Modena per la sicurezza del nodo sul Secchia

PONTE SECCHIA Modena

Un tavolo tecnico permanente con Aipo, per il quale l’Agenzia interregionale per il fiume Po ha già dato la propria disponibilità, convocato dall’assessorato all’Ambiente per il coordinamento operativo e il monitoraggio degli interventi di messa in sicurezza del nodo idraulico modenese, una priorità per il territorio.

Lo ha annunciato l’assessore all’Ambiente Vittorio Molinari nel corso della risposta all’interrogazione del Movimento 5 stelle, presentata da Giovanni Silingardi, sui lavori di adeguamento e messa in sicurezza della cassa di espansione del fiume Secchia.

L’interrogazione è stata trattata nella seduta consiliare insieme a un ordine del giorno presentato da Pd, Avs, M5s, Pri-Azione-Sl, Modena civica che chiede la convocazione di un commissione consiliare sul tema, alla presenza di Aipo, dell’Ente parchi Emilia centrale e di altri esperti, per approfondire il tema della sicurezza idraulica del territorio, conoscere lo stato di avanzamento degli interventi e della progettazione delle casse di espansione del Secchia e del Panaro e lo stato di manutenzione di tutti i canali e i manufatti del nodo idraulico modenese. La mozione è stata approvata con il voto a favore dei gruppi di maggioranza. Contrari Fratelli d’Italia, Lega Modena, Modena in ascolto; astenuta Modena per Modena.

Concentrandosi sui lavori per l’adeguamento delle casse di espansione del Secchia, l’interrogazione del M5s chiedeva per quali ragioni, per realizzare l’intervento, si sia reso necessario abbattere gran parte del bosco nell’area del bacino in linea della cassa di espansione, quanti ettari sono stati abbattuti e se vi fossero soluzioni alternative, quali compensazioni ambientali sono previste e con quali tempi di realizzazione, quali sono i tempi previsti per la conclusione del cantiere di rimozione del sedime e l’innalzamento e il potenziamento delle arginature.

Nella risposta, l’assessore ha riportato le informazioni ricevute da Aipo che è responsabile del progetto.

Ricordando che l’obiettivo dei lavori è aumentare il volume della Cassa e, quindi, la sua capacità di invaso, Aipo ha spiegato che dai rilievi effettuati per la redazione del progetto è emerso che nel corso degli anni il materiale limo-argilloso che si è sedimentato alle spalle della Cassa ha ridotto di circa un milione di metri cubi la capacità di invaso della cassa in linea. Focus del progetto è, perciò, non solo l’ampliamento delle aree e l’innalzamento degli argini ma anche il ripristino della capacità di invaso e della sua funzione di laminazione delle piene. L’eradicazione dell’area boscata a monte del manufatto (decisa in sede di Valutazione di impatto ambientale) è risultata necessaria ai fini della sicurezza idraulica e per il corretto funzionamento del nuovo sistema di laminazione. Senza il taglio degli alberi, infatti, il volume di invaso della Cassa rimarrebbe quello attuale, non si potrebbero effettuare gli scavi necessari per ricavare il materiale necessario all’adeguamento degli argini, non si potrebbero realizzare gli isolotti e le aree di naturale divagazione del fiume che potrebbero facilitare anche l’instaurarsi di habitat diversificati.

Al momento, l’area disboscata è pari a poco meno di 18 ettari (sui 23 ettari previsti). A fronte dell’eradicazione sono previste diverse misure di compensazione: il ripristino della morfologia fluviale originaria (con più corsi del fiume) e la ramificazione del corso d’acqua a monte del manufatto con l’obiettivo di rigenerare un ambiente fluviale e habitat di specie; la posa, al termine dei lavori, di isolotti galleggianti nella Cassa in parallelo e di ceppaie. Entro novembre, inoltre, saranno consegnati i lavori per la creazione di quasi trenta ettari di nuovi habitat. L’intervento, ha spiegato ancora Aipo, ha comportato un ampliamento di aree della Rete Natura 2000 di circa 199 ettari, con un aumento del 72 per cento della superficie pregressa. I lavori del lotto 2, attualmente sospesi per rispondere alle osservazioni sul taglio degli alberi, sono finanziati con 27 milioni di risorse del Pnrr e, pertanto, dovranno concludersi entro il 31 dicembre 2025.

Rispondendo alle ulteriori domande dell’interrogazione, Aipo ha precisato che, una volta completati, gli interventi garantiranno una maggiore sicurezza delle opere di contenimento aumentando, appunto, la capienza dell’invaso. Insieme al lotto 1 (intervento sul manufatto per migliorarne la capacità di laminazione anche grazie a paratoie mobili) e al lotto 3 (ampliamento delle Casse in un’area in territorio di Rubiera) rientra nella strategia avviata negli anni scorsi, con i lavori realizzati sulle arginature del fiume, per adeguare le opere idrauliche a eventi con tempi di ritorno di 50 anni.



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