La diocesi di Reggio ha interdetto don Claudio Crescimanno

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Don Claudio Crescimanno (sacerdote della diocesi molisana di Isernia Venafro, legato alla Cittadella della Divina Misericordia di Casalgrande Alto) è stato interdetto. La curia ancora ha ufficializzato quanto disposto dall’arcivescovo Giacomo Morandi in una lettera indirizzata ai parroci, ai sacerdoti, ai diaconi permanenti e a tutti i fedeli la lettera “Don Claudio Crescimanno domiciliato a Casalgrande Alto presso la denominata “Citta della divina misericordia”: interdetto per inosservanza del Precetto penale”.

“Carissimi Parroci, Carissimi Sacerdoti e fedeli tutti,
è con animo afflitto che ora mi posso rivolgere a ciascuno di voi per dar conto di un passaggio eccezionale per il protrarsi di una grave situazione che ha provocato da tempo una ferita nel corpo ecclesiale. A seguito dei diversi passaggi secondo le disposizioni del diritto canonico, faccio proprio e qui rendo pubblico il provvedimento emesso in data 28 agosto 2024 dall’organo giudiziale, e divenuto definitivo.

Il 17 ottobre 2023, infatti, emettevo a carico del Rev. Claudio Crescimanno il Precetto penale con il quale era fatto divieto di esercitare qualsiasi attività ministeriale, sotto ogni forma, nel territorio della Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla, revocata la facoltà di ricevere le confessioni nel territorio della medesima Diocesi. Al contempo rendevo pubblici i divieti e le relative conseguenze, invitando una volta di più il sacerdote a ravvedersi anche con l’ammonizione del 24 aprile 2024. A seguito del procedimento penale al quale, pur regolarmente citato, non ha voluto prendere parte, comunque assistito da un avvocato d’ufficio, è stata accertata l’inosservanza a tali divieti e ne è conseguito il seguente decreto:

“si dichiara colpevole il Rev. Claudio Crescimanno in ordine alla commissione del delitto ascrittogli e, pertanto, allo stesso viene inflitta la pena dell’interdetto ex can. 1332 CIC.
All’interdetto è proibito:
– di celebrare il Sacrificio dell’Eucaristia e gli altri sacramenti;
– di ricevere i sacramenti;
– di amministrare i sacramentali e di celebrare le altre cerimonie di culto liturgico;
– di avere alcuna parte attiva nelle celebrazioni sopra enumerate”.

Essendo stata riscontrata un’attività relativa al Sacramento della Confessione, pur in assenza della facoltà di assolvere validamente i fedeli sin dal 17 ottobre 2023, di tale profilo verrà investita la Santa Sede per l’accertamento del delitto di attentata assoluzione sacramentale (can. 1379 §1, 2° CIC e art. 4 5 1, 2° delle Norme sui delitti riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede). Al predetto sacerdote sono assicurate le ulteriori tutele previste dall’ordinamento canonico e anche qui è ribadito l’invito a cogliere in tale provvedimento il significato medicinale.

Circa il collaboratore del Rev. Crescimanno, sig. Andrea Maccabiani, va rimarcato che questi non è prete cattolico essendo stato ordinato illegittimamente da un vescovo scismatico e qualsiasi forma di culto esercitato dal medesimo è illegittima in quanto sospeso dall’ordine ricevuto; egli non ha mai avuto la facoltà di assolvere validamente i fedeli.

Quanti ancora frequentano le celebrazioni del Rev. Crescimanno e del sig. Andrea Maccabiani sono pertanto avvertiti della grave situazione in cui possono incorrere.
Invito tutti alla preghiera affinché la lacerazione possa trovare una sapiente ricomposizione”.



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