Parma, detenuto si impicca in carcere: è il 67° suicidio da inizio anno

carcere Parma alto

Un tunisino di 36 anni, che l’anno prossimo avrebbe finito di scontare la pena inflittagli per ricettazione e altri reati connessi al traffico di stupefacenti, si è ucciso poco prima delle 20 di ieri, Ferragosto, impiccandosi nella sua cella della sezione isolamento del carcere di Parma, dov’era stato trasferito solo il giorno prima da Ascoli Piceno. Si tratta del 67esimo suicidio da inizio anno nelle carceri italiane, il terzo solo nell’istituto di detenzione di Parma.

“Dopo circa una settimana di calma apparente, almeno su questo fronte, questo nuovo suicidio porta a 67 la tragica conta dei morti di carcere e per carcere dall’inizio dell’anno, cui bisogna aggiungere i 7 appartenenti alla Polizia penitenziaria che, parimenti, si sono tolti la vita – commenta Gennarino De Fazio, segretario generale della UilPa Polizia Penitenziaria – Mentre gran parte della politica si ricorda delle visite in carcere solo a Ferragosto, magari in luoghi di villeggiatura, e la maggioranza di governo converte in legge un decreto vuoto, tanto che il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha annunciato contestualmente nuove misure per far diminuire di 15/20mila le presenze detentive (a cosa serve allora il commissario straordinario per l’edilizia?) e il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria si è cimentato nell’ennesimo ‘vaderetrum’ (un vademecum illuminante come le luci di Natale), nei penitenziari la scia funebre continua inarrestabile. Così come altissime sono le tensioni e ormai stremati gli operatori, a partire da quelli di Polizia penitenziaria, mancanti di ben oltre 18mila unità”.

Il garante regionale in vista nelle carceri
Proprio ieri  il garante regionale dei detenuti della Regione Emilia-Romagna Roberto Cavalieri ha trascorso il giorno di Ferragosto nel carcere di Modena e in quello di Castelfranco Emilia per visitare gli istituti e svolgere colloqui con i detenuti, recandosi poi anche in quello di Parma non appena avvisato del suicidio. L’iniziativa si accompagna all’allarme lanciato dallo stesso garante per l’aumento del numero dei detenuti giovani adulti, ovvero con meno di 25 anni, nelle carceri dell’Emilia-Romagna. Una situazione preoccupante che ha spinto il garante regionale a scivere ai Comitati locali per l’area dell’esecuzione penale adulti e ai procuratori dell’Emilia-Romagna.

“Assistiamo  a un nuovo fenomeno che preoccupa: l’aumento dei detenuti giovani, spesso anche under 20 anni – rimarca Roberto Cavalieri – Si tratta di persone imputate per reati contro il patrimonio o che hanno storie di dipendenza patologica e abuso farmaci. In Emilia-Romagna sono 246 i giovani adulti su 3.700 detenuti adulti presenti – in alcuni casi si registrano anche trasferimenti dall’Istituto minorile alle Case circondariali come quella di Bologna. In alcuni istituti di detenzione il numero è significativo: a Piacenza, Modena, Bologna, Parma e Rimini si registrano le percentuali più alte di presenza, che raggiungono livelli del 10% sulla popolazione detenuta”.

“Spesso – spiega il garante regionale – si tratta di persone che non hanno un domicilio dove attendere le decisioni del giudice appena commesso il reato oppure, nonostante le condanne brevi, non hanno progetti di inserimento tali da evitare il passaggio in carcere”.

“Per questo- conclude Roberto Cavalieri – mi sono rivolto agli assessori al Welfare e alle Procure affinché valutino possibili collaborazioni come la messa a disposizione di domicili e progetti, che, ove possibile, scongiurino la carcerazione”.



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