Affollata serata, mercoledì, all’Hotel Posta in piazza del Monte, nel centro storico di Reggio Emilia, per l’incontro di MiglioraRe, l’associazione fondata da residenti e commercianti, che chiedono il rilancio dell’esagono, da anni in preda all’abbandono, al degrado ed esposto a problemi legati alla sicurezza.
Tanta gente che ha a cuore la salute e i destini della città storica ha voluto portare il proprio contributo alla discussione, tanto che ai piedi della Sala del Capitano del Popolo, alle 19.30, si era già creato un lungo serpentone.
Al tavolo i portavoce del gruppo MiglioraRe, Marco Merola, Ester Braglia e il commerciante di via Calderini, Andrea Bottazzi e una delle fondatrici, Cinzia Beneventi. Sono stati loro a rimarcare i punti dolenti del centro. Ha spiegato Marco Merola, riprendendo un concetto già espresso dal comitato in precedenza: “Lo dico in modo provocatorio: è tempo di investire sul centro come si è fatto per l’area delle Reggiane”. E ha continuato: “C’è un malato urgente e serve subito una terapia. Per noi sono tre le medicine. Primo: la pulizia e il decoro. Secondo: una serie di interventi sulla sicurezza, in modo che la gente possa passeggiare per il centro senza avere paura. E terzo: risolvere il prolema dei parcheggi per chi arriva da fuori”.
Poi la parola è passata a Ester Braglia: “Occorre fare rete tra commercianti, residenti e visitatori. Bisogna ricreare quel rapporto umano e di fiducia che il web non può dare”. Infine è intervenuto Andrea Bottazzi che ha parlato di temi legati alla vivibilità e sicurezza: “Chiediamo di ripristinare il poliziotto o carabiniere di quartiere con un adeguamento dell’organico delle forze dell’ordine, perché i cittadini possano sentirsi più tutelati. E anche che siano debellati i luoghi di abuso e spaccio di droga”.
Dopo gli interventi la serata è proseguita con il contributo del folto pubblico in sala, con i presenti che hanno voluto portare il proprio contributo alla discussione. Infine tanti sono intervenuti anche sui social per continuare il dibattito, come Veronica Ward, che tra l’altro ha scritto: “Aula piena, seduti e in piedi. E tutti pronunciavano la parola: insieme”.
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