a una lotta lunga, che sarà una maratona che nei prossimi mesi dovrà essere condivisa dalla maggioranza dei colleghi, saremo responsabili e determinati”.
Roberta Castronuovo, Segretaria Generale della Fim Cisl Emilia Romagna ha richiamato Federmeccanica alle proprie responsabilità, a trattare sulla piattaforma votata dai lavoratori cercando di dare risposte su tutti i temi in una logica di reale giustizia e sostenibilità sociale ed economica. I dirigenti nazionali delle tute blu sono stati spronati dagli interventi dei delegati a rafforzare l’unità sindacale.
I delegati dell’Emak di Bagnolo, della Cobo di Cadelbosco Sopra, dell’Argo Tractors di Fabbrico, della Walvoil di Bibbiano, della MTA di Rolo, della Padana Tubi di Guastalla, della Sacmi Forni di Casalgrande, della Palfinger e della Comet di Reggio, dell’Interpump di Calerno, della Vimi Fastener di Novellara, dell’Immergas di Brescello e della Bosch di Vezzano sono intervenuti all’Assemblea del PiGal per chiedere un giusto salario, maggiori diritti e meno precarietà.

Sarà proprio in queste aziende che si concentreranno gli scioperi delle prossime settimane, per richiedere di ridurre la precarietà nei luoghi di lavoro e avere un aumento di 280 euro mensili nei prossimi 3 anni.

Per Fim Fiom Uilm “la trattativa nel merito non è mai davvero partita perché la “contropiattaforma” presentata dalle organizzazioni imprenditoriali non risponde alle rivendicazioni fatte in 6 mesi di incontri, Federmeccanica e Assistal non vogliono dare certezze agli aumenti del salario cancellando la struttura contrattuale dell’ultimo CCNL del 2021. Non siamo solo in presenza di distanze sulla quantità economiche nel loro complesso, ma ancora più grave è che siamo di fronte a piani diversi di confronto per responsabilità di Federmeccanica e Assistal. Per noi invece l’impianto contrattuale dell’ultimo rinnovo va confermato e rafforzato. Siamo consapevoli della crisi dei principali settori dell’industria, il contratto nazionale è uno strumento per affrontare una fase delicata e per rivendicare interventi del Governo.”

Alla fine dell’assemblea, i due interventi più applauditi sono stati quelli dei delegati che hanno ricordato che “280 euro di aumento sono una richiesta sensata e che restituisce dignità al lavoro” e chi ha esclamato in dialetto ai colleghi delegati “Dai c’andom! Andiamo a conquistarci il nostro contratto nazionale!”.



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