Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano cantava Venditti. E’ così anche tra l’ex presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini (oggi europarlamentare e presidente del Pd) e l’ex premier del Pd Matteo Renzi (oggi leader di Italia Viva), di cui per altro Bonaccini fu strenuo sostenitore ai tempi dell’ascesa del rottamatore toscano.
“Il tempo dei veti personali è finito. Per me valgono i programmi su cui si fanno gli accordi e la coerenza nella costruzione dell’alternativa alla destra sia a livello nazionale che nei territori”, ha detto il presidente del Partito democratico, Stefano Bonaccini, in un’intervista al “Corriere della Sera”. Il veto sarebbe quello posto da Giuseppe Conte sull’ingresso di Matteo Renzi nel campo largo del centrosinistra. “Non c’è un solo territorio in cui il Movimento 5 stelle si sia presentato alleato con le destre, mentre tante sono le alleanze fatte con il Pd e il centrosinistra alle ultime elezioni. Mi auguro sentano la responsabilità e l’ambizione di costruire assieme all’alternativa al governo Meloni per fare dell’Italia un Paese più giusto, sostenibile e moderno”, ha detto ancora Bonaccini.
“Costruire un’alleanza ‘contro’ la destra non basta, serve invece ‘l’alternativa’ a destre sovraniste e regressive – ha concluso il presidente del Pd – Noi non siamo mai stati così uniti come ora. E il rapporto e la collaborazione con Elly Schlein sono solidi. Io credo che ci sia bisogno di pluralismo e unità per far crescere il Pd. Per questo a inizio ottobre organizzeremo un appuntamento nazionale a Roma, come Energia popolare, da cui usciranno proposte per rafforzare il profilo riformista e la vocazione maggioritaria del Pd, quale perno di un nuovo centrosinistra”.
Già a fine luglio, in una intervista a QN, Bonaccini aveva detto: “Ho apprezzato le parole di Renzi, dopodiché i giudizi sono abituato a darli su programmi e proposte concrete. Per il centrosinistra proseguire con veti e personalismi vorrebbe dire regalare il governo a Giorgia Meloni per i prossimi dieci anni. Su questo, il Pd è ostinatamente unitario”.
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