Scandiano, l’Ausl smentisce il suo dirigente: il Ps resterà aperto

ingresso ospedale Magati Scandiano

E’ di nuovo polemica sul futuro del pronto soccorso dell’ospedale di Scandiano, chiuso – al pari di Correggio – durante la primissima ondata della pandemia, poi riaperto nel marzo 2023 (ma solo dalle 8 alle 20) dopo lavori di messa in sicurezza e riorganizzazione per 1,4 milioni. A rigettare benzina sul fuoco di una querelle anche politica che dal 2020 contrappone il sindaco di centrosinistra Matteo Nasciuti (che punta alla riapertura h24) al centrodestra (che sostiene che il pronto soccorso di Scandiano è destinato ad essere chiuso), sono state le affermazioni della direttrice del Dipartimento Cure primarie dell’Ausl, Marina Greci, alla trasmissione televisiva “Il medico e il cittadino” di Telereggio, per altro reclamizzata dalla stessa Azienda sanitaria.

“A Scandiano siamo in procinto di arrivare ad aprire il Cau, se non sarà a fine anno sarà subito dopo, con la chiusura del pronto soccorso come a Correggio”, l’annuncio di Greci in tv che ha fatto sobbalzare il sindaco scandianese. Dopo le furibonde dichiarazioni di Nasciuti ai giornali (“Si tratta di un blitz assolutamente inaspettato, nessuno ci ha mai comunicato nulla al riguardo e a livello politico, in nessun ambito e in nessuna sede, si è parlato della chiusura del pronto soccorso. Non so quale sia il motivo di questo annuncio, non so quanto ci sia di concreto, di certo qualcuno dovrà assumersi delle responsabilità. Ho già chiesto che vengano convocati il prima possibile degli incontri con i vertici Ausl e mi aspetto che qualcuno tragga delle conclusioni e si comporti di conseguenza”) oggi, venerdì, con uno stringato e laconico comunicato l’Ausl ha smentito la sua stessa dirigente: “La Direzione dell’Azienda Usl informa che non è all’ordine del giorno la chiusura del PPI (il Punto di primo intervento, che uno dei mail della nostra sanità è anche quello di inventarsi in continuazione nuovi nomi e relativi acronimi, ndr) di Scandiano, mentre è allo studio l’apertura del CAU (Centro di assistenza e urgenza) notturno, legata alla disponibilità di personale medico e infermieristico adeguatamente formato”.

In precedenza, su Facebook, nel rispondere a una cittadina imbufalita anche l’assessore regionale Raffaele Donini aveva escluso ogni ragionamento su una eventuale chiusura del pronto soccorso di Scandiano: “Non mi risulta che sia all’ordine del giorno la chiusura del PS di Scandiano, tanto più che l’Asl sta facendo ogni sforzo per reperire personale anche non dipendente per garantire il servizio. Credo l’Asl chiarisca in giornata”.

Quello che rimane da chiarire è come mai la stimata direttrice del Dipartimento Cure primarie dell’Ausl se ne sia uscita in maniera che più pubblica non si può (una trasmissione televisiva) con una simile affermazione. Va detto che la stessa Greci, in questi giorni, è molto impegnata nel cercare di promuovere i nuovi Cau ideati proprio dalla Regione per provare a sopperire all’endemica carenza di personale di medicina d’urgenza, che sta mettendo appunto a rischio non solo l’operatività, ma anche la sopravvivenza di molti pronto soccorso (o PPI che dir si voglia).

Una riforma, quella dei Cau, promossa in primis proprio da Donini su cui Marina Greci – nonostante i continui, trionfalistici comunicati della Regione – avanza però qualche dubbio. Come raccontato sempre a “Il medico e il cittadino”, ad esempio,  l’impatto positivo sul pronto soccorso dell’ospedale di Reggio del Cau di via Brigata Reggio è ancora basso: appena un calo del 10,5% degli accessi di codici bianchi. Un paio di settimane prima, in una intervista alla Gazzetta di Reggio, Greci aveva poi dichiarato a proposito dei Cau che “guardando all’Emilia-Romagna penso che senza una centrale telefonica, come quella che abbiamo istituito noi a Reggio, unica in regione, sia un vero caos” . “Un “filtro” telefonico è necessario per indirizzare bene i pazienti, evitando, ad esempio, che le persone si autopresentino ai Cau con problemi cardiaci importanti. Poi ci vuole personale formato: i medici in servizio al Cau devono saper suturare, fare esami ed ecografie. Infine, penso occorra implementare servizi di telemedicina”, aveva aggiunto.

 



Non ci sono commenti

Partecipa anche tu