Il caso Bonsu a Un giorno in pretura

Un giorno in pretura

“Un giorno in pretura” –  lo storico programma televisivo di genere giudiziario e criminologico, ideato e condotto dal 18 gennaio 1988 su Rai 3 da Roberta Petrelluzzi – è forse una delle poche cose che meritano di essere viste sulla rete pubblica. I processi che nel corso degli anni vengono raccontati – al di là del clamore mediatico che le vicende hanno avuto – restituiscono infatti uno specchio fedele della nostra società: degli orrori che siamo in grado di commettere, dei drammi che attraversano molte famiglie, degli atti di miseria e di nobilità di cui tante persone nel loro quotidiano vivere sono chiamate a compiere, del funzionamento e della qualità (non sempre eccelsi) del nostro sistema giudiziario (che, ricordiamocelo, è uno dei tre poteri del nostro Stato repubblicano).

Ieri sera, sabato, la quinta puntata della 38esima edizione è stata dedicata a un vecchio caso, che nel settembre 2008 sconvolse la tranquilla città di Parma. Il brutale arresto illegittimo e pestaggio di uno studente dell’Iti di origine ghanese – Emmanuel Bonsu, in Italia da sei anni con genitori e 4 fratelli – finito per sbaglio in un’improbabile retata antidroga organizzata dai vigili urbani nel parco “Falcone e Borsellino” di Parma. Vittima di percosse e di insulti razzisti, Emmanuel con la sua famiglia scelse di non rimanere in silenzio e di mobilitare l’attenzione pubblica su questo caso di abuso in divisa che inizia con uno scambio di persona e finisce scuotendo l’intera città. Con tanti parmigiani che scelsero tuttavia di stare – con le loro testimonianze – dalla parte della verità.

La puntata di “Un giorno in pretura” dedicata al caso Bonsu può essere vista anche su RaiPlay cliccando qui.

 



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