Editoriale. I cento giorni di Massari

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Trovo ingeneroso e soprattutto inutile porre il tema del “bilancio dei primi cento giorni” al sindaco di una media città, per di più privo di qualsiasi precedente esperienza amministrativa. La questione posta denota una rilevante carenza di preparazione istituzionale, in particolare di competenze, stante la notevole distanza tra l’agenda di lavoro di un presidente degli Stati Uniti – da cui il celebre concetto di “cento giorni” – e il sindaco di Reggio Emilia.
Se volessimo uscire dal chiacchiericcio di un milieu politico locale sempre più asfittico, potremmo ragionevolmente considerare in un paio d’anni il periodo necessario a Marco Massari per comprendere con pienezza di visione dove si trovino oggi e quali siano e come funzionino i non semplici strumenti per fare bene il lavoro che gli è stato affidato.

La sola argomentazione ad oggi proponibile riguarda la squadra che ha scelto per aiutarlo nell’amministrazione della città. Gli si rimproverano scelte non condivise con i partiti che lo hanno eletto e di aver composto un team piuttosto avanti negli anni, in sostanza gli amici della Fgci nella quale militava da giovane. Osservazioni legittime, ma non necessariamente corrette. Massari è stato eletto con il 56% dei voti, ha il diritto/dovere di scegliere.

Per un giudizio sereno e analitico c’è ancora molto tempo.




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