Doping, la Wada fa ricorso e chiede 1 o 2 anni di squalifica per Sinner

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Il supercampione di tennis Jannik Sinner rischia 1 o 2 anni di stop per doping. L’Agenzia mondiale antidoping (Wada) ha infatti presentato ricorso al Tas contro l’assoluzione del numero 1 del mondo, sottolineando di non ritenere corretta la “constatazione di assenza di colpa” e chiedendo per Jannik uno stop da uno a due anni.
La vicenda, come noto, è quella del Clostebol, sostanza dopante che sarebbe stata trasmessa al campione con un masaggio senza guanti dal suo ex fisioterapista, il bolognese Giacomo Naldi, sostanza contenuta nel cicatrizzante con cui il massaggiatore si stava curando un taglio al dito.

La cattiva notizia è arrivata oggi mentre Sinner era in campo negli ottavi a Pechino contro Safiullin (poi battuto in rimonta 3-6, 6-2, 6-3). L’Agenzia ha infatti confermato con una nota che giovedì 26 settembre ha presentato ricorso al Tas in relazione al caso di Jannik Sinner, tennista italiano attuale numero 1 del ranking Atp, il quale era stato stato ritenuto nei mesi scorsi “esente da colpa o negligenza” da un tribunale indipendente dell’International Tennis Integrity Agency (Itia) essendo risultato positivo per due volte al clostebol. La Wada ritiene infatti che “la conclusione di ‘nessuna colpa o negligenza’ non sia corretta ai sensi delle norme applicabili” e chiede “un periodo di ineleggibilità compreso tra uno e due anni”, ma “non sta chiedendo la cancellazione di nessun risultato, salvo quello che è già stato imposto dal tribunale di primo grado”.

Poiché  la questione è ora pendente dinanzi al Tas, la Wada fa sapere che non rilascera’ al momento ulteriori commenti. Sinner resta comunque libero di partecipare a tutti i tornei, almeno fino a quando il Tribunale arbitrale dello Sport di Losanna (Tas) non formulerà una sentenza. L’atleta azzurro, 23 anni, originario di Sesto Pusteria, a gennaio campione degli Australian Open e pochi giorni fa degli US Open, numero 1 della classifica ATP dal giugno scorso, ora dovrà difendersi dalle accuse di doping emerse dallo scorso maggio, sia pure in quantità considerate ininfluenti sulle sue prestazioni sportive.

Il caso era cominciato quando si è saputo, dopo i Giochi di Parigi a cui Sinner non aveva preso parte per una tonsillite, che lo stesso Sinner era risultato positivo il 10 marzo, durante il torneo di Indian Wells. Tracce del metabolita del clostebol, ovvero quello che rimane dopo che la sostanza proibita è stata metabolizzata nell’organismo ma non ancora completamente espulsa, erano emerse anche in un secondo controllo effettuato fuori dal torneo otto giorni dopo.

Il primo commento di Sinner

Jannik Sinner si è detto “molto sorpreso e deluso” in merito al ricorso alla mossa dell’agenzia mondiale antidoping, di cui era stato informato “privatamente” l’altro giorno. “Non è molto semplice, ma non posso controllare tutto – ha aggiunto in conferenza stampa a Pechino dopo il match vinto contro Safiullin – Sono convinto che risulterò innocente, sarà la terza audizione”.

 

 



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