Reggio. Sono sempre meno i nuovi contratti di lavoro: calo del 10,4%

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Prosegue la contrazione del mercato del lavoro a Reggio Emilia, iniziata già nei mesi scorsi. Sono 3.720, infatti, i nuovi contratti previsti per il mese di novembre, con un calo del 10,4% rispetto al novembre 2023, e sono 11.380 quelli relativi al trimestre novembre 2024/ gennaio 2025, un valore inferiore del 12,7% rispetto a quello dello stesso periodo dell’anno precedente.

I dati rilasciati dal Sistema informativo Excelsior, analizzati dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio dell’Emilia, evidenziano che i nuovi contratti previsti per novembre 2024 si concentreranno per il 62,4% nel settore dei servizi, con 2.320 attivazioni e un -4,9% rispetto al novembre 2023, e per il 52% saranno in capo ad aziende con meno di 50 dipendenti.

Nell’ambito dello stesso comparto, il più elevato numero di nuovi contratti è previsto per i servizi alle imprese (810 in totale e -10,0% rispetto al dato di novembre 2023), seguito dai servizi di alloggio e ristorazione con 730 nuovi contratti ed un aumento del 15,9% in un anno; in calo, invece, il comparto delle costruzioni con 220 nuovi contratti (-31,3%), il commercio con 500 (-12,3%) e, infine, i servizi alle persone (-20,6%). Pesante calo anche per i nuovi contratti nell’industria manifatturiera e public utilities, che scendono di un 14,5% rispetto al novembre 2023, fermandosi a 1.180 unità.

Nel 25% dei casi – rileva la Camera di Commercio – le entrate previste saranno stabili, cioè con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 75% dei casi saranno a termine (a tempo determinato o con altri contratti con durata predefinita).

I nuovi contratti interesseranno per una quota del 40% giovani con meno di trent’anni; in tutti i casi, al 60% di tutti i nuovi assunti è richiesto il possesso di esperienza professionale specifica o nello stesso settore.

Anche a novembre si riproporranno, comunque, le difficoltà delle imprese nel reperimento di alcune figure professionali, complessivamente in 51 casi su 100. Nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, tra le figure di difficile reperimento vi sono gli ingegneri (nell’88,6% dei casi), nel 76,6% lo sono i tecnici della salute e nel 71,4% dei casi i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi. Riguardo l’ambito degli impiegati e delle professioni commerciali e nei servizi, tra quelli di difficile reperimento vi sono gli operatori della cura estetica (67,6% dei casi), gli addetti alla gestione economica, contabile e finanziaria (52,4% dei casi) e gli addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela (49,2% dei casi). Nel segmento degli operai specializzati le difficoltà si scontano soprattutto nella ricerca di operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione di edifici (93,2%), di operai specializzati nell’installazione e manutenzione di attrezzature elettriche ed elettroniche (85,4% dei casi) e di operai specializzati nelle lavorazioni alimentari (76,9% dei casi).



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