È morto a quasi 78 anni (li avrebbe compiuti il 27 maggio) all’albergo Sara di Casina – dov’era ricoverato – Raul Violi, personaggio di spicco nel mondo dello sport e non solo. Violi fu tra i fondatori della Uisp (di cui fu anche presidente nazionale a fine anni Novanta) e per anni segretario provinciale e regionale della Lega Calcio.
Era anche un appassionato di musica, cantava e suonava la chitarra facendo anche pianobar.
“La morte di Raul Violi lascia un segno importante nella storia dell’Uisp di Reggio Emilia, che perde un altro tassello della propria memoria storica e della politica associativa del territorio”. Il presidente Azio Minardi insieme ai dipendenti e ai dirigenti del Comitato si uniscono al dolore della famiglia e ricordano Raul come un dirigente lungimirante e determinato, orgogliosamente socialista, uomo di grande ironia e intelligenza, dalle mille passioni, non solo sportive.Giorgio Campioli, ex presidente del Comitato lo ricorda così: “Raul era un dirigente sportivo di lungo corso, con il “pelo sullo stomaco” in un mondo, quello del calcio amatoriale, dove occorreva tenere sempre “la barra dritta”. Le sue passioni, però, erano anche la politica e soprattutto il mondo del cinema. Grande appassionato e grande collezionista di film, la sua casa era una vera e propria cineteca che lui metteva a disposizione per gli amici. Da qui nacque l’idea di dedicare una rassegna cinematografica all’interno della saletta Sandra, dedicata a mia moglie. Un programma vastissimo seguito da tante e tante persone. Un vero e proprio cineforum con le sue presentazioni e le schede dei film riprodotti che testimoniano l’impegno per la divulgazione di questa sua passione trasmessa anche al figlio. Mi piace ricordarlo così, uomo dai tanti interessi e dalle tante passioni, entusiasta della vita e pronto al dialogo. Soprattutto uomo impegnato per il bene comune in una società che ha tanto bisogno di esempi come lui”.
“Raul è stato un dirigente appassionato, punto di riferimento importante per tutti coloro che hanno ricoperto cariche importanti all’interno dell’organizzazione – ricorda Silvana Cavalchi, già presidente del Comitato regionale e di Reggio Emilia. Per anni presidente della Lega calcio, a metà anni ’80 ricoprì anche il ruolo di Vicepresidente Arci-Uisp, prima della separazione dei due enti. Aveva tante passioni. Oltre al calcio anche la musica e il cinema. Per molti anni in Comitato il mercoledì sera è stato appuntamento fisso del Cineforum curato da lui”.
“Quanti confronti serrati sulla Uisp, sul ruolo delle attività ai vari livelli associativi – ricorda Vincenzo Manco, ex presidente Nazionale Uisp, già presidente regionale – Il calcio come metafora per raccontarci le tante storie, la passione, la militanza, la partecipazione, l’appartenenza. Ma più che alle nostre discussioni, oggi il pensiero va ad uno specifico momento: una piccola festa del Comitato Uisp di Reggio Emilia e noi due che suonavamo e cantavamo insieme. Momenti che, con tutti i presenti, abbiamo dedicato alla speranza di un mondo migliore, inclusivo e solidale. Ecco, voglio ricordarti così, con i nostri sorrisi di quel giorno. Ciao Raul che la terra ti sia lieve. Un grande abbraccio di vicinanza alla tua famiglia e al Comitato di Reggio Emilia”.
“Ricordo Raul come un uomo intelligente con una mente lucida e determinata che ha dato tanto alla nostra organizzazione e al settore calcio- dice Roberto Meglioli, membro del consiglio nazionale Uisp. Non lo spaventava nulla e non aveva paura di dire ciò che pensava anche quando non era condiviso dalla maggioranza”.
“Sono entrato in Comitato nel 2014 per il servizio civile e una delle prime persone che ho conosciuto è stato proprio Raul, allora responsabile della comunicazione ma ancora coinvolto nella lega Calcio di cui era stato presidente – ricorda Andrea
Benassi, segretario del Settore Attività Calcio di Reggio Emilia. In realtà lo conoscevo già di fama perché durante l’estate,
in occasione del torneo dello Strarivalta, tutti i ragazzi, compreso me, si trovano a giocare sul campo da calcio del Casale di Rivalta voluto da lui e Raul non si perdeva una partita. Nonostante il buio era impossibile non riconoscerlo, fuori dal campo, illuminato nella sua folta barba bianca a ridosso della rete. Negli anni la sua barba è rimasta oggetto di ironia tra di noi. Oggi come allora lo saluto così: Ciao Barba, ci mancherai”.
Tra i suoi ultimi incarichi negli anni 2000 c’è stato quello di responsabile della comunicazione. “Quando ho iniziato a collaborare per il Comitato Raul era il mio punto di riferimento – ricorda Federica Imbrogli, responsabile della comunicazione del Comitato-. Sedersi di fronte a lui nel suo ufficio era un po’ come entrare in un confessionale: voleva sapere che musica ascoltavo, che film vedevo e tra una riflessione e l’altra programmavamo le uscite sui quotidiani e mi parlava di politica sportiva. Scherzavamo sul divario generazionale che ci separava, ma il tempo in sua compagnia
era tempo prezioso. Gli devo molto”.
“Raul era un personaggio eclettico e di grande carisma, amava avere il microfono in mano, che fosse per cantare o presentare una conferenza stampa, ma con lo stesso gusto vestiva i panni del volontario – dice Paolo Manelli, presidente di Tricolore Sport Marathon -. Ricordo che per Vivicittà pretendeva di avere una postazione precisa: quella del taglio delle mele”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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