Marco Massari, fresco di vittoria trionfale, con un Pd che torna ai livelli del Pci di Ugo Benassi con la maggioranza assoluta in sala Tricolore, ha già iniziato a pensare alla nuova giunta. Che qui, alla luce dei risultati elettorali e preferenziali, proviamo a iniziare a interpretare.
Vicesindaco sarà certamente Lanfranco De Franco, il più votato nella lista Pd. Da quella posizione, De Franco potrà lavorare con calma alla di lui assai auspicata successione.
Dell’esecutivo faranno poi parte certamente:
Stefania Bondavalli, pure votatissima;
Annalisa Rabitti, confermata, forse non alla cultura però;
Marwa Mahmoud: già in direzione nazionale, apparsa perfino su Vogue, origini egiziane, musulmana moderata, ottimo profilo per la sinistra multi-culti, molto mediatica;
un cattolico: Davide Prandi, il più votato dell’area, oppure il riciclo di Daniele Marchi, che in giunta ha svolto solo un mandato;
Carlotta Bonvicini in quota Verdi, premiata da un altro successo personale.
Un cinquestelle: Elena Mazzoni o Roberto Neulichedl, animatore musicale, origini trentine, classe ‘56;
ottavo e ultimo assessore, qualora il nuovo sindaco intenda mantenere l’assetto del suo predecessore, uscirà certamente dalla lista Massari o comunque dall’inner circle del medico reggiano, e qui si può pescare nella vecchia Fgci: c’è libero Marco Pedroni, già presidente Coop Italia oggi in pensione; Max Collini, artista e agente immobiliare; l’avvocato Marco Scarpati, che figiciotto non era, ma che da sempre frequenta gli amici di gioventù; e tra i meno boomer potrebbe avere chances Federico Amico, oggi consigliere regionale schleinista, già presidente Arci. Ma i nomi sono tanti. Oltre agli assessori, una poltrona importante è quella del presidente del consiglio comunale, che deve essere ovviamente un consigliere eletto: sarà un’ottima compensazione per chi non riuscirà a far parte della giunta (Matteo Iori, presidente uscente, farebbe la firma per restare al suo posto).
Ultimo aspetto da considerare: i compensi per gli amministratori locali sono quasi raddoppiati. Il nuovo assessore guadagnerà 80mila euro l’anno, quasi uno stipendio da manager, e in questo caso vale il detto che circolava tra i giornalisti nel Novecento: sempre meglio che lavorare.
Il PD è ritornato ai livelli del PCI di Benassi semplicemente perché il PD è tornato ad essere il PCI. Pare che solo Del Rio e Castagnetti non se ne siano accorti. E’ noto che per molti reggiani la caduta del muro di Berlino e la dissoluzione dell’Unione sovietica sono stati i momenti più nefasti della storia del dopo guerra. Auguri al sindaco “di facciata” Massari, sperando che non impieghi troppo tempo a diventare competente (in politica s’intende, non certo nel suo campo dove lo è indiscutibilmente).