Rammstein, per Unimore inquinano troppo

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I Rammstein? Bravi e spettacolari, ma inquinano troppo. E’ quanti sostiene il ‘Lca Working Group’, il gruppo di ricerca che dal 2005 opera presso il dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria di Unimore, l’Università di Modena e Reggio. Che ha valutato mediante appunto la metodologia Lca (Life Cycle Assessment) l’impatto ambientale dello show di domenica scorsa alla Rcf Arena di Reggio Emilia con tanto di report inviato al Consiglio comunale, con cui si chiede di collaborare. Il risultato? Al di là dell’inquinamento prodotto da tutti coloro che hanno raggiunto il Campovolo e dai rifiuti generati, soltanti i circa mille litri di benzina bruciati dai Rammstein per alimentare il loro spettacolare show per gli studiosi di Unomre avrebbe prodotto 2.436 kg di anidride carbonica, per alle emissioni di una automobile di media cilindrata ‘Euro 5’ che percorre 7.406 km. Per capirci: da Reggio a Mosca ci sono circa 3.000 chilometri, 7.800 quelli che servono per raggiungere la capitale dell’India, Nuova Delhi.
«L’obiettivo della Lca – si legge nel documento di ‘Lca Working Group’v- va oltre la valutazione dell’impatto ambientale di prodotti, processi e servizi, ponendosi come uno degli strumenti scientifici di elezione delle politiche europee per analizzare in dettaglio gli impatti ambientali di qualsiasi sistema, anche eventi musicali, con la finalità di prevenirli e dove possibile, minimizzarli. Lo scopo primario è quello di consentire, sia nel pubblico che nel privato, di operare scelte volte a ridurre gli impatti sulla salute umana, sull’ecosistema, sui cambiamenti climatici e sulle risorse finite».
«Con questo intento abbiamo calcolato l’impatto di quelle scenografie incandescenti, consapevoli che sarebbe necessario valutare in modo molto più approfondito, l’impatto totale di un evento nel suo complesso, come quelli che si tengono alla Rcf Arena – continua il gruppo di ricerca – Le emissioni sono state calcolate considerando una combustione di mille litri di benzina come se fosse avvenuta in un motore a combustione interna ‘Euro 5’: ipotesi degna di nota, dal momento che la combustione da scenografia non controllata e senza catalizzazione potrebbe essere peggiorativa dal punto di vista ambientale. Ipotizziamo che un’automobile consumi 10 litri di benzina ogni 100 km percorsi, ben sapendo che tale assunzione è ampiamente maggiore dell’effettivo consumo medio di un’automobile di recente progettazione. Analizzando solo uno dei tanti indicatori ambientali, osserviamo come le emissioni di anidride carbonica equivalente risultino pari a 2.436 kg, ovvero uguali alle emissioni di una automobile di media cilindrata ‘Euro 5’ che percorre 7.406 km».


I ricercatori di Unimore, infine, spiegano perché hanno condotto lo studio, che intendono sottoporre all’attenzione del Consiglio comunale.  «Qualcuno potrebbe chiedersi il motivo di questo nostro intervento su un momento di festa e di svago, ma come gruppo di ricerca che da anni si occupa di formazione e analisi degli impatti ambientali, ci teniamo a sottolineare che gli eventi musicali sono parte del nostro patrimonio culturale intangibile e come tali vanno salvaguardati, valorizzati e protetti. Il rispetto dell’ambiente è una prerogativa e un impegno anche della musica che dovrebbe mettere in atto comportamenti ecosostenibili per tutto ciò che riguarda la musica e i concerti a partire dai sistemi di gestione, la scelta dei luoghi, le procedure operative, la gestione della logistica, le comunicazioni, i trasporti e tutti gli aspetti collegati all’organizzazione degli eventi davvero green. Riteniamo che l’adozione di un approccio multidisciplinare e multistakeholders possa garantire la creazione di una relazione virtuosa tra cultura e innovazione e come gruppo di ricerca che crede fermamente nel valore più alto della conoscenza, siamo pronti a collaborare con le parti interessate e in particolare con il Consiglio comunale di Reggio a cui sono indirizzate le nostre considerazioni per supportare i processi decisionali che sono coinvolti nella gestione di eventi musicali. Si chiede di essere auditi, come già successo in passato, nella commissione I Territorio, una volta che sarà insediata a settembre e verrà nominato il presidente, per presentare una riflessione più approfondita sugli aspetti di gestione sostenibile degli eventi culturali».



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