Ha aggredito un’infermiera dell’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia ed è stato arrestato in flagranza di reato in virtù della nuova normativa in vigore dal 2 ottobre.
A finire in manette, con l’accusa di lesioni, un 51enne – già noto alle forze dell’ordine e con diversi precedenti penali – che ieri mattina si è scagliato prima verbalmente e poi fisicamente contro l’infermiera che lo stava curando nel reparto di medicina II all’Arcispedale.
L’uomo, in forte stato d’agitazione, è stato calmato e infine bloccato dagli agenti del posto di polizia al pronto soccorso. Una volta portato in questura, è stato applicato – per la prima volta nel Reggiano – il recente Decreto-Legge n. 137 del 2024 con “misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura dell’esercizio delle loro funzioni”. L’uomo, viste le sue precarie condizioni di salute, è attualmente ricoverato; non ravvisando le esigenze cautelari, l’autorità giudiziaria, ha disposto la liberazione immediata.
“Bene il carcere per chi pesta i sanitari ma la prevenzione del problema si costruisce sul territorio – scandisce Alberto Ansaloni, Cisl Fp Emilia Centrale –. Servono strumenti elettronici per chiedere aiuto quando scatta una situazione di pericolo e serve il posto di polizia h24. Non dobbiamo arrenderci alla penuria di agenti e di mezzi. Grandi città capoluogo come Reggio hanno il diritto ad avere questa protezione.”
Il sindacato confida nell’apertura di un focus con Ausl sulla prevenzione della violenza anche nei servizi più drammaticamente esposti, come la Rems di via Montessori e il Diagnosi e Cura di Correggio. “Qui i sanitari hanno le cicatrici delle botte che subiscono in continuazione. Lo Stato non si può dimenticare dei suoi servitori e deve dare loro protezione, non mezze misure. Nessuna indennità può giustificare un rischio alla propria sicurezza”.
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