Reggio. Riapre il Mauriziano dell’Ariosto

ARCO 847

Da oggi, domenica 24 marzo, a Reggio Emilia, il palazzo del Mauriziano riapre al pubblico dalle ore 15 alle 19.

Il complesso monumentale del Mauriziano, dimora estiva di Ludovico Ariosto, ha avuto nei mesi scorsi, nell’ambito del progetto nazionale Ducato Estense, importanti interventi come il restauro nella Villa degli apparati decorativi dei cosiddetti tre Camerini – Camerino dell’Ariosto, Camerino dei Poeti e Camerino degli Orazi – abitati dal poeta, la manutenzione straordinaria del verde del Parco, e il restauro scientifico e conservativo sull’Arco monumentale di ingresso posto sulla Via Emilia.

Domenica 24 marzo oltre a visitare liberamente è possibile effettuare una visita guidata alle ore 16.00. Il costo è di € 5.00 cadauno. con minimo 7 partecipanti o € 35.00 forfettari (per gruppi al di sotto di 7 persone) – prenotazione obbligatoria chiamando il numero 0522/456816 o scrivendo all’indirizzo museireggio@socioculturale.it

Grazie a un progetto di valorizzazione tecnologica cofinanziato dalla Fondazione Tiche, d’ora in poi sarà possibile effettuare una visita guidata ai dipinti restaurati anche in realtà virtuale.

Nella Villa le tre stanze decorate sono voltate a vela con capitelli pensili (secondo moduli stilistici di matrice ferrarese riferibili al XV e XVI Secolo) e sono caratterizzate da dimensioni contenute e dall’atmosfera intima. Queste stanze costituiscono uno dei rari esempi di architettura rinascimentale conservati in città, in virtù proprio dell’antica presenza del poeta, e possiedono oltre al valore storico-artistico dovuto alla qualità degli spazi decorati attribuiti alla Scuola del maestro del Rinascimento Niccolò dell’Abate, anche un valore letterario e testimoniale del prestigio di Ludovico Ariosto e della famiglia Malaguzzi.

Il progetto è stato inoltre occasione per dare finalmente una lettura completa e definitiva del programma iconografico delle stanze, di interpretazione in parte ancora incerta, grazie alle ricerche storiche di Maria Montanari, storica dell’arte dei Musei Civici di Reggio Emilia.

La decorazione pittorica, commissionata da Orazio Malaguzzi e databile 1567-1568, inneggia ai fasti familiari e agli insigni componenti che, grazie alle loro abilità politiche e diplomatiche oltre alla raffinatezza culturale e al profondo amore per le lettere, ne hanno segnato la storia.

LE TRE STANZE

La prima stanza detta Camerino dei Poeti, è dedicata all’Ariosto. Negli otto riquadri che ornano le pareti, sono raffigurati pittori e poeti antichi e moderni adagiati sulle pendici di Parnasi sormontati dai simboli dei diversi generi letterari. Tra i personaggi raffigurati ritorna più volte la figura di Ariosto, oltre a letterati amici e parenti di Orazio Malaguzzi. Nelle lunette sovrastanti è illustrata la novella di Griselda e Gualtieri, marchese di Saluzzo, ultima novella della Decima giornata del Decameronedi Boccaccio, inneggiante alla figura della donna e ai suoi attributi muliebri.

Il secondo ambiente, detto Camerino dell’Ariosto, identificato dalla storia come lo studiolo del poeta, reca alle pareti una serie di riquadri raffiguranti vedute paesaggistiche che rimandano al Parco antistante la Villa e adiacenze che costituivano le possessioni dei Malaguzzi. Nelle lunette è illustrata la novella di Giletta di Narbona e Beltramo di Rossiglione, novella dedicata ancora una volta all’amore muliebre e all’importanza della prole, che purtroppo Orazio Malaguzzi non avrà mai.

L’ultimo ambiente, detto Camerino degli Orazi, è dedicato interamente alla figura di Orazio e del fratello Flaminio. Tre grandi riquadri alle pareti descrivono il combattimento tra Orazi e Curiazi, Orazio Coclite che preclude agli Etruschi di Porsenna l’accesso al ponte Sublicio, il magistrato che infligge il chiodo nel tempio diGiove. Due riquadri raffigurano ruderi e vestigia romane che restituiscono una raffinatezza culturale e un amore per il mondo antico. Nelle lunette l’illustrazione accorata e partecipe della breve vita del fratello Flaminio Malaguzzi, persona irreprensibile e dedita alle lettere classiche, morto prematuramente all’età di quindici anni.

Esse si contrappongono al resto dell’edificio, ristrutturato nel 1700, e mantengono una quota rialzata rispetto al piano principale della Villa, che si sviluppa su pianta a base quadrangolare con un salone centrale passante sul quale si fonda l’asse di simmetria dell’edificio attorno a cui si articolano i vani laterali. Nonostante le significative ristrutturazioni del Sei-Settecento, la Villa mantiene l’impianto volumetrico cinquecentesco, tipica della villa rinascimentale emiliana.