Nel 10° anniversario della nascita del gruppo Agende rosse Reggio Emilia propone organizza un importante dibattito pubblico sul tema dei beni confiscati alla criminalità organizzata dal titolo “Beni confiscati: da patrimonio mafioso a bene comune”. L’evento si terrà venerdì 20 settembre alle 18 a Reggio Emilia nella Casa di quartiere Spallanzani (via Arturo Toscanini 20) per sensibilizzare la comunità sul processo di recupero e riutilizzo dei beni confiscati, trasformandoli da strumenti di potere mafioso a risorse per la collettività. Interverranno Maria Rita Cocciufa (prefetto di Reggio Emilia), il giudice Francesco Maria Caruso (già presidente del collegio del maxiprocesso Aemilia) e Rosario Di Legami (avvocato e amministratore giudiziario).
Il dibattito offrirà una panoramica generale sui passaggi normativi e giudiziari relativi al sequestro e alla confisca dei beni mafiosi, sulle problematiche relative all’amministrazione e gestione di tali beni e sarà fatto il punto sulla situazione attuale dei beni confiscati nel territorio di Reggio Emilia.
L’11 luglio scorso, in Prefettura a Reggio Emilia, si è tenuta una Conferenza di Servizi finalizzata a raccogliere le manifestazioni di interesse ad acquisire beni immobili confiscati alla criminalità organizzata. Vi hanno preso parte, oltre ai prefetti di Reggio e Parma, Maria Rita Cocciufa e Antonio Garufi, il direttore dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati Bruno Corda, la sottosegretaria del Ministero dell’interno, Wanda Ferro, il procuratore capo Gaetano Calogero Paci, la presidente del Tribunale, Cristina Beretti, il sostituto procuratore della DDA di Bologna Beatrice Ronchi, il presidente della Provincia Giorgio Zanni, i vertici delle forze dell’ordine e degli enti locali, oltre ai sindaci dei comuni interessati. Una conferenza importante di alto valore simbolico che suggella il passaggio definitivo di questi immobili nelle mani della collettività, mettendo attorno ad un tavolo tutti gli attori istituzionali che hanno reso possibile questo risultato, consegnando nella mani della politica locale e dei cittadini la gestione e il futuro
riutilizzo sociale di questi beni. Nel contesto attuale, i beni confiscati nel reggiano includono immobili di diverso tipo, tra cui appartamenti, garage, capannoni e terreni, situati a Reggio Emilia, Bibbiano, Brescello, Cadelbosco Sopra, Montecchio, Vezzano e Sorbolo Mezzani a Parma.
Si tratta di proprietà dal valore di milioni di euro, legate al maxi processo Aemilia e ad altre procedure connesse che interessano i comuni della provincia di Reggio Emilia e di Parma. I beni appartenevano a tre famiglie mafiose: i Grande Aracri, i Sarcone e i Blasco. Dopo nove anni di iter giudiziario, questi beni torneranno alla collettività. L’iniziativa del 20 settembre sarà anche un’occasione per comprendere e discutere delle sfide e delle opportunità legate al riutilizzo dei beni confiscati, promuovendo una maggiore consapevolezza e partecipazione dei cittadini su questo tema cruciale.
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